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Francia, arriva l’esame di «maturité», e alle superiori filosofia per tutti

Il ministro dell’Istruzione Blanquer ha presentato la riforma del Bac - «quattro scritti e un grand oral» - e degli studi secondari: francese, lingue, filosofia e sport per tutti.

17/02/2018
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Corriere della sera

Stefano Montefiori

Dal nostro corrispondente
PARIGI Per la prima volta dai tempi di De Gaulle, la Francia ha deciso di riformare l’istruzione superiore e il «Baccalaureat», l’esame che segue l’ultimo anno. La classe di «terminale» potrebbe chiamarsi «classe di maturità», introducendo un concetto preso dall’esame di maturità italiano secondo il desiderio del ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer. Sull’aspetto terminologico si pronuncerà il Consiglio superiore dell’educazione entro un mese, ma l’esigenza di fondo è tracciata: incoraggiare e poi valutare la crescita dello studente e la sua maturità globale, in qualità di cittadino e non solo di adolescente che ha incamerato nozioni. Lo strumento che sottolinea questa impostazione è il nuovo «grand oral».

L’esame di maturità

Oggi è previsto già per i candidati del «bac» tecnologico, che presentano un «orale di progetto». Per gli altri, gli studenti candidati a un «bac» generale, è una novità: tutti dovranno sostenere un esame orale di venti minuti davanti a una commissione di esame di tre persone, presentando un progetto preparato nel corso dell’anno prima in gruppo poi da soli. Circa metà del tempo previsto sarà dedicato alle domande dei commissari, che dovranno valutare la capacità del candidato di uscire dai sentieri tracciati. Il ministro Blanquer propone che questo grande esame orale si chiami «orale di maturità».

I dubbi

Il grande esame orale è da tempo il rito di passaggio più importante nelle grandi scuole dell’eccellenza universitaria francese, da Sciences Po all’Ena. Secondo i detrattori, è così che si attua la «riproduzione sociale», ovvero il fatto che l’appartenenza a una famiglia di una certa classe intellettuale determini il destino culturale e professionale del candidato. L’esame orale richiede dimestichezza con la retorica e con una facilità di linguaggio che si acquisisce nelle famiglie più colte. È considerato «l’esame della borghesia», con i suoi codici e i trucchi riservati agli iniziati. Introdurlo anche al «bac» comporta il rischio di privilegiare gli allievi delle classi sociali privilegiate. Al contrario, secondo il ministro, tutti gli allievi devono essere messi nelle condizioni di superarlo, e la scuola è chiamata proprio a superare questa differenza, in modo che non si ripresenti in modo discriminatorio in seguito. «Essere in grado di esprimersi in un buon francese, chiaro e argomentato, è una competenza importante per la vita professionale», dice il ministro. Compito della scuola è dare a tutti questa competenza e «durante gli anni del liceo il sistema sarà orientato a fornirla».

Non solo scientifico

L’altra novità importante della riforma del liceo e del baccalauréat è la fine degli indirizzi classici S (scientifico), ES (economico e sociale) e L (letterario), e quindi del tradizionale strapotere - almeno in termini di prestigio - del primo, quello scientifico. Al loro posto, un insegnamento comune a tutti di francese, filosofia, storia e geografia, due lingue, sport e la nuova disciplina «scienze umane digitali e scientifiche» che affronterà i temi della bioetica e della transizione energetica. Accanto a questi insegnamenti comuni, gli allievi dovranno poi scegliere tre e poi due specializzazioni. L’idea è un po’ quella di un liceo alla carta, con molta varietà di indirizzi e di materie, contrapposta alla vecchia supremazia dell’indirizzo scientifico. Materie umanistiche. L’ispirazione di fondo della riforma sembra essere quella di fornire a tutti una base importante di cultura generale, in modo da formare allievi pronti ad affrontare l’università o il mondo del lavoro ma soprattutto la vita in società come cittadini. «La filosofia diventa la materia comune a tutti per eccellenza», ha detto il ministro Blanquer in conferenza stampa facendo riferimento allo spirito dei Lumi. Le prove finali del Bac conteranno per il 60% del voto finale. L’altro 40% dipenderà dalle valutazioni precedenti, ottenute nel corso dell’anno scolastico.