Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » I maestri e la beffa dei trasferimenti. La Calabria batte il Friuli 79 a 0

I maestri e la beffa dei trasferimenti. La Calabria batte il Friuli 79 a 0

Uno squilibrio folle. Che dilaga in tutto il Sud danneggiando colleghi che in graduatoria erano davanti ai furbetti.

03/07/2017
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Gian Antonio Stella

Calabria batte Friuli 79 a 0. La gara per l’abuso della legge 104 sulla precedenza ai docenti che dichiarano un disabile a carico fa segnare un risultato più rotondo del mitico match Australia-Samoa 32-0. Uno squilibrio folle. Che dilaga in tutto il Sud danneggiando colleghi che in graduatoria erano davanti ai furbetti. Ma ancor più insopportabile è che questa prepotenza, anche se smascherata, non sia repressa con l’unica sanzione vera: il trasferimento degli imbroglioni lì dove stavano.

La conferma dell’andazzo, denunciato più volte da una associazione di insegnanti bidonati di Agrigento e lì accertato dalla magistratura, arriva da un’elaborazione di Tuttoscuola dei dati ministeriali sui trasferimenti interprovinciali di docenti della «primaria» (le medie e le superiori arriveranno più avanti) per il prossimo anno scolastico. Il tutto dopo un’interrogazione del leghista Paolo Grimoldi sulla voce che 530 insegnanti su 1.000 avessero ottenuto «il trasferimento al Sud grazie a quanto previsto dalla legge 104 sulla tutela dei disabili». Notizia approssimativa sui numeri, non sulla sostanza.

Premessa: nessuno ma proprio nessuno ha contestato mai il principio di quella legge del ‘92 che prevede nei trasferimenti degli insegnanti un diritto di precedenza a favore di quanti documentano la propria disabilità o la necessità di fornire «assistenza al coniuge, ed al figlio con disabilità; assistenza da parte del figlio referente unico al genitore con disabilità; assistenza da parte di chi esercita la tutela legale». Un ventaglio ampio ma non generico: non prevede comunque, come ricorda la rivista di Giovanni Vinciguerra, la precedenza per «l’assistenza ad altri familiari disabili». Giusto così.

Il guaio è che dopo le denunce di Dorenzo Navarra, un insegnante di Sciacca che aveva creato l’Associazione Insegnanti in Movimento perché furente contro l’eccesso di trasferimenti concessi con la motivazione di quella legge sacrosanta, i giudici avevano accertato con l’inchiesta «La carica dei 104», che in effetti uno su quattro dei docenti «premiati» col trasloco ad Agrigento da Cuneo, Rovigo o Vipiteno, aveva ottenuto quello spostamento dichiarando il falso.

I numeri noti, però, si limitavano finora all’area girgentina. Tuttoscuola conferma: l’uso corretto e insieme quello scorretto della legge del ‘92 incidono sul 72,6% dei trasferimenti interprovinciali nelle «primarie» siciliane. Con punte dell’81,5% a Palermo, dell’83,3% a Trapani, del 100% a Agrigento e a Enna. Cento percento! Numeri appena appena ridotti al di là dello Stretto, con l’87,5 in provincia di Vibo Valentia e del 97,1% a Cosenza.

Sia chiaro: vivere nel Mezzogiorno, per chi deve farsi carico di una persona non autosufficiente, è molto più complicato che vivere al Nord. I presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, usati principalmente come spiega l’Istat «da anziani e non autosufficienti», sono squilibrati in modo agghiacciante: «l’offerta raggiunge i più alti livelli nelle regioni del Nord, dove si concentra il 66% dei posti letto complessivi (9 ogni 1.000 residenti) e tocca i valori minimi nel Sud con il 10% dei posti letto (solo 3 posti letto ogni 1.000)».

Le regioni settentrionali, prosegue l’istituto di statistica, «dispongono anche della quota più alta di posti letto a carattere socio-sanitario, con 7 posti letto ogni 1.000 residenti, contro un valore di 2 posti letto nelle regioni del Sud». In valori assoluti: 243.320 letti nel Nord, 38.129 nel Sud, 30.919 nelle isole. Per non dire degli altri servizi d’assistenza e collaborazione: la battaglia dei giovani disabili palermitani che sono riusciti a mobilitare Pif, Fiorello, Jovanotti e altri dice tutto. Non c’è proprio paragone, tra chi ha certi problemi gravi nel Sud o nel Nord. E sarebbe ingiusto non tenerne conto.

Detto questo, l’uso sistematico del raggiro della legge da parte di molti furbetti, com’è emerso dalle inchieste e dalle stesse denunce (rare: e mai seguite da gesti di rottura) di qualche sindacato, grida vendetta a Dio. Perché va «a scapito di docenti settentrionali»? No, risponde Vinciguerra: se pure si accertassero abusi, questi non farebbero danni ai docenti del Nord perché comunque, «su quei posti sarebbero stati trasferiti altri docenti meridionali senza 104». Ma è proprio qui la vergogna. Gli imbroglioni non vendicano neppure ipotetiche ingiustizie ministeriali o padane: profanano i diritti di chi è come loro ma rispetta la legge.

I numeri non lasciano dubbi: su 2.902 trasferimenti interprovinciali per l’anno 2017/2018 nella scuola primaria, solo 7 son dovuti alla precedenza data dalla «104» in tutto il Nord Ovest, 5 in tutto il Nord Est, 48 nel Centro e 564 nel Centro-Sud. Le quote regionali confermano: 0,0% di spostati grazie alla 104 in Friuli, 0,7% in Veneto, 0,9% in Piemonte e nelle Marche, 1,0% in Toscana, 1,2% in Lombardia, 1,5% in Emilia-Romagna… Sul versante opposto: 35,0% in Molise, 37,2% in Puglia, 66,6% in Campania, 72,9% in Sicilia e infine quel sonante 79,5% in Calabria. A dispetto di tutte le polemiche e le inchieste: tutto come prima.

Ciò che più insulta chi è stato sorpassato nelle graduatorie, però, è che anche i furbetti cui è stato revocato il trasferimento ottenuto con l’imbroglio non sono stati tuttavia rimandati dove stavano. Lo spiegò mesi fa su «La Sicilia» il provveditore di Agrigento Raffaele Zarbo: «Non c’è alcuna norma che costringa a revocare il trasferimento ottenuto grazie alla precedenza suddetta, nel caso in cui la stessa venga revocata dopo il medesimo trasferimento». E Ignazio Fonzo, uno dei magistrati più impegnati a smascherare gli imbroglioni, conferma: «Già il rimpatrio là dove chi ha fatto il furbo stava, per me, è poco. Che razza di esempio dà un professore che imbroglia? Lo rimettiamo in cattedra a insegnare? Cosa insegna agli studenti: “furbizia applicata”? Ma queste sono le regole. Se non le cambiano noi giudici possiamo soltanto fare solo ciò che dice la legge. Fine. A volte “ammuttamu u fumu co a stang’”, spostiamo il fumo col bastone…».