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Il Manifesto-Cofferati: no alla scuola Moratti

Cofferati: no alla scuola Moratti RIFORMA Per il leader della Cgil il progetto del ministro privilegia l'istruzione privata IAIA VANTAGGIATO - ROMA Un giudizio durissimo quello espresso i...

06/12/2001
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il manifesto

Cofferati: no alla scuola Moratti
RIFORMA Per il leader della Cgil il progetto del ministro privilegia l'istruzione privata
IAIA VANTAGGIATO - ROMA

Un giudizio durissimo quello espresso ieri da Sergio Cofferati sulla riforma Moratti definita - senza mezzi termini - contraddittoria e per molti versi negativa. Nonché pensata, ha dichiarato da Livorno dove si trovava per una assemblea sindacale il leader della Cgil, "per dare vantaggi alla scuola privata a detrimento della scuola pubblica". Proposte ottocentesche - rincara Marco Rizzo, capogruppo del Pdci alla camera - che rientrerebbero in un disegno di smantellamento brutale della scuola pubblica: "chi ha soldi studia, gli altri si arrangino".
Accuse gratuite ribatte Fabio Garagnani, capogruppo di Fi in commissione cultura alla camera e ideatore di uno spionistico "telefono azzurro" che raccoglie denunce di malascuola. Cofferati e Rizzo non avrebbero letto a fondo, bacchetta l'onorevole forzitaliota, le proposte di riforma avanzate dalla commissione Bertagna, proposte che non registrerebbero alcun intervento del governo a favore della scuola privata.
Secondo Garagnani, dunque, la scuola pubblica non verrebbe assolutamente penalizzata da una riforma che prevede il taglio drastico delle ore di lezione da 12.700 a 9.900 per l'intero ciclo scolastico (cioé dalla prima elementare sino alle superiori), la cancellazione del tempo pieno alle elementari, la sparizione del modulo - attualmente in vigore sempre per le elementari - di tre docenti ogni due classi, la riduzione da cinque a quattro anni per tutti gli indirizzi delle superiori e l'obbligo da parte degli studenti di decidere al termine del terzo biennio (corrispondente agli 11 anni di età) se proseguire a 14 anni con i licei, gli istituti tecnici o la formazione professionale.
Le conseguenze? Sin troppo facili da immaginare: a spasso resteranno decine di migliaia di insegnanti in sovrannumero; le 546 mila famiglie che in Italia, attualmente, scelgono il tempo pieno saranno costrette a pagare per mantenere le 40 ore settimanali pomeridiane; si creeranno, di fatto, due canali separati tra avviamento professionale e istruzione. In una parola, si affermerà una idea di scuola legata al reddito.
La bozza di riforma Bertagna - che rappresenterà la base di discussione per gli Stati generali dell'istruzione voluti da Moratti che si svolgeranno il 19 e 20 dicembre - era già stata ampiamente criticata dai sindacati martedì scorso durante la presentazione al ministero di viale Trastevere. Fatta eccezione per l'ormai scontato possibilismo dello Snals e per le altrettante scontate e caute "preoccupazioni" della Uil, chiare erano state le posizioni espresse da Cgil e Cisl: "La scuola ne esce penalizzata - aveva dichiarato per la Cisl Francesco Scrinna - sia nel suo percorso complessivo che nell'offerta formativa". "Un ritorno al passato", secondo il segretario generale della Cgil scuola Enrico Panini che ha annunciato per il 19 dicembre una giornata di mobilitazione in tutte le regioni.
Pronta la risposta di Piero Bernocchi, leader dei Cobas, che alla Cgil chiede maggiore coerenza: "Cofferati attacca Moratti: e nella nostra battaglia contro la ministra della scuola-azienda e della scuola-parrocchia chiunque si opponga alla Letizia della Confindustria e del Vaticano è benvenuto. Ma allora perché il 14, giorno dello sciopero generale del pubblico impiego indetto per l'intera giornata sia dai confederali sia dai Cobas, la Cgil scuola sciopera una sola ora non raccogliendo il nostro appello a manifestare insieme?". Appello che Bernocchi coglie l'occasione di rinnovare proprio mentre Cgil, Cisl e Uil confermano lo sciopero di un'ora del personale della scuola proclamato per il 14 dicembre all'interno della più generale mobilitazione del pubbligo impiego.