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Dal flop delle mascherine alla riapertura delle scuole

Nuova nomina per il commissario Domenico Arcuri, dovrà occuparsi degli acquisti necessari al ritorno in aula a settembre. L'Associazione nazionale presidi: «Rischiano di rimanere fuori 40mila classi»

08/07/2020
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il manifesto

Adriana Pollice

Sarà il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, a occuparsi della fornitura di gel, mascherine e «ogni necessario bene strumentale, compresi gli arredi scolastici, utile a garantire l’avvio dell’anno scolastico 2020-2021, nonché a contenere e contrastare l’eventuale emergenza»: la nomina a commissario al quadrato era contenuta nella bozza del decreto Semplificazioni poi confermata nel testo finale. Arcuri potrà provvedere «nel limite delle risorse assegnate allo scopo con delibera del Consiglio dei ministri, a valere sul Fondo emergenze nazionali» procedendo subito all’affidamento di contratti, senza aspettare il trasferimento dei fondi alla contabilità speciale.

Il primo a impallinare la decisione, ieri, è stato Matteo Salvini: «Ha fallito sulle mascherine e per premio il governo lo manda a occuparsi delle scuole dei nostri figli: ma basta!». Non è stato l’unico. Da Più Europa è arrivato un commento al vetriolo: «L’uomo dei grandi flop, dalle mascherine a 50 centesimi ai ventilatori consegnati a fine emergenza, che tutti i giorni in conferenza stampa parlava e straparlava ben oltre il suo incarico (“ho dovuto decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”). Un degno compagno di banco della ministra Azzolina e un ottimo esempio per i nostri studenti, che così vedranno come non si deve fare. Premiamo il demerito!». Anche Carlo Calenda non si è fatto sfuggire l’occasione: «Dream team: Azzolina e Arcuri. Secondo me è un’idea di Casalino. Prova tipo Grande Fratello per la Scuola italiana. Vediamo se sopravvive anche a questo».

La ministra ha provato ad arginare le critiche: «Piena soddisfazione per la norma, scritta e fortemente voluta dal mio ministero. E che permetterà, ad esempio, di velocizzare l’iter per l’acquisto e la distribuzione degli arredi scolastici, come i banchi singoli di nuova generazione». Ma anche dalla Flc Cgil è arrivata la bocciatura: «Il governo avrebbe dovuto, come da noi chiesto più e più volte, iniziare a occuparsi della Scuola e della sua riapertura meglio, con più investimenti e prima di quanto non sia avvenuto – il commento del segretario generale, Francesco Sinopoli -. Servono risorse molto maggiori di quelle individuate per recuperare nuovi spazi, avere più docenti e personale Ata, assicurare una prevenzione adeguata con l’obiettivo di garantire un tempo scuola in presenza per tutti gli studenti in tutto il territorio. Un commissario non rappresenta la soluzione magica».

La dimensione del problema, del resto, è stata illustrata dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «Servono decine di migliaia di locali in tutta Italia e calcolando che, secondo quanto riferito dal ministro, gli studenti che faranno lezione fuori dalle aule sono il 15%, circa 1 milione e 200mila, resteranno fuori 40mila classi. L’idea di collocare i ragazzi anche in beni confiscati alla mafia è bella, ma qui servono davvero tante strutture».