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L'orientamento diventerà obbligatorio

da La Stampa Mercoledì, 31 Ottobre 2001 UN PROGETTO APPOGGIATO ANCHE DALLA CONFINDUSTRIA, ILLUSTRATO IN UN CONVEGNO A BOLOGNA L'orientamento diventerà obbligatorio Il ministro Moratti: la s...

31/10/2001
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da La Stampa

Mercoledì, 31 Ottobre 2001
UN PROGETTO APPOGGIATO ANCHE DALLA CONFINDUSTRIA, ILLUSTRATO IN UN CONVEGNO A BOLOGNA
L'orientamento diventerà obbligatorio
Il ministro Moratti: la scuola si deve integrare con il lavoro

inviato a BOLOGNA

Ci sarà una rete di orientamento che coprirà tutte le scuole d'Italia, seguirà i ragazzi dalle materne fino all'accesso al primo lavoro, e sarà messa in piedi dal ministero dell'Istruzione con la collaborazione di Confindustria e di tutti i soggetti che già agiscono, autonomamente, in questo settore. Il tutto non solo per raccordare scuola e mondo del lavoro, ma soprattutto per consentire ai ragazzi di capire le loro attitudini e aspirazioni e per poterle condurre in porto (nei limiti del possibile). E' ambizioso il progetto che ieri a Bologna hanno illustrato il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e il presidente di Confindustria Antonio D'Amato, ma fa riferimento ad una esperienza già attiva sia nella scuola che nelle attività degli imprenditori, e quindi si fonda su un percorso già testato e consolidato. La proposta è giunta nell'ambito dell'ottava giornata "Orientagiovani". "Confindustria - ha detto D'Amato - ha "adottato" da tempo 1200 scuole in cui stiamo facendo orientamento. Ora intendiamo strutturare meglio questa esperienza, per costituire una rete aperta a tutte le scuole che intendano stabilire un legame più intenso con l'impresa e il mondo del lavoro" "Ovviamente - ha precisato il delegato di Confindustria per l'"education", Guido Barilla - l'impresa respinge l'idea di servirsi della scuola per le proprie esigenze. Al contrario, il nostro intento è quello di mettere la nostra cultura e la nostra professionalità acquisita in materia di orientamento, al servizio della scuola". Questa istanza degli industriali s'innesta in un'altra iniziativa, presentata dal ministro Moratti: quella di inserire l'orientamento come servizio obbligatorio in tutte le scuole italiane. Una forma di "tutoring" che assecondi lo studente nell'intero itinerario scolastico fornendo informazioni e sostegni affinché possa operare al meglio le proprie scelte. Infine, quando lo studente sarà pronto per aprirsi al mondo del lavoro, potrà ricevere il supporto informativo del caso. Non si tratta di un mero progetto, ma di un disegno di legge che il ministro si appresta a presentare al Consiglio dei ministri per farlo poi transitare in Parlamento. L'orientamento svolto finora, infatti, pur lodevole nei contenuti, è stato "troppo debole e lacunoso - ha detto la signora Moratti -. Se guardiamo all'integrazione tra formazione e lavoro, il rapporto tra la scuola e il mercato delle professioni e dei mestieri è di fatto bloccato. Soltanto uno studente su 100 in Italia, tra i 16 e i 19 anni, fa esperienza di alternanza tra studio e lavoro, contro i 50 studenti su cento in Danimarca, i 30 in Canada, i 28 nel Regno Unito e i 19 negli Stati Uniti. E solo 17 ragazzi su 100 che escono dalla scuola media si rivolgono ad una struttura di orientamento". Da qui tutti i problemi di sbandamento scolastico e di dispersione che approdano poi alla disoccupazione o alla precarietà. I giovani, peraltro, si dimostrano interessati alle possibilità che vengono loro offerte, se solo ne hanno conoscenza. In una ricerca condotta dal prof. Mannheimer e illustrata al convegno, infatti, i ragazzi esprimono un alto livello di flessibilità e di apertura alla mobilità. Insieme ad una disponibilità a muoversi, torna però tra i giovani l'interesse per il posto pubblico, percepito come più garantito. Dunque mobilità sì, ma anche sicurezza: un dato in qualche modo contraddittorio che sta a indicare una paura dei ragazzi di fronte ad un mondo del lavoro sostanzialmente sconosciuto. Da qui l'importanza di farlo conoscere e di costituire - tramite l'orientamento - un raccordo tra scuola e occupazione. Fuori dal convegno hanno manifestato circa 200 studenti universitari, per contestare il "ministro della scuola privata": con megafoni e striscioni si sono mossi in corteo dalla zona universitaria verso via Castiglione, sono stati bloccati senza incidenti da un fitto cordone di polizia a circa trecento metri dall'Aula Magna di Santa Lucia.