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Camusso chiude la due giorni dell’Assemblea nazionale Flc Cgil sull’Università: “ridare all’istruzione la sua funzione originaria”

Quello che dobbiamo fare è provare a ridare all’istruzione la sua funzione originaria di costruzione di cittadinanza e di lettura critica del mondo

25/01/2018
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“Il messaggio sbagliato che si è diffuso in questi anni è che l’università pubblica, così come tutte le altre istituzioni pubbliche, non sia essenziale per la vita dei cittadini. Quello che dobbiamo fare è provare a ridare all’istruzione la sua funzione originaria di costruzione di cittadinanza e di lettura critica del mondo. E c’è solo un modo per farlo: ricostruire un sistema universitario collettivo”. Con queste parole Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha concluso l’Assemblea nazionale dell’università: una due giorni organizzata dalla Flc, la federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil, e tenutasi nell’ateneo Arcavacata in Calabria.

“Adesso abbiamo una grande opportunità – ha ricordato Camusso –, il rinnovo del contratto. Rappresenta per noi un cambiamento di fase, che nessuno ci ha regalato ma che ci siamo guadagnati in anni e anni di lotte. Il contratto ci potrà permettere di costruire un primo scalino fondamentale nel percorso verso un’università che torni a fare la vera differenza nella vita pubblica del nostro Paese”.

“Abbiamo dimostrato che si può fare un’assemblea nazionale a Cosenza”, ha dichiarato invece Francesco Sinopoli, segretario generale Flc: “Una scommessa nella quale tutti abbiamo voluto credere, e l’incredibile partecipazione di questi giorni ci ha dato ragione”.

Una scommessa che, anche secondo Camusso, è segno di cambiamento: “La scelta di fare un’assemblea nazionale dell’università qui in Calabria –

“Il messaggio sbagliato che si è diffuso in questi anni è che l’università pubblica, così come tutte le altre istituzioni pubbliche, non sia essenziale per la vita dei cittadini. Quello che dobbiamo fare è provare a ridare all’istruzione la sua funzione originaria di costruzione di cittadinanza e di lettura critica del mondo. E c’è solo un modo per farlo: ricostruire un sistema universitario collettivo”. Con queste parole Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha concluso l’Assemblea nazionale dell’università: una due giorni organizzata dalla Flc, la federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil, e tenutasi nell’ateneo Arcavacata in Calabria.

“Adesso abbiamo una grande opportunità – ha ricordato Camusso –, il rinnovo del contratto. Rappresenta per noi un cambiamento di fase, che nessuno ci ha regalato ma che ci siamo guadagnati in anni e anni di lotte. Il contratto ci potrà permettere di costruire un primo scalino fondamentale nel percorso verso un’università che torni a fare la vera differenza nella vita pubblica del nostro Paese”.

“Abbiamo dimostrato che si può fare un’assemblea nazionale a Cosenza”, ha dichiarato invece Francesco Sinopoli, segretario generale Flc: “Una scommessa nella quale tutti abbiamo voluto credere, e l’incredibile partecipazione di questi giorni ci ha dato ragione”.

Una scommessa che, anche secondo Camusso, è segno di cambiamento: “La scelta di fare un’assemblea nazionale dell’università qui in Calabria – ha dichiarato – è totalmente in controtendenza rispetto al modo in cui il Paese sta affrontando la questione. E che la Flc Cgil lo abbia fatto con un impegno nazionale, lo è ancor di più”. E’ – per il segretario Cgil – il segno tangibile del lavoro che la confederazione sta portando avanti, e del suo impegno contro “il divario tra nord e sud”, un divario che, se persistesse, non consentirebbe mai all’Italia di ripartire.

L’assemblea nazionale Flc è stata un’occasione di riflessione e di condivisione di analisi e proposte che guardano ai grandi temi dell’università. Quest’ultima si trova da troppo tempo in stato di emergenza. Aumentano le disuguaglianze e non si scorge un concreto impegno per ridurre i divari territoriali, politici e sociali. Al contrario, le politiche nazionali puntano tutto sulle grandi eccellenze, svuotando gli altri atenei. Ne consegue un sistema universitario sempre più selettivo, elitario e lontano dal premiare il merito.

Il dibattito di Cosenza, fitto e molto ricco, con tantissimi interventi da tutta Italia, ha restituito una volontà comune al sindacato e a tutta la comunità universitaria: rimettere al centro l’unità per ricostruire un sistema universitario nazionale con politiche nazionali, seppur differenziate, che potenzino il territorio nelle sue peculiarità.

ha dichiarato – è totalmente in controtendenza rispetto al modo in cui il Paese sta affrontando la questione. E che la Flc Cgil lo abbia fatto con un impegno nazionale, lo è ancor di più”. E’ – per il segretario Cgil – il segno tangibile del lavoro che la confederazione sta portando avanti, e del suo impegno contro “il divario tra nord e sud”, un divario che, se persistesse, non consentirebbe mai all’Italia di ripartire.

L’assemblea nazionale Flc è stata un’occasione di riflessione e di condivisione di analisi e proposte che guardano ai grandi temi dell’università. Quest’ultima si trova da troppo tempo in stato di emergenza. Aumentano le disuguaglianze e non si scorge un concreto impegno per ridurre i divari territoriali, politici e sociali. Al contrario, le politiche nazionali puntano tutto sulle grandi eccellenze, svuotando gli altri atenei. Ne consegue un sistema universitario sempre più selettivo, elitario e lontano dal premiare il merito.

Il dibattito di Cosenza, fitto e molto ricco, con tantissimi interventi da tutta Italia, ha restituito una volontà comune al sindacato e a tutta la comunità universitaria: rimettere al centro l’unità per ricostruire un sistema universitario nazionale con politiche nazionali, seppur differenziate, che potenzino il territorio nelle sue peculiarità.