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Decreto vaccini, il Pd all'assalto

Dal concorso per direttori amministrativi, bocciato, alle reggenze, è raffica di emendamenti

11/07/2017
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ItaliaOggi

Concorso Dsga fermo al palo. La doccia fredda per i direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) delle scuole è arrivata dalla Commissione Bilancio del Senato che, giovedì scorso, ha espresso parere contrario alla terza versione dell'emendamento Puglisi (Pd) che apriva al reclutamento dei Dsga nel testo del decreto legge sui vaccini oggi in aula a Palazzo Madama dopo il via libera stanotte della Commissione Salute. Nelle scuole, infatti, sono 1.667 i posti liberi di Dsga che aspettano di essere banditi in un futuro concorso, sul quale nei giorni scorsi dal Miur erano arrivate rassicurazioni ai sindacati proprio alla luce dell'emendamento all'articolo 3 del decreto sull'obbligatorietà dei vaccini. Un testo dall'elaborazione travagliata.

Una prima versione, infatti, prevedeva espressamente «entro il mese di ottobre 2017 un concorso pubblico», «anche in deroga ai requisiti professionali richiesti» per gli assistenti amministrativi che hanno maturato almeno 3 anni di servizio nelle mansioni di Dsga negli ultimi 8 anni. Nella seconda versione scompariva sia l'assunzione per via concorsuale sia il termine entro cui avviare la procedura per il reclutamento. Due modifiche che restano anche nella terza versione del testo e che sono all'origine del parere contrario del Bilancio all'emendamento, che riprende i rilievi già sollevati dal governo proprio sull'opportunità di precisare che la procedura assunzionale «di carattere concorsuale e che venga svolta in tempi congrui per adempiere ai compiti d cui al disegno di legge».

Secondo la relazione tecnica del Miur, infatti, non vi sarebbero oneri aggiuntivi determinati dall'emendamento, tuttavia la ragioneria generale dello Stato ha evidenziato che la deroga a una serie di requisiti professionali per l'accesso alla procedura di reclutamento potrebbe portare a «richieste emulative di altre categorie professionali» con conseguenti «effetti negativi sulla finanza pubblica». Non ci sarebbero problemi di copertura economica invece per altri due emendamenti proposti dalla senatrice dem Francesca Puglisi. Quello che prevede che, nelle more del concorso per i dirigenti scolastici, in ciascuna scuola affidata in reggenza sia esonerato dall'insegnamento un docente individuato dal preside recupererebbe le risorse riducendo di 11,47 milioni per il 2017 e di 22,93 milioni per il 2018 il fondo per la legge 440/1997.

Mentre l'emendamento che incrementa di 10 milioni di euro per l'anno scolastico 2016/17 il fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici potrebbe contare sulla riduzione del Fondo La Buona Scuola che, osserva il vice ministro dell'economia Enrico Morando, «presenta attualmente risorse per 15 milioni di euro». Mentre si chiude questo numero del giornale, la Commissione Salute deve riprendere in seduta notturna l'esame conclusivo del decreto vaccini, rinviato mercoledì dopo la votazione sugli emendamenti all'art. 1. Accantonando, per essere esaminato dalla Commissione Bilancio, l'emendamento che dal 1° gennaio 2018 estende l'obbligo vaccinale anche agli operatori scolastici e sanitari.

Via libera invece alla riduzione a 10 dei vaccini obbligatori: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite ed anti-varicella. A queste vaccinazioni si ne aggiungono altre 4 consigliate, per le quali non sono previste sanzioni: anti-meningococco B, anti-meningococco C, anti-pneumococcica ed anti-rotavirus. Per morbillo, rosolia, parotite e varicella, resta la verifica a tre anni con la possibilità di far cessare l'obbligatorietà. Modifiche anche sulle sanzioni a genitori e tutori segnalati dalla Asl per la mancata vaccinazione dei figli: il tetto massimo scende a 3.500 euro ed è stato cancellato ogni riferimento alla possibilità di perdita della patria potestà. Le vaccinazioni potranno essere somministrate anche in farmacia.

Spaccate le regioni sul decreto vaccini. Il parere favorevole dato ufficialmente dalla Conferenza Unificata, giovedì, vede smarcarsi la Valle d'Aosta contraria e il Veneto che ricorrerà alla Consulta.

Pur dando l'ok al documento, Lombardia e Liguria, se le modifiche sostanziali al decreto proposte dalle regioni «non verranno accolte integralmente», valuteranno «le azioni necessarie ai fini del loro recepimento».