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da fuoriregistro - Buon viaggio, signor ministro

Buon viaggio, signor ministro di Anna Pizzuti - 11-11-2001 Dalla seconda lettera del Signor Ministro ai docenti ed ai discepoli: 'Ho iniziato un viaggio di ascolto in tutte le Regioni per ...

12/11/2001
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Fuoriregistro

Buon viaggio, signor ministro
di Anna Pizzuti - 11-11-2001

Dalla seconda lettera del Signor Ministro ai docenti ed ai discepoli:

'Ho iniziato un viaggio di ascolto in tutte le Regioni per rendermi conto personalmente dei problemi della scuola.

E sarà sicuramente un viaggio lungo, tipo quello di Marco Polo in Cina, considerato che, se le conoscenze intorno alla scuola che il Signor Ministro mostra di avere sono pressoché nulle, per quello che riguarda l'Istruzione professionale, sono nulle del tutto.
Ritengo perciò necessario fornirle alcune informazioni, evitando di lasciarmi trasportare dal sentimento, in nome di un'esperienza didattica ed umana che ho amato ed amo quasi visceralmente, o, al contrario, di parlare solo per gli addetti ai lavori in un settore dell'istruzione la cui ricchezza conosce, forse, solo chi in esso opera.
E' necessaria però una considerazione preliminare.
Ciò che, a mio avviso, dovrebbe preoccupare maggiormente il mondo della scuola di fronte ai primi testi che cominciano a circolare sulle intenzioni del Ministro - del Ministro, dico, perché, a quanto pare, le numerose commissioni che sta istituendo hanno solo funzione consultiva, e l'ultima parola spetta sempre a lui - non è tanto il fatto che vi si parli di riforme come se si partisse dall'anno zero, quanto la sensazione che i novelli riformatori considerino la scuola un luogo simile a quello che nelle antiche carte veniva indicato con l'espressione 'Hic sunt leones' , un universo misterioso, tutto da esplorare, tanto per rimanere nella metafora del viaggio.
Questa sensazione diventa certezza proprio leggendo i passaggi che riguardano la formazione professionale, formazione, si badi, non istruzione e già l'uso del primo termine invece del secondo è significativo e non solo della mancata conoscenza del ruolo essenziale di un settore dell'istruzione pubblica, ma anche di una visione ben precisa suddivisione dei ruoli sociali.
Il professor Giuseppe Bertagna invia alle associazioni sindacali e professionali della scuola una lettera che contiene, tra le altre, la raccomandazione ad' identificare la natura pedagogica, l'identità curricolare e la fisionomia istituzionale di un percorso graduale e continuo di Formazione professionale parallelo a quello scolastico ed universitario dai 14 ai 21 anni, con esso integrato a livello di funzioni di sistema e ad esso pari in dignità culturale ed educativa, abilitato a rilasciare tre titoli di studio riconosciuti sul territorio nazionale: qualifica professionale, diploma professionale secondario, diploma professionale superiore'

Ora, se il Signor Ministro, novello Jacini, accompagnato, si spera, anche da Giuseppe Bertagna vuole viaggiare, naturalmente nessuno può impedirlo. Prima di partire, però, i due farebbero bene ad esplorare luoghi molto vicini a loro, quelli in cui dovrebbero pur essere conservati documenti di facile consultazione, come il testo del Progetto 92 che riformò, dieci anni fa, l'Istruzione professionale, identificando la natura pedagogica e sociale, l'identità culturale, e la fisionomia istituzionale di un percorso formativo '#8211; e qui sarebbe la scoperta '#8211; non PARALLELO, ma perfettamente inserito in quello scolastico ed universitario, con esso integrato a livello di funzioni di sistema e ad esso perfettamente pari in dignità culturale ed educativa, abilitato a rilasciare titoli di studio riconosciuti su territorio nazionale (ed anche europeo, se è per questo, visto che l'Esame di Stato di istruzione Professionale e la relativa certificazione sono, finora, perfettamente identici, nella procedura e nel valore agli esami ed alle certificazioni rilasciati negli altri ordini scolastici) , e che permette da anni l'accesso agli studi universitari o ai corsi post-diploma.
Ho scarsissime, quasi nulle nozioni di logica, quindi invito chi è più esperto di me ad analizzare questo processo, per individuarne la razionalità, se ci riesce:
abbiamo un sistema che risponde a criteri che riteniamo positivi, lo scomponiamo, lo sfasciamo, lo rimescoliamo, lo ricostruiamo (attenzione però, sostituendo un termine ad un altro) e ci impegniamo a dargli le caratteristiche e le qualità che già possedeva.
Il Progetto 92, nel corso degli anni, da progetto è diventato ordinamento ed ha dato luogo a tutta una serie di altri progetti che lo miglioravano, ad esempio riducendo discipline ed orari, con ciò prevenendo alcuni intenti degli attuali riformatori. Questi ultimi però, sembra non abbiano nemmeno letto alcuni dei decreti che hanno ritirato, come quello riguardante la riduzione dell'orario settimanale, impedendo, in questo settore, cambiamenti che oggi essi stessi auspicano per tutto il sistema scolastico e qui debbo di nuovo fare appello a chi è esperto di logica, per essere aiutata a capire.
La formazione professionale assolve ad un ruolo ben preciso e risponde a specifiche esigenze: è un percorso che i ragazzi possono scegliere, dopo aver assolto all'obbligo dei nove anni di istruzione, per acquisire competenze spendibili immediatamente nel mondo del lavoro. E' un'opportunità in più, mentre oggi la si vuol far diventare l'unico percorso formativo dei lavoratori, tenendoli fuori dal sistema di istruzione.
Come poi, nella realtà, una struttura 'scarna' come quella della formazione, nonostante la riforma che pure l'ha arricchita, negli ultimi tempi, di compiti più ampi, con l'introduzione di moduli di lingua italiana ed inglese e di matematica, non è cosa che sembri preoccupare gli allegri riformatori.
Di tutta la raccomandazione del professor Giuseppe Bertagni, la parte che merita un'attenzione particolare ed è quella che si riferisce alla pari dignità culturale.
Come insegnante in un istituto professionale mi preoccupa il fatto che il professore ignori che molte delle innovazioni che sono state realizzate in questi anni in tutta la scuola secondaria di secondo grado, erano state sperimentate ed attuate in quel laboratorio di ricerca didattica ed organizzativa che sono stati gli istituti professionali.
Da cittadina, l'espressione mi preoccupa ancora di più perchè denuncia tutta l'impostazione, che qualcuno ha giustamente definito di classe che gli attuali riformatori stanno dando alle loro riforme e denuncia anche la loro ignoranza del dettato costituzionale: se vogliamo riconoscere a qualcuno pari dignità, è perché riteniamo che questo qualcuno ne sia privo (attenzione: il termine usato è DIGNITA' non OPPORTUNITA').
Nella favola era il bambino che, nella sua innocenza, denunciava la nudità del re. Negli intenti dei riformatori, questa emerge da sola.
Riporto dalla lista del didaweb Politica scolastica , sperando di non commettere una scorrettezza:
il professor Silvano Tagliagambe, rispondendo ad Alessandra Cenerini e riproponendo, nella sostanza, i contenuti della lettera del professor Bertagna, li arricchisce di un punto essenziale.
Tagliagambe afferma infatti :noi stiamo lavorando a un canale professionale che non solo unifichi sul serio istruzione professionale statale e formazione regionale, ma sia robusto e serio sul piano della formazione culturale generale e non costituisca un canale di "serie B" rispetto a quello liceale, tant'è vero che prevediamo la possibilità di accesso all'università anche da questo canale, istituendo appositi servizi per garantire un approfondimento intensivo delle discipline rispetto alle quali si dovessero manifestare delle carenze per l'ingresso ai corsi di laurea.
La legge Bassaninini conteneva già un passaggio che, se attuato, rischiava di demandare tutto il settore professionale alle regioni, che da sempre gestiscono, probabilmente anche bene, il settore molto specifico della formazione professionale.
Il passaggio fu cancellato in seguito alla vera e propria rivolta che si scatenò nel settore dell'Istruzione professionale.
Il clima che si respira oggi nella scuola pubblica (quasi un cupio dissolvi, ma spero che sia una mia impressione personale) lascia adito a ben poche speranze che la ribellione possa ripetersi.
Probabilmente Bassanini potè modificare quel passaggio perché non aveva grandi elettori da ricompensare: l'attuale Ministro ne ha molti, compresi gli enti, regionali e privati, di formazione professionale e per farlo, sembra proprio disposta a tutto.