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Il Mattino-Pressing della maggioranza sul ministro.

Pressing della maggioranza sul ministro. Verso una modifica del progetto Bertagna ELENA ROMANAZZI I responsabili scuola della maggioranza si sono riuniti ieri al ministero della Pubblica Istruzio...

09/01/2002
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Il Mattino

Pressing della maggioranza sul ministro. Verso una modifica del progetto Bertagna

ELENA ROMANAZZI
I responsabili scuola della maggioranza si sono riuniti ieri al ministero della Pubblica Istruzione con Letizia Moratti e con tutto lo staff al completo per affrontare i nodi della riforma Bertagna. Una riunione fiume dai toni accesi. I quattro rappresentanti delle forze politiche che sostengono il governo - Valditara per An, Mauro per Fi, Fumagalli per la Lega e Brocca per il Ccd-Cdu - hanno ottenuto alcune rassicurazioni: il liceo resterà a cinque anni; la prima elementare comincerà a 5 anni nella scuola pubblica su richiesta dei genitori; le medie avranno una diversa caratterizzazione; il credito di un anno per chi frequenta la materna sparisce. Restano i bienni e il doppio canale.
Nessuna rivoluzione
I quattro responsabili del settore scuola dei partiti della maggioranza hanno seguito con attenzione l'evolversi della discussione sulla riforma dei cicli. E due giorni fa, prima di incontrarsi con il ministro della Pubblica Istruzione, hanno delineato quali a loro avviso devono essere i punti da salvare della proposta Bertagna e su quali l'appoggio sarà pieno. Il vertice a quattro si è tenuto a Milano: su una questione c'è stata una piena sintonia su un punto in particolare che nessuno vuole una vera rivoluzione della scuola perché - è filtrato dal prevertice - ci sono degli aspetti dell'attuale istruzione che vanno salvati e potenziati, altri invece che devono essere modificati.
I paletti della maggioranza
La durata attuale dei licei non si deve toccare. È questo uno dei paletti posti nel corso del vertice che si è tenuto fino a tarda sera al ministero della Pubblica Istruzione. E anche se l'indicazione che viene dall'Europa è quella di finire il percorso d'istruzione un anno prima, a diciotto anni, come indicato nella riforma Bertagna, ci sono comunque delle eccezioni in altri Paesi dell'Ue. Quattro i licei che devono essere tenuti in considerazione: il classico, lo scientifico, l'artistico e il tecnologico. Quest'ultimo deve essere caratterizzato da degli stage aziendali e deve avere per chi prosegue gli studi un forte aggancio con il mondo universitario. Secondo paletto i bienni. La divisione fatta dalla commissione non piace. Ma il ministro sarebbe stato irremovibile sul mantenimento del biennio, garantendo però un potenziamento della scuola media, richiesta, questa, fatta espressamente dai responsabili del settore dei partiti della maggioranza. Terzo: la riduzione a 25 ore dell'orario scolastico, rimandando alcune discipline ai laboratori pomeridiani, creerebbe confusione. Su un punto c'è stato pieno accordo, quello del doppio canale per la scuola secondaria di II grado, che contempla la formazione professionale gestita dalle Regioni.
I tempi
Una riforma così snella rispetto a quella presentata dal comitato ristretto presieduto dal pedagogista Giuseppe Bertagna, potrebbe partire già dal prossimo anno scolastico, sempre che si arrivi alla stesura di un disegno di legge che soddisfi tutte le parti così da evitare un muro di sbarramento nel passaggio parlamentare. Il ministro della Pubblica Istruzione già nel giorno conclusivo degli Stati generali aveva fissato la data di settembre come partenza della rivoluzione ed aveva avuto alla proposta l'appoggio pieno del presidente del Consiglio.
Le scadenze
La partita per il rinnovo del contratto dei docenti si deve ancora aprire e i sindacati già sono pronti a dare battaglia. All'Aran intanto si cerca di chiudere in maniera definitiva il contratto dei presidi. I sindacati sono stati convocati per domani. I Confedarali hanno già proclamato lo sciopero per l'11 gennaio e Fedele Ricciato dello Snals ha comunicato ieri che, qualora la convocazione non porti alla chiusura del contratto dei dirigenti, si associerà allo sciopero.