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Il Manifesto-Scuola, delega in vista

Scuola, delega in vista Moratti: "Il progetto di riforma va mantenuto. Con qualsiasi strumento legislativo" IAIA VANTAGGIATO - ROMA Letizia Moratti accelera sulla riforma della scuola e f...

17/01/2002
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il manifesto

Scuola, delega in vista
Moratti: "Il progetto di riforma va mantenuto. Con qualsiasi strumento legislativo"
IAIA VANTAGGIATO - ROMA

Letizia Moratti accelera sulla riforma della scuola e forza la sua stessa maggioranza verso una legge delega. Dietro tanta fretta, forse, la sua imminente candidatura a presidente della Rai. Una nomina fortemente caldeggiata dagli stessi presidenti di camera e senato, Pera e Casini, ma alla quale - va detto - lei sembra resistere.
Intanto la riforma va avanti e la copertura finanziaria per quest'anno, nonostante le obiezioni di Tremonti, sembra assicurata. "L'impianto del progetto deve essere mantenuto - ha dichiarato ieri Moratti da Sanremo dove è intervenuta al X congresso della Uil scuola - quale che sia lo strumento adottato". E il più probabile per accelerare i tempi sarebbe proprio quello della legge delega; uno strumento legislativo che consentirebbe di sottoporre al dibattito parlamentare soltanto la legge quadro di riforma della scuola e di ridurne quindi al minimo i tempi di attuazione.
Moratti, del resto, prospetta come possibile la riapertura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico il cui termine era già stato fissato al 20 gennaio. Riaprire le iscrizioni vorrebbe dire rimettere in moto in tempi brevissimi l'intera macchina organizzativa del sistema scolastico. Compreso l'organico alla cui definizione si sarebbe dovuti arrivare - secondo quanto affermato dalla stessa Moratti - entro e non oltre il 31 luglio. A seguire l'iter canonico - consiglio dei ministri, incontro con la conferenza stato-regioni, dibattito parlamentare - non si farebbe in tempo. L'unico escamatage resterebbe dunque la legge delega. "E' assurdo - commenta Alba Sasso - che Moratti pretenda di lasciare le famiglie nell'incertezza. In un mese non si vara una riforma, al massimo si definisce un quadro ma non programmi, curricula, organizzazione".
Il progetto di riforma Moratti - solo venerdì scorso - era stato bloccato proprio in consiglio dei ministri dall'opposizione di Lega, An, Ccd-Cdu. Cosa è cambiato nel frattempo per indurre Moratti a tanto ottimismo? Poco, si direbbe. Nessun incontro formale, neppure quello - preannunciato - con la conferenza stato-regioni. Una semplice questione procedurale, assicura il portavoce del ministero, e confermano gli stessi rappresentanti della conferenza delle regioni.
Intanto la riapertura delle iscrizioni consentirebbe l'ingresso in prima elementare già ai bambini di cinque anni e mezzo e a partire dal prossimo anno. Una possibilità - insiste Moratti - che risponde a una forte richiesta sociale. E mentre glissa sulle polemiche apertesi in consiglio dei ministri, si dimostra cauta sulla devolution: per ora alle regioni resterà la competenza su tutta l'istruzione professionale ma il processo che consentirà loro la legislazione esclusiva su l'intero sistema scolastico deve essere graduale. Quanto alla tanta auspicata valorizzazione degli insegnanti, Moratti annuncia - per fine gennaio - l'apertura di un tavolo di trattative per il rinnovo del contratto dei docenti. Ma assai poco gratificante appare, per la verità, la proposta dell'introduzione di buoni pasto. E beffarda la motivazione: "Condividiamo la vostra ricchiesta - commenta Moratti rivolgendosi agli insegnanti riuniti a Sanremo - considerandola una giusta e legittima aspettativa".
Moratti ha infine illustrato i quattro punti cardini della sua riforma: unitarietà, continuità, flessibilità, mobilità. E da Cernobbio - dove si trovava per il congresso della Cgil Lombarda - Cofferati le ha risposto: "Quello portato alla scuola pubblica è un vero attacco da parte del governo. Ci sono funzioni dello stato che non possono essere messe in discussione e il sistema scolastico è una di queste".
Al carattere nazionale dell'istruzione, agli investimenti per una scuola pubblica che riguarda il 93% degli studenti e alla certezza della tutela contrattuale ha fatto appello anche il segretario della Uil scuola Massimo Di Menna.