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De Toni: il piano per l’Università digitale, sfida che non si può ritardare

In pochi anni ci saranno altri cento milioni di studenti all’Università: per soddisfare questa richiesta, ogni settimana dovrebbero aprire quattro nuovi campus di dimensioni medie.

03/07/2018
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Corriere della sera

di Alberto F. De Toni, Rettore dell’Università di Udine e segretario generale della Crui.

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La frontiera della globalizzazione, che sembrava in espansione incontenibile, si sta rapidamente restringendo. L’economia segna il passo, riemergono i vecchi protezionismi nazionali. E appare molto più problematica anche quella libera circolazione delle persone che, con Schengen, era stata la cifra della occidentalizzazione del mondo. Per contrasto, prende sempre più forza e egemonia la globalizzazione culturale.

Grazie alla trasformazione digitale del nostro vissuto quotidiano, anche nell’angolo più remoto del pianeta, siamo tutti cittadini social. Apparteniamo e partecipiamo alle stesse reti di scambio no-stop di opinioni, interessi, valori. Questa frontiera digitale è ancora ampiamente inesplorata. Soprattutto per le opportunità straordinarie di crescita, innovazione e governo del fattore chiave di sviluppo delle società contemporanee: la formazione. Attualmente, ci sono 165 milioni di studenti nel segmento della formazione terziaria. Nei prossimi dieci anni, se ne aggiungeranno altri cento milioni. Per soddisfare questa richiesta, ogni settimana dovrebbero aprire quattro nuovi campus di dimensioni medie (30mila studenti). Non è difficile immaginare che la partita si giocherà soprattutto con la capacità di innestare la apertura e qualità dell’alta formazione in circuiti dematerializzati, a basso costo ma ad alto potenziale innovativo.

Le Università, da sempre avanguardia dei saperi, ancora non sono entrate con consapevolezza e mezzi adeguati nella grande partita della formazione digitale. Una sfida che sta ridisegnando i formati e i destinatari dell’education al tempo di Internet. Con i nativi digitali e i learner 4.0 come nuovi protagonisti. Raccogliere questa sfida è l’obiettivo della due giorni di serrato confronto e di proposte che si è tenuto a Udine, il 27 e 28 giugno, sotto l’egida della Crui, con la partecipazione di oltre duecento rappresentanti da tutti gli Atenei del paese. È una sfida nazionale. L’ampiezza e la profondità dei cambiamenti impone uno sforzo di coordinamento, di sinergie, di iniziative pilota. Che, senza ledere il principio dell’autonomia universitaria, metta esplicitamente a fattor comune le risorse organizzative e finanziarie indispensabili per stare al passo coi tempi. E prenderne coraggiosamente la guida.

Oggi più che mai, l’Università non può rinunciare al suo ruolo di interprete e promotore delle grandi direttrici di trasformazione del sistema culturale nazionale. La globalizzazione digitale è il principale laboratorio del futuro. Un laboratorio in cui i nostri atenei devono rivendicare un ruolo d’eccellenza. A Udine, c’è stato il primo passo per presentare al Miur un Piano Nazionale per l’Università Digitale con obiettivi chiari e raggiungibili: innovazione nella didattica, maggiore inclusività nelle lauree per colmare il gap con l’Europa, più flessibilità e interazione con le esigenze del mondo del lavoro. Con l’orgoglio delle nostre radici e la visione della nostra ricerca, gli atenei italiani sono pronti a rilanciare la sfida: coniugare digitale e globale al servizio della cultura nazionale.