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L'Unità - Moratti dietro front

POLITICHE Moratti dietro front, la ministra cede e cambia la riforma di Mariagrazia Gerina Ieri è stata costretta a saltare un turno, ma la prossima settimana il ministro Moratti potrebbe rip...

18/01/2002
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l'Unità

POLITICHE
Moratti dietro front, la ministra cede e cambia la riforma
di Mariagrazia Gerina

Ieri è stata costretta a saltare un turno, ma la prossima settimana il ministro Moratti potrebbe riprovarci e decidere di sottoporre nuovamente ai colleghi di governo la sua proposta di riforma dei cicli. Già venerdì prossimo il testo rivisto e corretto dovrebbe essere sul tavolo del Consiglio dei ministri per un secondo esame. Insieme alla richiesta di risorse finanziarie pari a circa 123 milioni di euro e alla proposta di ricorrere a delega. Nonostante le pesanti obiezioni sollevate a riguardo da Ccd-Cdu. "Sarebbe sbagliato e inopportuno far lavorare il Parlamento su un disegno di legge blindato dal governo", aveva detto giovedì il capogruppo del Biancofiore, Luca Volonté. "Deciderà il Consiglio dei ministri", ha risposto laconicamente il sottosegretario Valentina Aprea, intervenendo ieri al convegno della Gilda degli insegnanti. Ma a Viale Trastevere l'ipotesi di ricorrere alla delega sembra prendere sempre più piede.
Moratti e il suo staff sono freneticamente impegnati in questi giorni. Costretti dallo stop a rivedere alcuni punti della riforma. E soprattutto costretti dal ministro Tremonti a rifare i conti. "Quanto costerà questa riforma?", aveva chiesto il ministro dell'Economia venerdì scorso. Dovrà essere più precisa lady Moratti nel prossimo Consiglio dei ministri. A pesare sul bilancio sarà soprattutto la decisione di aprire le porte degli asili e delle scuole elementari anche agli "anticipatari". Costerà allo Stato 123 milioni di euro in tre anni: quasi 13 milioni di euro per il primo anno, oltre 66 milioni per il 2003, circa 46 per il 2004. Rigonfiamento nel numero delle iscrizioni, infatti, significherà più alunni quindi presumibilmente più insegnanti e comunque sicuramente più soldi.
La progressione degli investimenti nei tre anni è legata alla decisione di introdurre l'anticipo in modo graduale. Il prossimo anno sarà data la possibilità di anticipare l'ingresso all'asilo e alle elementari solo a quanti compieranno rispettivamente tre o sei anni entro il 28 febbraio. Se l'esperimento funziona, si tornerà all'ipotesi iniziale: allargare le iscrizioni ai nati entro il 30 aprile. Uno schema che sembra essere imposto più da Tremonti che da Buttiglione, insomma più dal rifiuto di investire troppi soldi nella riforma che da motivi psico-pedagogici. Comunque, il limite di accesso alla scuola dell'infanzia come alle elementari continua a subire oscillazioni che come un sismografo rivelano gli scossoni all'interno della maggioranza.
A seguire con particolare apprensione le oscillazioni sono i genitori che in questi giorni devono iscrivere i loro figli all'asilo o alla prima classe delle elementari. Il termine scade proprio questa settimana e mamme e papà dei nati nei primi mesi dell'anno sono indecisi sul da farsi, ma il ministro ha fatto sapere che se la riforma passerà le iscrizioni saranno riaperte. Intanto, il sottosegretario Valentina Aprea, intervenendo al convegno della Gilda degli insegnanti, ha annunciato che insieme ai minori di tre anni nella scuola materna potrebbe fare ingresso una "nuova figura professionale". Il suo compito - si intuisce - sarà cambiare i pannoloni ai nuovi baby-studenti della materna italiana, gli under tre, che sbarcheranno sui piccoli banchi d'asilo. Insomma, forse, per i maestri, contrari all'idea di trasformarsi in baby-sitter, arriveranno i rinforzi, ma le loro obiezioni all'anticipo, sia pure di pochi mesi, restano e sono sia pratiche che di fondo. Per chi insegna alla materna si tratta di difendere una scuola che ha abbandonato da tempo funzioni puramente assistenziali e si configura ormai come un vero e proprio percorso didattico, che parte dal gioco sociale e si arresta fino alle soglie della scrittura. "Sotto a i tre anni", spiegano i maestri, "i bimbi conoscono solo forme di gioco individuale perciò è molto difficile introdurli in un contesto di classe". Obiezioni psico-pedagogiche si sommano a problemi pratici che non si risolvono introducendo la figura del cambia-pannolini.
Nel corso del suo intervento al convegno della Gilda, la Aprea ha anche parlato di carriera degli insegnanti (confermando quanto scritto nel testo di legge) e soprattutto ha messo l'accento su una delle novità della riforma: la promozione/bocciatura ad anni alterni, collegata a uno dei punti più controversi, l'articolazione dei cicli in bienni. "I docenti - ha detto il sottosegretario - avranno la possibilità ogni due anni di promuovere o di fermare gli studenti". Dopo l'esame di maturità fatto in casa, affidato "ai docenti delle istituzioni di istruzione e formazione frequentate", la cancellazione dell'esame di quinta elementare abolito a tutt'oggi (nonostante il parere contrario di Ccd e Cdu), la bocciatura/promozione ad anni alterni completa il quadro dei cambiamenti introdotti nel sistema di selezione dal progetto di riforma all'esame del Consiglio dei ministri.