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L'Unità it.-Il movimento chiede, la Moratti risponde banalità

POLITICHE Il movimento chiede, la Moratti risponde banalità. "Per noi è stato un incontro inutile" di Andrea Carugati ROMA. "La Moratti ci ha preso in giro. L'incontro è stato scandaloso e ...

28/11/2001
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l'Unità

POLITICHE
Il movimento chiede, la Moratti risponde banalità. "Per noi è stato un incontro inutile"
di Andrea Carugati

ROMA. "La Moratti ci ha preso in giro. L'incontro è stato scandaloso e inutile e non ci è stato dato alcun reale chiarimento in merito ai problemi da noi sollevati: la Moratti ci ha dato risposte da mamma, ma noi volevamo incontrare un ministro!". È grande la rabbia e la delusione degli 8 studenti del Liceo Tasso di Roma, che hanno incontrato il ministro Moratti dopo 6 giorni di sciopero della fame. Un parere condiviso da tutte le associazioni di studenti presenti, tranne quelle vicine ai partiti della Casa delle libertà. La mobilitazione, quindi, continua: "Diamo appuntamento alla Moratti nelle piazze italiane" hanno detto quelli del Tasso, ma anche dell'Uds e di studenti.net.
Ma facciamo un passo indietro. Ore 12.30, ministero della (pubblica?) istruzione. Davanti all'ingresso manifestano alcune centinaia di studenti, con uno striscione che dice: "Uniti per la scuola pubblica". Ai piani alti del palazzo siedono, attorno a un grandissimo tavolo rettangolare, il ministro Moratti, il sottosegretario Valentina Aprea, una trentina di rappresentanti del Forum della associazioni studentesche e un gruppo di digiunatori del liceo Tasso di Roma. La Moratti saluta, stretta in un tailleur beige d'ordinanza, e annuncia con aria rassicurante: "Riteniamo fondamentale un dialogo trasparente con tutti gli studenti". I ragazzi del Tasso partono all'attacco, quasi tutti in giacca e cravatta, qualcuno con i capelli lunghi aggiustati in una coda. "La scuola non può essere un'azienda" dice Mattia. "Vi rendete conto dei rischi della trasformazione delle scuole in aziende con i consigli di amministrazione?". "Non abbiamo mai inteso la scuola come un'azienda, la scuola è una comunità di relazione, incontro e apprendimento" risponde la Moratti. "Negli istituti tecnici il Consiglio di ammnistrazione esiste da 150 anni" aggiunge il prof. Bertagna, capo della commissione che sta eleborando la controriforma dei cicli. "Non pensiamo a niente di nuovo" incalza il ministro. "In ogni famiglia c'è qualcuno chi si occupa della gestione dei conti". "Non è vero, mio fratello ci va al tecnico e il Cda non c'è" dice un ragazzo. "Beh, si" corregge Bertagna. "Sono stati eliminati nel 1974, ma prima c'erano". "E la commissione sul codice deontologico per i docenti?" chiede Maria Ginevra. "Volete mettere in discussione la libertà di insegnamento?". "È solo uno studio, un contributo culturale che daremo alle associazioni dei docenti, non vogliamo imporre nulla" dice Donna Letizia, sulla difensiva. I ragazzi scuotono la testa. "I finanziamenti alle scuole private sono inaccettabili" attacca Jacopo. C'è una scuola pubblica di Pomezia dove ci sono 14 aule per 700 studenti, devono fare i compiti in classe in palestra o in cortile". "Il finanziamento alle private va contro la Costituzione" aggiunge Anita.
"Il governo vuole migliorare tutta la scuola. Sarebbe inspiegabile un impegno del governo che non tenga conto della scuola pubblica che viene frequentata dal 94% degli studenti. Nella finanziaria del 2002 non ci sono finanziamenti per le private, ma solo per la valorizzazione e l'aggiornamento dei docenti", risponde il ministro, con l'aria di chi tira fuori l'asso dalla manica. E procede col ritmo di uno schiacciasassi: "Con i rappresentanti dei sindacati, che ho appena incontrato, abbiamo discusso di investimenti per i prossimi 5 anni: circa 2000 mila miliardi per il 2003, dai 15 ai 19 mila miliardi complessivi entro il 2007. Naturalmente, se se la situazione economica migliorerà, se la crescita economica sarà quella prevista. Sulla parità c'è una legge che non abbiamo fatto noi, io mi limito ad applicarla". "A noi non interessa chi l'ha proposta, sono anni che manifestiamo contro questa legge" tuona uno del Tasso. "Lei non può fare scaricabarile, deve dirci cosa pensa. E poi siete stati voi a permettere che le private assumano insegnanti senza abilitazione e fare tagli al personale della pubblica". "Non è vero" risponde il sottosegretario Aprea, di rosso vestita. "Bisogna che vi leggiate tutte le versioni della finanziaria" commenta con perfida aria professorale.
"E sulla laicità della scuola?" domanda Michele. "Vi sembra che l'assunzione dei prof. di religione e la presidenza della commissione sul codice deontologico a un cardinale siano compatibili con una scuola laica?" "Lo Stato italiano è laico, i rapporti con il Vaticano sono regolati dal Concordato e noi lo applichiamo" risponde il ministro con un dribbling degno del miglior Maradona. "Non possiamo negare la radice culturale del nostro paese. Ho visitato istituti con oltre il 37% di ragazzi provenienti da paesi terzi: la scuola deve insegnare la tolleranza, ma questo rispetto deve valere anche verso chi è cristiano". "Tolleranza è una parola che non ci piace" ribatte Jacopo. "Noi parliamo di integrazione". "Questa è la mia idea, non pretendo che voi la condividiate" risponde il ministro stizzito.
Filippo attacca sulla riforma dei cicli: "È in grado un ragazzo di scegliere il proprio futuro a 11 anni? E se uno si sbaglia?"
"Il sistema che abbiamo in mente non obbliga a scelte precoci" replica la Moratti. "Vogliamo lasciare sempre aperta un'opportunità di passare dal sistema della formazione professionale a quello dell'istruzione, fino all'Università. E poi la nostra riforma non è una proposta di legge, ma solo un materiale di studio. "Veramente la riforma degli organi collegiali che distrugge tutte le conquiste degli studenti dagli anni '#8216;60 è una proposta di legge parlamentare della vostra maggioranza" interviene Giovanni Ricco, dell'Uds. "Io ho solo detto che il governo non ha presentato nulla. Il parlamento farà il suo lavoro, approverà le leggi democraticamente" risponde Donna Letizia, ormai più simile al Maradona che segna i gol con la mano. "A proposito, io adesso devo proprio andare in Parlamento. Non perchè voglia chiudere il dialogo, ma capite, ci sono degli impegni". "Ma come è finita qui?" chiede Jacopo. "Abbiamo fatto 6 giorni di sciopero della fame solo per questo?". "È incredibile" incalza Ivana Bartoletti di studenti.net. "Da quello che lei dice sembrerebbe quasi che le nostre preoccupazioni siano infondate. Ma non è così. E poi c'è il numero verde che l'on. Garagnani di Forza Italia ha istituito a Bologna per protestare contro i prof. che parlano male del governo. Perchè lei non prende posizione?". Il ministro tace, una maschera di ghiaccio. Risponde la Aprea: "Si tratta delle libera iniziativa di un parlamentare delle Repubblica".
"Fatemele avere le vostre proposte ne terrò sicuramente conto" dice la Moratti ai ragazzi del Tasso che danno vistosi segni di delusione. "Gli studenti italiani sono 8 milioni, voi non siete rappresentanti di tutti loro" li attacca poi il ministro. "È questo Forum che non ci rappresenta" incalza Francesco. "Noi abbiamo ricevuto fax da decine di scuole". "Ma io sto visitando una valanga di scuole" replica la Moratti. "Il ministro si sta impegnando, incontrerà tutti" interviene Simone Paini, di Alternativa studentesca, l'associazione vicina a Forza Italia. "Ma che fai l'avvocato d'ufficio? Prendi impegni per il ministero?" lo sfotte Giovanni. I ragazzi del Tasso si preparano ad andarsene. "Per noi la questione non è affatto chiusa" dice Francesco.
"Staremo a vedere se il dialogo che lei promette si intensificherà". "Fate benissimo ad andare" sussura la Aprea, sempre più presa dal ruolo del poliziotto cattivo. E quando ormai sono tutti fuori dall'aula sussurra a un suo collaboratore: "Questi si sono bevuti il cervello. Mi pare che gli abbiamo già concesso abbastanza".


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