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Il Nuovo-Troppi voti alti nelle università Usa

Troppi voti alti nelle università Usa Un rapporto dell'università di Harvard mette in evidenza l'inflazione di voti alti assegnati agli studenti: nel 2001 il 49% sono "A", il massimo, mentre e...

06/12/2001
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Il Nuovo

Troppi voti alti nelle università Usa

Un rapporto dell'università di Harvard mette in evidenza l'inflazione di voti alti assegnati agli studenti: nel 2001 il 49% sono "A", il massimo, mentre erano solo il 23% nel 1986.
di Sonia Mancini
HARVARD - Voti sempre più alti nelle scuole americane: inflazione o studenti più intelligenti? Una rapporto della primavera scorsa dell'Università di Harvard ha messo in evidenza la serie di voti alti che rendono più facile ottenere buone lauree. La preside dell'accademia, Susan Pedersen, ha diffuso dati che mostrato che il 49% dei voti degli studenti universitari erano di livello massimo, "A" nel 2001, contro il 23% del 1986.

Collegi e scuole superiori sono spesso accusati di tollerare l'inflazione di voti alti, scrive The New York Times on line , perchè gli insegnanti hanno adottato un livello standard più basso ed esitano a confrontarlo con le performance persino inferiori degli studenti. I critici ammoniscono: se laurearsi è troppo facile, l'apprendimento rischia di non aumentare.

L'inflazione dei voti alti è più difficile da scoprire di quanto si pensa e significa dare un valore più alto alle cose alle quali in passato se ne attribuiva uno inferiore. L'ufficio Statistico del lavoro scopre l'inflazione nei prezzi, ma non è un compito facile. I prezzi delle automobili sono saliti nel tempo, ma le macchine ora vengono vendute con accessori come l'air bag e l'iniezione elettronica. I consumatori pagano molto di più ma acquistano oggetti qualitativamente migliori. E i fattori che migliorano la qualità del prodotto acquistato non sono sempre facilmente individuabili.

Accade lo stesso per l'inflazione dei voti alti. Un maggior numero di "A" potrebbe essere il risultato di studenti che sono sempre più brillanti. I collegi Ivy League calcolano un indice accademico per le matricole basato sul loro College Board Sat e sul raggiungimento di un punteggio basato su test. I numeri indice di Harvard sono cresciuti e pochi studenti hanno fatto registrare risultati simili a quelli ottenuti dai loro colleghi di 15 anni fa. Così, se gli i giovani fossero più competenti, ci dovrebbero essere più "A", sebbene i voti vengano mantenuti più bassi.

A Harvard, Dean Pedersen ha sottolineato che i ragazzi dovrebbero studiare di più che in passato perchè ormai le scuole sono più competitive. Le classi sono attualmente più piccole, così che un migliore livello di insegnamento potrebbe portare a risultati di apprendimento migliori. Più voti "A" potrebbero significare davvero più alti rendimenti e non inflazione.

Del resto anche ciò che il voto misura più cambiare. I professori di Harvard dicono che ora che loro chiedono più ragionamento e meno materie imparate a memoria. Se questo sia o meno desiderabile, i più alti livelli dei voti che ne conseguono, potrebbero non risultare da un fenomeno inflazionistico. Le ricerche sui prezzi fatte dal Governo affrontano problemi simili quando i prodotti cambiano: i consumatori che hanno acquisto un prodotto da Sears, ora comprano lo stesso da Nordstrom, pagano di più per lo stesso oggetto (inflazione) o per un articolo diverso (servizio migliorato)?

Pedersen concorda che i voti più alti qualche volta possono essere dati per lo stesso lavoro. Ma dubita che l'inflazione sia la causa principale del loro incremento. Harry R. Lewis ha calcolato che i voti di Harvard sono cresciuti così come era accaduto dal 1930 al 1996 e dal 1997 a oggi: il trend quindi non è nuovo. E non c'erano mai state accuse di inflazione. Del resto, un rapporto di Harvard del 1894 sottolineava già allora che ottenere i voti "A" e "B" era diventato troppo facile.