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Il Manifesto-Regali da rendere al mittente

DIVINO Regali da rendere al mittente FILIPPO GENTILONI Il governo Berlusconi si appresta a portare un bel pacco di regali, il prossimo Natale, a Gesù Bambino. Alcuni già realizzati, alt...

03/12/2001
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il manifesto

DIVINO
Regali da rendere al mittente
FILIPPO GENTILONI

Il governo Berlusconi si appresta a portare un bel pacco di regali, il prossimo Natale, a Gesù Bambino. Alcuni già realizzati, altri promessi. Alcuni diretti, chiaramente etichettati, altri indiretti, ma cospicui. Alcuni partono proprio da Palazzo Chigi, altri dai palazzi contigui, dipendenti e alleati. Il Vaticano, ringrazia e benedice. Ma proprio in nome di Gesù Bambino? Converrebbe discuterne. Ecco un elenco dei regali, certamente incompleto. Due i principali ambiti, vicini l'uno all'altro, la scuola e la famiglia. Per il primo, ha provveduto Letizia Moratti. Il ruolo ai professori di religione cattolica: un regalo a lungo atteso, molto desiderato oltre Tevere, molto importante soprattutto per accontentare buona parte del clero, bisognoso di stipendio e sicura sistemazione. L'altro regalo riguarda la scuola privata, guardata - e sovvenzionata - con sempre maggiore simpatia e ricoperta di sempre maggiori privilegi. La scuola statale sarebbe ancora in odore di ateismo e di laicismo.
Accanto e insieme alla scuola, la famiglia. Il governo combatte decisamente le coppie di fatto (è bene dimenticare quante siedano nei banchi stessi del governo), i diritti dei gay e così via. Alcune regioni - il Lazio in testa - si apprestano addirittura a dichiarare gli embrioni umani persone giuridiche. Aiuti alle nascite, sempre se regolari. Gli aborti sempre più difficili, e pazienza se quelli clandestini ricominceranno a salire.
Questi, e altri, i regali "diretti". Sullo sfondo, quelli indiretti. Si moltiplicano gli omaggi alla iniziativa privata, meglio se cattolica, ma non soltanto. Si pensi a San Patrignano, a cui è affidata la vera leadership nella lotta alla droga, mentre le iniziative statali possono aspettare invano sovvenzioni e stimoli. Più società e meno stato: così declama da anni Comunione e liberazione, ricordando che "società" nel nostro paese equivale a mondo cattolico. Al di fuori di questo mondo, di società non ce n'è molta.
Regali importanti, dunque. Ma fanno riflettere, per almeno due ragioni. La prima è storica. Non si può dimenticare la forte opposizione cattolica al mondo e alla cultura liberale. Il mercato liberale non è certo benedetto ma guardato con sospetto. Storia di ieri, quando la condanna era sempre bifronte: il cattolicesimo condannava insieme la soluzione comunista e quella liberale, cercando di posizionarsi al centro (la famosa dottrina sociale della chiesa). Tutto dimenticato? La fine del comunismo ha comportato il trionfo del liberismo e anche la sua benedizione?
La seconda ragione di perplessità è interna allo stesso cattolicesimo, dove non mancano le posizioni contrarie alle attuali benedizioni. Sono molte e forti: basti pensare a tutto l'impegno cattolico nel volontariato a favore dei più bisognosi. Una priorità che per molti cattolici viene ben prima di quelle per la scuola o per gli embrioni. Benedire i regali di Berlusconi significa aprire una spaccatura all'interno del cattolicesimo. Aprire: meglio, allargare una spaccatura già esistente e già profonda. Basterebbe pensare ai cattolici presenti nel movimento no global: gruppi, associazioni, comunità. Certamente non favorevoli a quella libertà di mercato che Berlusconi offre al Vaticano e che piace tanto alla Confindustria.
Non credo che Gesù Bambino possa essere soddisfatto di regali che conducono inesorabilmente a dividere un mondo cattolico che è già fortemente diviso per altri motivi, ad esempio per la partecipazione alla guerra in Afghanistan. Si va verso un cattolicesimo spaccato in due, come, d'altronde, è spaccato in due tutto il paese.