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Il paradosso dei prof fragili: Non possono fare lezione on line

Per gli esentati dalla presenza in aula niente didattica a distanza. Sarebbe discriminatorio

14/09/2020
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Il Messaggero

Fragili per motivi di salute, non certo sul piano didattico. Eppure non possono far lezione, neanche online. Sono tutti quei professori, definiti lavoratori fragili da una certificazione medica, che devono restare fuori dalla classe per motivi di salute e che, per questo, non possono neanche proporsi per insegnare online. Una recente nota ministeriale chiarisce infatti la posizione dei docenti a rischio: non per età ma per la presenza di patologie particolari che, con un'eventuale contagio da Covid, potrebbero avere conseguenze molto gravi. Basti pensare ai pazienti cardiopatici o oncologici: per loro sarebbe troppo rischioso restare in classe, a contatto con intere classi di studenti, tutti i giorni in un ambiente scolastico molto frequentato per sua natura. E allora segnalano il problema di salute al dirigente scolastico che avvia una procedura ad hoc coinvolgendo un medico per la certificazione di sorveglianza sanitaria. 
LE VISITE MEDICHELe visite mediche dovranno essere ripetute a distanza di tempo perché in questo caso l'eventuale inidoneità all'insegnamento è assolutamente temporanea, in quanto strettamente legata all'emergenza Covid. Dopo questa fase critica, l'insegnante torna a tutti gli effetti idoneo. Le verifiche mediche possono indicare strade diverse: il docente deve aumentare le protezioni in classe, ad esempio utilizzando la mascherina Ffp2 e i guanti e ampliando il distanziamento in classe, oppure risulta inidoneo alle sue mansioni e non può più stare in cattedra. Le possibilità sono due: resta a casa e va in malattia oppure assume il ruolo di amministrativo all'interno della scuola. Vale a dire che resta in servizio a scuola e si fa carico del lavoro di segretario o addetto alla biblioteca, ad esempio, prendendo l'orario di 36 ore settimanali. In entrambi i casi viene sostituito da un supplente che coprirà la sua cattedra. Tra le possibilità contemplate, infatti, non c'è la didattica online. Ci sono però docenti che, dopo sei mesi di stop alle lezioni, riprenderebbero volentieri il filo interrotto con la classe. E studenti che preferirebbero riprendere le lezioni con il prof che conoscono da anni. Per ora le certificazioni presentate sono poche centinaia ma, ora che la normativa è scritta nero su bianco, potrebbero diventare anche alcune migliaia. Quindi tra tanti docenti c'è chi, contando nella possibilità della didattica digitale integrata, sperava di portare avanti la classe in modalità online, da remoto. Del resto come ha fatto negli ultimi mesi. Ma non è possibile. 
Si tratta evidentemente di una normativa nuova, che arriva in un contesto assolutamente inedito. Mai prima di quest'anno un insegnante fragile avrebbe chiesto di poter fare didattica dal web ai suoi ragazzi. Ma nell'ultimo anno la scuola è cambiata, tanto che le lezioni a distanza sono entrate in un modo o nell'altro nella quotidianità dei ragazzi. Vanno solo perfezionate. Ci sono già molte scuole che, per motivi di spazio, sanno di dover continuare ad usufruire della didattica online su turni anche per tutto l'anno. Si tratta esclusivamente di scuole superiori, visto che la didattica a distanza non è prevista per l'anno scolastico 2020-2021 per i più piccoli fino alle medie. 
Ora si chiama didattica digitale integrata: rappresenta infatti una strada percorribile, in caso di difficoltà alla presenza con il distanziamento, e può andare avanti anche tutto l'anno, magari proprio lasciando a casa le classi un giorno a settimana, su turni. Ma anche volendo inserirsi in quei turni a distanza, i lavoratori fragili non possono fare lezione. «Dare loro una corsia preferenziale per la didattica online sarebbe discriminatorio nei confronti degli altri docenti», spiega la preside di un liceo romano. E così, se non possono stare in classe, per questi insegnanti fragili non ci sarà neanche la possibilità di insegnare a distanza. Devono essere sostituiti con un docente in presenza, anche se poi quelle lezioni potrebbero essere tra quelle che finiscono su turni online. Non solo, tra i paradossi della scuola, dettati dalle novità introdotte gioco forza dall'emergenza Covid, c'è anche la possibilità di un docente fragile di farsi spostare sul ruolo amministrativo e, a quel punto, di chiedere di lavorare in smartworking. Una possibilità prevista per gli ata che lavorano nelle segreterie, ma non per i docenti. Perché, nonostante i tempi che cambiano, la scuola italiana si basa sulle cattedre in presenza.
Lorena Loiacono