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Dal Cnr appello al governo: “ Cento milioni per salvarci”

Il documento, che gli autori affideranno al discusso presidente Massimo Inguscio affinché lo consegni «agli organi di governo del Paese», prova a dettagliare le ragioni della complicata fase economica del Cnr:

14/11/2018
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la Repubblica

Centotrè firme in calce, molti sono direttori d’istituto, molti di dipartimento. Un Manifesto della pubblica ricerca: “Salvate il Cnr”.

Ha ottenuto l’adesione di 3.800 dipendenti su 8.400, per ora. Sarà presentato oggi e racconta, del Consiglio nazionale delle ricerche, la situazione difficile, «difficile come probabilmente non è mai stata da quando l’ente è stato fondato». Da Vito Volterra nel 1923.

Il documento, che gli autori affideranno al discusso presidente Massimo Inguscio affinché lo consegni «agli organi di governo del Paese», prova a dettagliare le ragioni della complicata fase economica del Cnr: «La questione primaria è da ricondursi al calo costante, sistematico e miope del Fondo che lo Stato mette a disposizione». Si parla del Foe, Fondo ordinario appunto, ferocemente tagliato tra il 2011 e il 2015 e poi diventato stabile.

Insufficiente. Anche quest’anno non si vede aumento, nonostante i proclami pre-elettorali dei Cinque Stelle, le recenti promesse del viceministro dell’Università (senza delega per la ricerca) Lorenzo Fioramonti. Si legge nel Manifesto: «Tutto questo è accaduto anche per la superficialità con cui qualche anno fa si è deciso di scorporare da questo Fondo una quota, fittiziamente vincolata a progetti di ricerca, in realtà tornata in buona parte nel calderone delle spese di funzionamento».

Il costo complessivo del personale del Cnr corrisponde al 98,7 per cento dell’intero fondo: 536 milioni di euro. Per un ente che si costituisce di 7 dipartimenti e 102 istituti di ricerca e riceve 550 milioni di euro dal ministero dell’Istruzione ( altri 350 milioni li recupera autonomamente).

«Abbiamo grandi infrastrutture, apparecchiature sofisticate e specializzate e costi proporzionali a questi livelli di complessità».

Negli ultimi anni, sostengono i direttori sorvolando sui tanti concorsi contestati, «è stata avviata un’opera meritoria di razionalizzazione delle spese, ma il de-finanziamento sistematico oggi ha raggiunto un limite incompatibile». Già. «Serve individuare nel bilancio dello Stato 100 milioni per rilanciare il più grande ente di ricerca pubblica del Paese, una leva strategica per l’avanzamento della nostra civiltà».

Venerdì il cda firmerà il piano di fabbisogno, per mercoledì 21 in piazzale Aldo Moro è atteso il presidente Sergio Mattarella.

Dicono i firmatari: «Tutto è fermo, le assunzioni non si vedono e mancano pochi giorni alla fine dei giochi». All’approvazione della legge di bilancio. — (c.z.)