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Corriere - Occupazioni, non solo lezioni perse ma anche crescita

Occupazioni, non solo lezioni perse ma anche crescita Carissima Latella, ho 47 anni e sono una ex studentessa del liceo Tasso. Che tristezza constatare che non è cambiato nulla! Chi frequent...

27/11/2001
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Corriere della sera

Occupazioni, non solo lezioni perse ma anche crescita

Carissima Latella, ho 47 anni e sono una ex studentessa del liceo Tasso. Che tristezza constatare che non è cambiato nulla! Chi frequenta il liceo Tasso per il 90% è "figlio di", quindi avrà in casa una biblioteca ben fornita, computer, possibilità di viaggi e quant'altro ed inoltre, quando occupa il suo liceo (che ha biblioteca, aula magna, palestra, ecc.) o protesta "per la scuola pubblica" (protesta che io condivido pienamente!) ha audience, pubblicità, interviste ecc. Cari ragazzi dei licei di periferia invitate i vostri colleghi del Tasso a visitare il vostro liceo e proponete uno sciopero della fame per la carenza o la povertà delle vostre strutture scolastiche perché chi si occupa della "cultura e riforma generale" ha già ampiamente risolto i problemi di base e da decenni, mentre gli studenti delle scuole di periferia sono ancora alle prese e da decenni con gli stessi problemi.
Maria Valori
Breve riassunto. Un docente del liceo Tullio Civita, liceo di periferia con computer che funzionano e professori e allievi molto determinati, scrive che i suoi studenti vogliono, come quelli del Tasso, l'autogestione, senza però rendersi conto di quanto la pura imitazione li danneggi. Loro, osserva il professor Zamarra, hanno solo da rimetterci andando, come sempre, a rimorchio dei più privilegiati. Su questa stessa linea si colloca anche la signora Valori, mentre dal Tullio Civita si segnalano in arrivo lettere di insegnanti e, finalmente, anche di studenti. Per quanto mi riguarda, anticipo in parte il mio punto di vista. E' vero che rinunciando a molte ore di lezione e mettendo a rischio iniziative in corso (il Tullio Civita, per esempio, ha in programma uno scambio con una scuola straniera), i ragazzi di un liceo di periferia ci rimettono di più dei figli della borghesia romana. Ma è anche vero che le assemblee, le discussioni, una simbolica occupazione di un paio di giorni, consente ai ragazzi di provarsi, li stimola a occuparsi di più di quel che pensano. Mi rendo conto, sto dalla parte di chi consiglia le occupazioni quasi a scopo "didattico-terapeutico", così sottraendo all'azione gran parte del suo fascino. So tutto questo, e infatti mi propongo di rifletterci ancora. Ma mi volete sincera, no?
marialatella@rcs.it