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Il Nuovo - La Moratti rifa i conti in tasca alla riforma della scuola

La Moratti rifa i conti in tasca alla riforma della scuola Il ministro dà incarico di riscrivere la tabelle sul costo degli insegnanti di lingue: Tremonti aveva visto giusto sui costi eccessivi....

15/01/2002
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Il Nuovo

La Moratti rifa i conti in tasca alla riforma della scuola

Il ministro dà incarico di riscrivere la tabelle sul costo degli insegnanti di lingue: Tremonti aveva visto giusto sui costi eccessivi. Si procederà per delega: al Parlamento la correzione dei capitoli contestati.
di Alberico Giostra
ROMA - Il ministro Moratti sta facendo riformulare le schede finanziarie del disegno di legge bloccato la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, mentre sembra ormai certo che la sua riforma prenderà la strada della legge delega. Grazie a questo strumento legislativo infatti si cercherà di rimediare in itinere alle distorsioni tecniche create dalla reintroduzione del quinto anno di liceo.

Nell'articolo del disegno di legge con cui si riporta a cinque anni la durata della scuola secondaria superiore, sostengono i tecnici del dicastero, emergerebbe una contraddizione tra l'essere, il quinto, un anno di orientamento all'università e la presenza di tutte le materie anziché solo di quelle dell'indirizzo universitario scelto.

Mentre riguardo la polemica sull'ingresso anticipato alle materne e alle elementari un membro del gruppo Bertagna sottolinea che non c'è scelta: o si anticipa l'ingresso o si esce a 19 anni, contravvenendo alle indicazioni dell'Unione Europea.

Le schede economico-finanziarie allegate al disegno di legge erano dunque sbagliate e il Ministro Tremonti aveva ragione a puntare i piedi. L'ufficio competente non aveva calcolato correttamente i costi relativi agli aumenti degli organici, soprattutto degli insegnanti della seconda lingua straniera obbligatoria, confermando l'antica diffidenza che i ministeri impegnati a redigere i bilanci dello Stato hanno sempre avuto verso il dicastero di Viale Trastevere, considerato un'incomprimibile e spesso incontrollabile fonte di spesa.

La Moratti, il cui morale viene segnalato ancora ad alti livelli per via delle garanzie che il Presidente Berlusconi e i ministri Marzano e La Loggia le hanno ripetutamente offerto, è sembrata invece molto seccata per queste defaillances tecniche.

Che la riforma non fosse a costo zero era infatti chiaro a tutti, anche se chi ha elaborato la riforma stessa, ovvero il gruppo ristretto coordinato dal professor Bertagna, per bocca di un suo membro sottolinea che, comunque, si tratterà di costi notevolmente più bassi rispetto alla riforma dei cicli di Berlinguer.

E che questa riforma sarebbe costata parecchi milioni di euro lo hanno ammesso anche i leader dei sindacati confederali, dalla Cisl alla Cgil, la prima ricordando che oltre agli insegnanti di lingua si trattava di aumentare gli organici di materne ed elementari, la seconda sottolineando che quegli aumenti di costi si sarebbero fatti pagare agli insegnanti tagliando le spese degli stipendi del 15% in quindici anni, cosa peraltro ampiamente annunciata dal Ministro e che a Viale Trastevere continuano a confermare.

Il segretario della Cgil scuola Enrico Panini, nelle dichiarazioni rilasciate sabato scorso al Nuovo , ha intuito correttamente le intenzioni del Ministro anche su un passaggio non scritto del disegno di legge: secondo Panini, infatti, l'organizzazione curriculare prevista dalla bozza Bertagna in 25 ore settimanali più 300 di laboratori, che nel testo sembravano scomparse, saranno invece confermate e dunque, dalla riduzione dei curricula, dicono a Viale Trastevere, verranno i risparmi.

D'altra parte questo aspetto della riforma della scuola viene considerato come centrale essendo il cuore della futura autonomia degli Istituti scolastici, i quali avranno come unici interlocutori le Regioni, lasciando a ciò che resterà del ministero della Istruzione, il solo controllo sul raggiungimento degli obiettivi curriculari e formativi.

Il problema resta però il superamento degli ostacoli politici. Lo staff della Moratti nega decisamente qualsivoglia problema con la Lega Nord sul problema della devolution. 'Tutto il sistema scolastico e non solo le scuole professionali andranno alle Regioni' dicono al Ministero e ogni polemica con la Lega Nord è un'invenzione dei giornali.

'La Moratti non ha nessuna intenzione, continuano le fonti ministeriali, di sfrondare le competenze dei Governatori, chiede solo collaborazione e gradualità. Alle regioni che non ce la faranno daremo un aiuto'.