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L’appello alle ragazze “Studiate ingegneria non è solo da uomini”

La sfida del Politecnico di Milano: “Più matricole donne: oggi sono una su 5”. Incontri sin dalle medie con scienziate di successo per invertire la tendenza

07/11/2017
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la Repubblica

Luca De Vito

UNA SVOLTA per far crescere il numero di donne iscritte a corsi di laurea in Ingegneria. La battaglia culturale per far crollare pregiudizi e stereotipi che vogliono le ragazze meno adatte a questo tipo di percorsi parte dal Politecnico di Milano. E comincia con un’ammissione: «Le donne rappresentano solo un terzo del totale dei nostri ricercatori, una percentuale ancora poco rappresentativa — ha detto ieri Ferruccio Resta, numero uno dell’ateneo milanese durante l’inaugurazione del 155esimo anno accademico — Sono troppo poche, dobbiamo impegnarci per invertire la tendenza». Così l’ateneo ha deciso di mettere in campo diverse strategie per cambiare rotta: dagli incontri nelle scuole medie per far conoscere le figure di successo fino a percorsi di mentoring interni all’università, ovvero incontri con protagoniste del mondo dell’impresa che condividono esperienze di leadership al femminile.

I numeri parlano di un percorso difficile e di una strada lunga per riuscire a incidere, in particolare su alcune roccaforti maschili. In Italia le studentesse iscritte alle lauree magistrali in Ingegneria meccanica ed elettronica sono appena il dieci per cento del totale. Poco meglio va a Ingegneria informatica (14,6 per cento) e dell’automazione (13,3 per cento). Al Politecnico si toccano minimi ancora più bassi, con il 7 per cento a Meccanica, Automatica, Elettrica e il 9 per cento a Informatica ed Elettronica. Un po’ più confortanti i dati locali e nazionali se si va a vedere Biomedica (57,4 di donne), Edile (43,2 per cento), Chimica (41,2 per cento) e Ingegneria per l’ambiente (40,4 per cento). Ma in generale, se si osservano i numeri delle lauree triennali, la media parla di una sola studentessa ogni cinque iscritti.

In un recente studio della fondazione L’Oréal è stato evidenziato come i pregiudizi quando si parla di donne e scienza siano ancora troppo diffusi: il settanta per cento degli intervistati europei del sondaggio non pensa che le donne abbiano particolari attitudini per queste materie. Pregiudizi che condizionano ancora moltissimo le ragazze al momento della scelta di un corso di laurea. Un problema ancora più grave se si considera che l’Italia ha in generale pochi giovani che escono dall’università con una laurea nelle cosiddette Stem (Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica): appena il 25 per cento contro il 37 per cento della Germania e il 29 per cento del Regno Unito, secondo gli ultimi dati Ocse.

L’iniziativa del Politecnico prova a scardinare gli stereotipi e a invertire la tendenza. Non a caso è questa la prima università italiana ad essere entrata nell’associazione Valore D, gruppo di istituzioni e imprese che promuove la diversità, il talento e la leadership femminile per la crescita delle aziende e del Paese. «Mi compiaccio per l’iniziativa — ha commentato la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, presente anche lei ieri a Milano — Il problema della disparità di genere in questo campo permane in modo importante. Mettere in atto azioni per incentivare le vocazioni delle giovani donne è importante. Con questa scelta, il Politecnico dimostra capacità e qualità d’innovazione ».