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Il Mattino - La protesta dei docenti

LA PROTESTA DEI DOCENTI ELENA ROMANAZZI I tentativi del ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti per ricucire lo strappo con gli insegnanti sono andati a vuoto. La lettera aperta inviat...

12/11/2001
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Il Mattino

LA PROTESTA
DEI DOCENTI
ELENA ROMANAZZI
I tentativi del ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti per ricucire lo strappo con gli insegnanti sono andati a vuoto. La lettera aperta inviata a tutti i docenti non ha sortito l'effetto di far rientrare uno sciopero proclamato per oggi che paralizzerà la scuola. A scendere in piazza - sono state organizzate diverse manifestazioni a carattere regionale e provinciale - sono gli insegnanti della Cgil, della Gilda, gli Unicobas e i Cub che incroceranno le braccia per l'intera giornata. Cisl e Uil invece hanno scelto una strada diversa: si fermano solo per un'ora e per motivi diversi.
No alla Finanziaria
Ad agitare gli animi degli insegnanti è stata la Finanziaria, un articolo in particolare, il 13, approvato la scorsa settimana. Pur essendo stato modificato dopo lunghe ed estenuanti trattative, gli aggiustamenti effettuati non hanno convinto i sindacati. L'articolo 13 prevede che il calcolo dei docenti necessari venga effettuato sulla base degli alunni iscritti e non più considerando anche le classi già formate. Un cambiamento che comporta un sostanziale taglio (le definiscono "economie" al ministero) di cattedre. Si allunga inoltre l'orario di lavoro: dalle 18 ore si arriva a 24, uno straordinario che da obbligatorio che doveva essere è diventato facoltativo. Novità anche per i supplenti: in caso di assenza di un professore, questo verrà sostituito solo dopo 15 giorni da un supplente, nel frattempo i docenti, indipendentemente dalla materia di insegnamento faranno la sostituzione. In ultimo le commissioni d'esame di maturità: quest'anno i commissari d'esame saranno tutti interni, pagati ma interni, ad eccezione dei presidenti che non potranno però presiedere più di tre commissioni.
I sindacati
I confederali, sullo sciopero, si sono spaccati. La Cgil scuola guidata da Enrico Panini, a differenza di Cisl e Uil, non ha ritenuto sufficienti le modifiche apportate. Quello che manca - spiega Enrico Panini - sono le risorse ed un adeguato piano di investimenti. "La Finanziaria 2002 - spiega Panini - prevede un taglio di 2.000 miliardi e nessun investimento di risorse nuove per la scuola. In questo modo si confina il rapporto fra spesa per la scuola e prodotto interno lordo nel nostro Paese agli ultimi posti in Europa". Cisl e Uil invece viaggiano su un'altra lunghezza d'onda e lo sciopero deciso oggi rientra nell'ambito delle proteste nel pubblico impiego per il mancato recupero del differenziale tra inflazione programmata e inflazione reale. Anche la Gilda lamenta la mancanza di risorse. Spiega il coordinatore nazionale Alessandro Ameli: "Nella scuola si deve avviare una politica di investimenti a tutto campo che inverta la decennale tendenza ai tagli e ai risparmi. In Finanziaria devono essere inserite maggiori risorse per il contratto degli insegnanti e per adeguare gli stipendi, come era stato promesso, a quelli europei. Ci vogliono impegni concreti e ci auguriamo che il ministro Moratti al tavolo convocato per il 28 novembre si presenti con questi e non con un pacchetto di buone intenzioni per gli insegnanti". Per gli aderenti agli Unicobas guidati da Stefano D'Errico è il secondo sciopero: chiedono la modifica sostanziale della Finanziaria, la creazione di un ordine dei docenti, l'eliminazione della commissione per la stesura del codice deontologico. Oggi davanti al ministero della Pubblica istruzione ci saranno gli insegnati della Cgil, degli Unicobas e i Cub. A Milano al Teatro di Porta Romana si riuniscono i docenti della Gilda (ci sarà il coordinatore Ameli), altre manifestazioni sono previste a Venezia e a Firenze.
Commissioni
Il ministro Moratti in questi mesi ha istituito diverse commissioni: una per la parità scolastica, una per la stesura di un codice deontologico, una per la sburocratizzazione nella scuola, una per la revisione dell'esame di maturità, una per modificare la riforma dei cicli. Tante commissione per una grande rivoluzione. "Forse troppe - sottolinea Alessandro Ameli della Gilda - danno l'impressione che ci sia una grande approssimazione e che manchi un progetto unico per la scuola".