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Fedeli: «Al Virgilio fatti preoccupanti, serve fermezza»

L’intervento della ministra sul liceo romano: ripristinare il dialogo. Si prepara l’incontro con gli studenti. Il Consiglio d’istituto: ci sono problemi disciplinari importanti, ma altro è parlare di criminalità e cultura mafiosa. Gi studenti: ora parlino i docenti

21/11/2017
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Corriere della sera

Claudia Voltattorni

ROMA Tornare alla normalità. Che significa «tornare a parlare di scuola», a «confrontarsi», a «ritrovare unità». È quello che chiedono tutti al liceo Virgilio di Roma. Studenti, docenti, genitori. E l’intervento della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli va in quella direzione. Perché forse in via Giulia la situazione è un po’ sfuggita di mano a tutti. E allora, nel primo pomeriggio di ieri, domenica, arrivano le parole della ministra a cercare di riportare la barra al centro. «È urgente — spiega in una nota — ripristinare il dialogo fra le varie componenti della comunità scolastica». Perché «occorre velocemente ricompattare le divisioni e le fratture che si sono create, tornando ad un clima di confronto aperto, nell’interesse di tutte quelle studentesse e quegli studenti che hanno scelto questo storico liceo romano».

Nei giorni scorsi la preside del Virgilio Carla Alfano ha denunciato «un clima mafioso e intimidatorio all’interno della scuola da parte di alcuni studenti, spalleggiati dai genitori». La ministra Fedeli non entra nel merito specifico, ma riconosce che «i fatti emersi in questi giorni sono preoccupanti e meritano i dovuti approfondimenti». Come gli «episodi di spaccio, bombe carta in cortile, video rubati con minorenni coinvolti» che «vanno condannati e affrontati con fermezza». Ma aggiunge pure che «ci sono gli strumenti per prevenirli e sanzionarli, anche in ambito scolastico» e si dice «certa che la comunità educante del Virgilio saprà trovare le modalità per farlo e tutte le istituzioni coinvolte faranno la loro parte per aiutare a fare chiarezza».

Il Consiglio di istituto del liceo sembra rispondere con una lettera-appello alla preside in cui si parla di «aggressione mediatica compiuta anche con la partecipazione della nostra dirigente che ripete una storia che non è la nostra». Scrivono i rappresentanti dei genitori che «nessuno intende negare che nel Virgilio ci siano problemi disciplinari importanti a cui è indispensabile trovare soluzioni e risposte efficaci, altro è parlare di criminalità e cultura mafiosa». Da qui l’invito ai docenti «a raccontare cosa sia il Virgilio», e alla preside di «tornare con i piedi per terra, a occuparci della scuola, dentro la scuola».

Mentre in un post su Facebook, una classe quinta di studenti «che amano il Virgilio nonostante tutto», che «non sono figli di papà e provengono da famiglie molto umili» e che «vedono il Virgilio come un punto di partenza», ribadiscono: «La nostra scuola è molto altro». I ragazzi del Collettivo dicono sì ad un incontro con preside, prof e genitori come chiesto dalla ministra al direttore regionale scolastico Gildo De Angelis: «Vogliamo ricreare un’unità». Ma intanto, il prefetto di Roma Paola Basilone fa sapere che in settimana approfondirà la questione occupazioni scolastiche, «fenomeno che a Roma sembra più esteso rispetto al 2016».