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Educazione civica, corsa contro il tempo per evitare il rinvio al 2020

Il provvedimento approvato ad agosto dal Senato doveva essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro 15 giorni dall’inizio dell’anno scolastico. Ma non è stato così

20/08/2019
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Corriere della sera

Orsola Riva

E’ una delle bandiere del governo giallo-verde. La reintroduzione dell’educazione civica a scuola con tanto di voto in pagella. Un provvedimento di cui mai si è sentita l’urgenza come in questi ultimi tempi nei quali anche il linguaggi politico appare talvolta degradato al di sotto dei livelli minimi di civiltà. Ma ora è corsa contro l’orologio per evitare che la legge licenziata dal Senato il primo agosto con voto quasi unanime (il Pd si è astenuto) non venga rinviata di un anno. Il testo, infatti, prevede che il nuovo insegnamento sia istituito «a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge» e le leggi, in base alla Costituzione, entrano in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma in Gazzetta ancora non ce ne è traccia. Tutto rimandato a settembre del 2020, allora? L’allarme, lanciato nei giorni scorsi da alcune riviste di settore, è stato confermato al Corriere dal Miur. Ma in realtà, secondo il primo firmatario della legge, il leghista Massimiliano Capitanio, «c’è ancora margine per la sua entrata in vigore, purché ci sia la volontà politica. Il momento, certo, non aiuta», soggiunge il deputato. Il provvedimento non ha incontrato obiezioni da parte del Quirinale, dove è giunto subito dopo la sua approvazione. Il presidente Sergio Mattarella dovrebbe firmarlo in queste ore. A questo punto la palla passa a Palazzo Chigi che deve dare l’input all’Istituto Poligrafico dello Stato per la sua pubblicazione. Il tutto però purché si calcoli la decorrenza a partire non dall’inizio dell’anno scolastico - cioè dal 1° settembre - ma dall’effettiva riapertura delle scuole che, a parte la provincia di Bolzano dove si torna in classe il 5 settembre, in tutte le altre regioni oscilla fra il 9 settembre del Piemonte e il 16 della Puglia.

Costo zero

La nuova educazione civica è il frutto di un compromesso politico da cui è uscita notevolmente ridimensionata rispetto alle ambizioni iniziali. Non una materia a se stante, ma 33 ore l’anno su ambiente e Costituzione, cittadinanza digitale e mafia, diritto alla salute, bullismo e cyberbullismo, da ritagliarsi all’interno dell’orario scolastico. Un’ora in più sarebbe costata troppo, mentre un’ora ritagliata a scapito di un’altra materia avrebbe scatenato le proteste dei diretti interessati. Per il momento il suo insegnamento è affidato a più insegnanti «in contitolarità» alle elementari e medie, mentre alle superiori spetta - ove ci siano - ai docenti di discipline economiche e giuridiche entrati in massa nella scuola con le assunzioni fatte da Renzi. Anche se è previsto un monitoraggio ogni due anni, proprio nella prospettiva di poter trasformare l’educazione civica in un’ora a se stante.