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L'Italia è uno dei cinque migliori Paesi al mondo per la ricerca sul Covid

Ecco come è andata l'undicesima edizione dei QS World University Rankings per discipline. Il primato mondiale della Sapienza, che scavalca Oxford in Classic&Ancient history. Ma cala la fiducia dei datori di lavoro nei laureati italiani

04/03/2021
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Il Messaggero

Ilaria Venturi

Saremo anche in difficoltà nella gestione della pandemia con la terza ondata e serve un'accelerazione sui vaccini come reclama in Europa il premier Mario Draghi. Ma intanto l'Italia incassa eccellenti risultati delle sue università nella ricerca: è riconosciuta come uno dei cinque migliori stati al mondo per la produzione scientifica relativa al Covid. È quanto emerge dalle classifiche degli analisti di QS Quacquarelli Symonds che forniscono un'analisi comparativa sulle prestazioni di 13.883 programmi universitari di 1440 università.

I risultati sulla ricerca arrivano da Scopus, il database scientifico creato dalla casa editrice Elsevier e utilizzato da QS per calcolare la produzione di ricerca scientifica delle università. L'Italia è dietro a Stati Uniti, Cina e Regno Unito, davanti all'India. ''Essendo una delle prime nazioni ad essere esposta al coronavirus, l'Italia è stata in prima linea negli sforzi di ricerca che stanno consentendo all'umanità di comprendere, monitorare, prevenire e trattare questa minaccia unica", commenta Ben Sowter, vice-presidente della divisione Professional Services a QS.

In particolare, aggiunge, "gli atenei italiani - classificati al quinto posto al mondo per Medicina - hanno dato prova delle loro conoscenze conducendo preziosi studi di ricerca sul sequenziamento delle varianti, raccogliendo dati, e sviluppando vaccini".

QS rankings by subject: il primato della Sapienza

L'undicesima edizione dei QS World University Rankings by Subject dà dunque ottime soddisfazioni al sistema universitario italiano con il primato riconquistato da La Sapienza che scavalca Oxford in Classic&Ancient history.

"Questo brillante risultato si inserisce nel solco della tradizione di eccellenza nel campo degli studi classici del nostro ateneo, con corsi innovativi interamente in inglese, spazi per studiare tra statue e fregi decorativi nelle aree di lettura del Museo di Arte classica, ma anche operazioni culturali come quelle legate al Progetto Theatron in cui gli studenti adattano e mettono in scena i testi greci e latini" spiega la rettrice Antonella Polimeni. Nella classifica per materie, Sapienza ottiene complessivamente 21 posizionamenti tra le migliori 100 università a livello mondiale, collocandosi al 41° posto al mondo (primo in Italia) in Physics & Astronomy e al 71° al mondo (primo posto in Italia) per la Macroarea Natural Sciences.

Università leader è il Politecnico di Milano, con sette dei suoi programmi classificati tra i migliori 50 al mondo. Le punte di diamante sono 'Arte e Design' (dove l'ateneo si aggiudica il quinto posto), ed 'Architettura' (decimo posto). Altra conquista è della Luiss che è tra i 50 migliori atenei al mondo per gli studi politici e internazionali, guadagnando ben 90 posizioni nell’area globale delle Scienze Sociali (tra le prime 5 in Italia). La Bocconi è la settima migliore università al mondo per gli studi di ‘Business & Management’, e si colloca al 14esimo posto per ‘Contabilità e Finanza’.

Bologna è tra i primi 100 atenei a livello globale in 22 diverse discipline, una in più rispetto allo scorso anno. E tra queste, in quattro casi raggiunge la top 50 mondiale: Classics & Ancient History (20° posto), Dentistry (39° posto), Modern Languages (40° posto), Agriculture & Forestry (44° posto).

QS rankings by subject: le discipline scientifiche in affanno

Primati del sistema accademico. Ma non mancano le difficoltà. In totale, sei dipartimenti italiani raggiungono la top-10 globale - due in meno dell'anno scorso. Sul fronte degli studi umanistici nel complesso, otto delle 50 migliori istituzioni al mondo per lo studio di classici e storia antica sono italiane. Solo gli Stati Uniti hanno più università (12) nella top-50 in questa materia. Ma gli atenei italiani non hanno raggiunto gli stessi risultati nelle discipline tecnologiche o scientifiche.

Due università italiane si collocano tra le prime 100 per gli studi di Medicina (Bologna e la Statale di Milano), mentre solo un'istituzione italiana figura fra le top 50 per Informatica (Politecnico di Milano, al 44mo posto). Nessuna università italiana appare tra le prime 50 per Scienze Biologiche, Chimica, Scienze Ambientali e Matematica. Insomma, su alcune aree come Scienze Ambientali e Informatica, specialmente negli indicatori "produzione scientifica" e "reputazione", c'è ancora da migliorare.

"I risultati raggiunti dall'Italia quest'anno dimostrano che, oltre ad offrire un'istruzione di prim'ordine a livello mondiale in materie storicamente presenti nei curriculum universitari - non esiste destinazione migliore nell'Europa continentale per studenti appassionati di studi classici - le università italiane hanno saputo affrontare magistralmente anche le urgenti sfide contemporanee", la sintesi di Ben Sowter.

Basandosi sul numero di programmi che si piazzano fra i primi venti nelle rispettive discipline, l'Italia è al dodicesimo posto come miglior sistema di 'educazione superior' al mondo. Nell'Europa Continentale viene superata solo dalla Germania (con 17 programmi nella top-20), i Paesi Bassi (con 27 programmi), e la Svizzera (con 40 programmi). Le classifiche, compilate dagli analisti globali dell'istruzione superiore QS forniscono un'analisi comparativa sulle prestazioni di 13.883 programmi universitari di 1440 università in 51 discipline accademiche e 5 Aree di Facoltà.

QS rankings by subject: cala la fiducia dei datori di lavoro

QS utilizza quattri indicatori per compilare le classifiche con alcuni correttivi. Ad esempio, la produzione di ricerca scientifica è considerato un indicatore di successo istituzionale più forte per la disciplina di “Medicina” - che dipende fortemente dalla diffusione della ricerca - rispetto alle “Arti dello Spettacolo” - disciplina di natura più professionale e vocazionale. Gli indicatori sono "Academic Reputation" (I punteggi si basano su oltre 94.000 risposte al sondaggio accademico di QS): "Employer Reputation" (informazioni offerte da oltre 44.000 responsabili delle assunzioni); "Citations per Paper"? (la distribuzione di 162 milioni di citazioni di ricerca derivanti da 22,5 milioni di articoli di ricerca, indicizzati dal database Scopus di Elsevier).

Ed è sull'indicatore Employer Reputation che l'Italia peggiora. Quest'anno, oltre la metà dei programmi universitari italiani infatti è rimasta stabile nelle classifiche. Di quelli che hanno cambiato posizione, 121 sono scesi nel ranking, mentre 47 hanno migliorato la loro posizione. "Il motivo principale è la diminuzione della fiducia dei datori di lavoro nei laureati in Italia - spiega Ben Sowter - sono sempre meno propensi a nominare le università italiane come la loro migliore fonte di laureati altamente occupabili, rispetto ai loro concorrenti. Questo è attualmente il problema principale dell'Italia".