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Corriere - Accompagnare i figli a scuola? Prof e genitori divisi

Come tutelare chi frequenta le elementari dai rischi quotidiani. C'è chi invoca il poliziotto di quartiere e il nonno-vigilante Accompagnare i figli a scuola? Prof e genitori divisi Gli incubi:...

19/11/2001
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Corriere della sera

Come tutelare chi frequenta le elementari dai rischi quotidiani. C'è chi invoca il poliziotto di quartiere e il nonno-vigilante

Accompagnare i figli a scuola? Prof e genitori divisi

Gli incubi: traffico, pedofilia e bullismo. Una maestra: lasciarli liberi presto. Un padre: timori anche alle medie

Come tutelare i propri figli, che frequentano elementari e medie, dai rischi del traffico, del bullismo e dei pedofili? Meglio mandarli soli a scuola oppure accompagnarli? E a quale età è opportuno farli "volare fuori dal nido"? "Non c'è un'età precisa per tutti, perché dipende da numerosi fattori: la zona in cui si vive e, soprattutto, la maturità del bambino", dice Cristina Gatti, dirigente scolastico del Circolo didattico "Scarpa" di via Clericetti. Maria Grazia Vinciguerra, preside dell'Istituto comprensivo di via Zuara, al Lorenteggio, è convinta dell'importanza della solidarietà tra genitori nell'alternarsi ad accompagnare gruppi di ragazzi: "Penso che la prima media sia l'anno-ponte, in cui è necessario tutelare i propri figli magari guardandoli di nascosto, a distanza".
Secondo Sergio Minguzzi, dirigente dell'Istituto comprensivo di via Cilea, al Gallaratese, è preferibile, particolarmente in periferia, che i bambini sappiano districarsi dalle difficoltà il più presto possibile: "Educare significa lasciar fare loro le prime esperienze, in modo che acquisiscano un minimo di autonomia". Emanuela Mercalli, insegnante alle elementari "Sorelle Agazzi" di piazza Gasparri, alla Comasina, è dell'avviso che già a 8 anni si debbano dare le chiavi di casa ai figli: "Nei primi due anni è giusto che i genitori li accompagnino. All'uscita noi li consegniamo uno alla volta ai familiari. Ma già a partire dalla terza consiglio ai genitori di sorvegliarli da lontano, lasciandoli muovere da soli per renderli più responsabili. Nonostante le continue richieste, finora purtroppo non abbiamo ottenuto un vigile di quartiere e ai nonni volontari, che si offrono per il controllo dell'uscita, per legge non è permesso sostituirsi a un pubblico ufficiale". Maria De Prisco ed Ettore Barrilà, della media Rodari di via Gabbro, sono del parere che dopo gli 11 anni sia necessario dare piena autonomia ai ragazzi "vigilando, però, in particolare fuori dalla scuola, dove possono essere avvicinati da chi bazzica la droga, da chi vuole fare il bullo e minacciarli, o peggio da malintenzionati". Cristina Milani, docente alla media "Dalla Chiesa" di via Gallarate consiglia di preparare una sorta di decalogo ai figli: "Attraversare con gli occhi ben aperti, non fermarsi mai durante il tragitto casa-scuola, non dar retta agli estranei. Se seguiti, attirare l'attenzione di una donna oppure entrare in un negozio e chiedere aiuto o fare una telefonata". Gabriella Calvi, insegnante alle elementari "Martin Luther King", ai piedi del Monte Stella, ha attuato un progetto per le classi quinte con due psicologhe dal titolo "Dico no e scappo via": partendo dalla conoscenza del proprio corpo, si cerca di individuare ciò che dà fastidio come la carezza di un adulto fatta in un certo modo: "D'altronde dalle nostre vetrate, oltre al verde e gente che fa jogging, essendo una zona piuttosto isolata si vedono esibizionisti e tossicodipendenti. I minori vanno tutelati anche spiegando con delicatezza le realtà sgradevoli del mondo d'oggi".
Ma numerosi genitori pensano che sia giusto, anche nelle medie, accompagnare a scuola i figli. Carlo, padre di una ragazza di 13 anni della media "Panzini" di via Giusti, la porta e la va a prendere al cancello: "Fidarsi sarà anche importante, ma controllare con i propri occhi è sempre meglio".