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Avvenire-La gente non capisce l'importanza del prof

. "La gente non capisce l'importanza del prof" Corradini (Uciim): figli e scuola investimenti a lungo termine "La gente non capisce l'importanza del prof" Caruso: paralizzeremo Foligno, ness...

07/12/2001
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Avvenire

. "La gente non capisce l'importanza del prof"
Corradini (Uciim): figli e scuola investimenti a lungo termine
"La gente non capisce l'importanza del prof"
Caruso: paralizzeremo Foligno, nessuno entrerà

(L.B.)

Milano. Luciano Corradini, presidente dell'Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti, dirigenti e formatori), nonché ordinario di Pedagogia all'università di Roma Tre, ha appena condotto una ricerca sull'orientamento alla professione dei giovani insegnanti. Una delle domande che ha posto loro riguarda proprio l'autopercezione del loro ruolo:
1 "I docenti non si sentono una categoria svalutata, sono consci del loro valore. Ma c'è un duplice problema di fondo, che determina la svalutazione economica e quella all'interno della società: intanto sono numericamente tanti, dunque tutti mal pagati. E poi sono percepiti come meno importanti di altre categorie: se scioperano i docenti non muore nessuno, se si fermano i trasporti un Paese è in ginocchio. Il ruolo della scuola nella società civile è così poco sentito che, se un governo volesse fare spese consistenti nel settore, dovrebbe giustificare il fatto: oggi la propensione a investire a lungo termine non c'è più e la scuola, così come i figli, sono investimenti i cui frutti vengono con il tempo. Infine la gente non si sente sicura dell'efficacia dell'insegnamento".
2 "Chiunque ha difficoltà ad accettare la valutazione altrui, specie se da questa dipende la carriera. Quando poi si teme che chi giudica non ne abbia la competenza, si rivolta. Ecco perché la categoria ha rifiutato finora ogni proposta. Però il rischio è di confondere la necessità di una valutazione con l'inadeguatezza dello strumento. Il fatto è che nessuno ha individuato il profilo dell'"insegnante bravo", cui dare quindi un riconoscimento economico e di carriera. È un bel problema: basarsi solo sul numero di ore passate in classe? Ma allora la qualità dove va a finire? O considerare invece la capacità del professore di esporre gli argomenti e farsi capire dagli alunni? O ancora il carisma con cui si fa seguire? L'ideale sarebbe raccogliere in un portfolio personale il percorso formativo e professionale di ogni docente, le sue competenze, le esperienze: il tutto sarà poi valutato da una commissione di membri interni ed esterni alla sua scuola. Una cosa ben diversa dai quiz di Berlinguer!".
3 Finalmente al posto di inutili corsi di aggiornamento, seguiti più che latro per ottenere uno scatto in busta paga, oggi si apre una strada nuova: lo studio individuale assistito, cioè l'auto-aggiornamento. È la singola scuola a farsi carico del processo di formazione permanente dei suoi professori, e ad assicurare il rapporto con ricercatori, docenti universitari, formatori di riconosciuto valore, che siano i referenti per il tutorato. In seguito l'auto-aggiornamento così condotto potrebbe andare a confluire nel portfolio personale, dove "farebbe punteggio". Ci sono poi tanti altri indicatori che bisognerebbe prendere in considerazione: ad esempio negli Usa, dove tutti giudicano tutti, vengono interpellati anche gli studenti: perché un ottimo matematico potrebbe essere un pessimo divulgatore di concetti matematici. Comunque è fondamentale che la deontologia professionale sia stabilita dallo stesso corpo insegnante, anche fondando un ordine professionale: così la valutazione non sarebbe più vissuta come una minaccia, ma come garanzia per chi ama la professione. Perché i cattivi professionisti squalificano tutti gli altri".