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Il Manifesto-I privati della musica

I privati della musica Si chiama Save The Music e si batte per la musica nella scuole pubbliche Usa FRANCESCO ADINOLFI Si chiama VH1 ed è la rete musicale "adulta" via cavo del gruppo Mt...

02/01/2002
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il manifesto

I privati della musica
Si chiama Save The Music e si batte per la musica nella scuole pubbliche Usa
FRANCESCO ADINOLFI

Si chiama VH1 ed è la rete musicale "adulta" via cavo del gruppo Mtv. Trasmette preferibilmente video anni '70-'80 e conta, tra i veejay, anche King, quello di Love and Pride, un mega hit passato alla storia del pop inglese. Quello degli anfibi Doc Martens spruzzati di vernice coloratissima. Un tempo era tra i volti noti di Mtv poi l'hanno sbolognato a Vh1. E lui c'è andato, ormai anagraficamente "stagionato", pronto per una emittente che ha di proposito scelto la linea "adult".
VH1, però, non è solo musica. E' anche una iniziativa no-profit che dal 1997 fa proseliti e che rimanda alla questione della scuola pubblica, piatto tristemente forte anche e soprattutto nel nostro paese. Negli Usa la Save the Music Foundation, appunto l'iniziativa di VH1, si propone due obiettivi: ripristinare i programmi di educazione musicale nelle scuole pubbliche ed evidenziare l'impatto positivo che la musica può avere sugli studenti.
A tal proposito la fondazione acquista strumenti musicali nuovi che passa a quelle scuole i cui corsi di musica sono stati eliminati per assenza di budget o che sono in procinto di essere tagliati a causa della mancanza di strumenti veri e propri: le chitarre, i bassi ecc. Una volta selezionate le città più bisognose Save The Music avvia collaborazioni con reti televisive, organi di informazione e amministratori. Per beneficiare del "trattamento" della fondazione le istituzioni scolastiche locali devono inserire corsi quotidiani di musica affidati ad insegnanti qualificati.
Da sempre Save si affida a campagne di sensibilizzazione pubblica, a corsi di musica e soprattutto a vere e proprie aste-evento (con i partecipanti registrati on-line su eBay.com) in cui vengono venduti strumenti autografati dalle maggiori rockstar o appartenuti agli stessi artisti. I proventi delle aste vanno tutti alla Save The Music che dal '97 ha donato a 750 scuole pubbliche di 70 città statunitensi strumenti musicali per un valore di 17 milioni di dollari.
L'idea è genialmente americana e funziona. Ad esempio una chitarra acustica Yamaha firmata, tra gli altri, da Ray Charles, Kim Carnes e James Ingram, è stata venduta a 512 dollari. Una chitarra elettrica color nero Gibson Epiphone autografata dagli Aerosmith al completo è andata via per 900 dollari e così un disegno realizzato da Moby, incorniciato e firmato dall'artista stesso.
Un basso Fender autografato da Sting si è, invece, venduto per 2.535 dollari, mentre un'armonica a bocca appartenuta a Mick Jagger e da lui autografata è stata acquistata per 2901 dollari. E ancora un poster autografato da Jennifer Lopez a 203 dollari, cd firmati da Paul McCartney, Mary J. Blige, Backstreet Boys ecc.; fotografie, litografie dei Pink Floyd, un libro firmato da Lenny Kravitz, programmi di tour e quant'altro. A suo tempo lo stesso Bill Clinton aveva riconosciuto l'utilità della fondazione affermando che "l'apprendimento migliora in quelle scuole dove esistono efficaci programmi musicali".
Affermazione che se da un lato evidenzia l'utilità di un "privato evoluto" come Save The Music, dall'altro la dice lunga sulle condizioni della scuola pubblica negli Usa. Cosa che ben si lega a considerazioni più italiane dove nelle nostre classi di musica spesso gli strumenti possono solo immaginarseli.
Non solo: la riforma Moratti lascia immaginare che le ore di musica nella scuola pubblica saranno gestite esternamente - da privati? - e questo abbinato ai continui tagli finanziari lascia presagire tempi durissimi per i neo-Vasco Rossi o Bocelli nostrani. Da un lato perché dovrebbe essere lo stato a garantire un'istruzione musicale efficace e uguale per tutti, dall'altro perché le difficoltà economiche delle scuole pubbliche - ormai autonome e quindi sempre più indirizzate verso l'intercettazione di capitali privati - potrebbero andare a scapito di insegnamenti di qualità (altro che Save The Music) o addirittura rendere del tutto superflui i corsi di musica. Negli Usa, intanto, Save The Music raccoglie meriti e premi: dall'Emmy Award dell'Academy of Television Arts ' Sciences al George Foster Peabody Award. E proprio di recente la fondazione ha reso nota una ricerca secondo cui l'educazione musicale sviluppa le capacità critiche e cognitive degli studenti, rendendo più facile l'accesso alle scuole superiori e alla università. Ultimo obiettivo della Save: ripristinare nei prossimi 10 anni programmi di educazione musicale che coinvolgano non meno di un milione di ragazzi. Proprio quello che succederà nella nostra scuola pubblica futura.