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futuro ha un cuore antico

Il Giorno futuro ha un cuore antico "Che vuol ch'io faccia del suo latinorum", dice Renzo a Don Abbondio nei Promessi Sposi. Già, che se ne faceva il povero figlio di un tessitore di quelle ...

28/10/2001
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Il Giorno
futuro ha un cuore antico

"Che vuol ch'io faccia del suo latinorum", dice Renzo a Don Abbondio nei Promessi Sposi. Già, che se ne faceva il povero figlio di un tessitore di quelle frasi in una lingua astrusa, che il vecchio parroco gli somministrava per addolcire il "no" alle nozze con Lucia?
Oggi Renzo non avrebbe questi problemi. Un po' perché forse nemmeno i preti parlano più il latino. E soprattutto perché lui non capirebbe di che lingua si tratta. Mai vista, né sentita. Tanto abbiamo fatto nella distruzione della nostra istruzione, che dobbiamo prenderci una (gradita) lezione sul valore delle nostre radici linguistiche dal ministro della cultura francese. Lang rivaluta il greco e il latino nelle scuole d'Oltralpe. Esattamente quello che non è avvenuto in Italia, dove gli ultimi progetti azzeravano qualunque rilancio, annacquando tutto in una eterna elementare, e in un liceo simile a un brodo allungato. Non a caso, quando a settembre il ministro Moratti parlò di rilancio del classico, un vasto mondo progressista alternò stupore ad allarme per il ritorno al passato e l'evidente progetto di restaurazione.
In realtà, come Lang ha capito, il problema non è eliminare l'informatica e l'inglese per studiare Senofonte o Marziale: è semplicemente offrire ai giovani gli strumenti per capire le nostre origini culturali e linguistiche, in modo da decifrare in modo corretto anche il mondo moderno. In Francia, il latino è stato reintrodotto anche nello scientifico. In Italia qualcuno vorrebbe abolire il classico. A noi basterebbe che un qualche Renzo, un giorno, capisse almeno un po' di "latinorum".
di Gabriele Canè