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Aumenti, non tutti a pioggia C'è la partita straordinario

Molto dipenderà dalla trattativa di comparto

06/12/2016
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ItaliaOggi

MArco Nobilio

85 euro lordi di aumento medio a testa. Ma una parte potrebbe servire a retribuire la produttività. Lo prevede l'intesa firmata il 30 novembre scorso dal ministro della funzione pubblica, Marianna Madia e da Cgil, Cisl e Uil. Aumenti che potrebbero non andare a pioggia. L'accordo prevede, infatti, che la contrattazione collettiva dovrà necessariamente premiare il merito e la produttività dei dipendenti. E per fare ciò la destinazione di buona parte dei fondi dovrà servire a finanziare la cosiddetta contrattazione di II livello.

Nella scuola, questa particolare tipologia di contrattazione avviene prevalentemente a livello di istituzione scolastica. Pertanto, una parte dei fondi non servirà per recuperare le perdite salariali che si sono accumulate dal 2009 ad oggi, ma sarà versata direttamente nel fondo di istituto. Sempre che, in sede di contrattazione di comparto, i sindacati non riescano a convincere il governo a destinare le risorse, in via esclusiva, a recuperare le perdite salariali subite negli anni da docenti e non docenti per effetto del blocco della contrattazione. Molto dipenderà dalla direttiva per la trattativa di comparto. Dal 2009, anno in cui è stato stipulato l'ultimo contratto economico, la perdita del potere di acquisto dei salari è stata di circa il 9%. A conti fatti, la perdita va da un minimo di 140 a un massimo di 180 euro a testa. E si tratta della cosiddetta retribuzione tabellare. Vale a dire dello stipendio in senso stretto: quello che docenti e Ata percepiscono in busta paga per lo svolgimento della prestazione ordinaria.

Per non parlare della perdita dell'utilità del 2013 ai fini della progressione di carriera. Che attualmente non è stata rifinanziata e che, da sola, comporta una perdita netta di circa mille euro una tantum con ulteriori riflessi negativi sulla pensione e sulla buonuscita, sia che si tratti di trattamento di fine servizio (che si calcola moltiplicando l'80% dell'ultima retribuzione per gli anni di servizio) sia di trattamento di fine rapporto (che viene calcolato sulla base dei contributi versati). Per recuperare qualcosa in più, docenti e Ata dovranno sperare nelle residue risorse del fondo di istituto, alle quali si accede con lo straordinario.