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La Repubblica-"Assaltano la scuola pubblica"

"Assaltano la scuola pubblica" I sindacati contro la Moratti per l'immissione dei precari Gli ultimi provvedimenti del ministro provocano la reazione degli insegnanti. Che denunciano un progetto...

09/11/2001
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la Repubblica

"Assaltano la scuola pubblica"

I sindacati contro la Moratti per l'immissione dei precari
Gli ultimi provvedimenti del ministro provocano la reazione degli insegnanti. Che denunciano un progetto

SARA STRIPPOLI


Un primo bersaglio il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti lo ha senza dubbio colpito: ricompattare tutte le voci sindacali sul fronte di un '#8216;no secco' al modello di scuola che sta proponendo. Non bastava la maturità, non erano sufficienti i 30 giorni di assenza per ottenere le supplenze (in seguito ridotti a 15), qualcuno resisteva anche davanti alla forbice con cui si tagliavano i finanziamenti. Ora però il vaso sembra colmo, gli ultimi due colpi assestati alla scuola pubblica non sono passati inosservati e tutti le sigle sindacali si dichiarano sconcertate: l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione e le notizie di mercoledì sull'apertura ai professori non abilitati nelle scuole paritarie hanno ridato fiato alle proteste, in Puglia come nelle altre regioni italiane.
Maddalena Gissi, segretaria provinciale della Cisl, tira subito in ballo un'irregolarità locale che fa riflettere sui possibili effetti della nuova circolare firmata Moratti: "Alcuni direttori di scuole paritarie non hanno versato i contributi al personale docente. Un comportamento che sarà senza dubbio oggetto di vertenza ma che fa capire come questa ennesima mossa del ministro rischia di spingere alcuni ad accettare di lavorare nelle scuole paritarie anche senza essere pagati per vedersi in cambio riconoscere punti preziosi validi anche per la pubblica". La Cisl non è contraria all'ingresso in ruolo dei docenti di religione se le regole sono chiare e appoggia in toto i principi contenuti nella legge sulla parità. Pone però l'accento sulla necessità del controllo, che tradizionalmente nella scuola è affidata agli organi collegiali, di fatto inesistenti nelle scuole paritarie: "Non siamo per il privato contro il pubblico o viceversa - chiarisce Gissi - ma siamo per affrontare le questioni dal punto di vista del merito. regola chiare, definite, che non diano in alcun modo spazio ad ambiguità di fondo". Lunedì prossimo anche la Cisl aderirà allo sciopero, anche se solo con l'astensione al lavoro di un'ora. Gli emendamenti presentati alla finanziaria in cui si è salvaguardato in extremis l'orario di 18 ore, si sono ridotti i tempi per la convocazione dei supplenti e sono stati stanziati 70 miliardi per l'aggiornamento dei docenti sembrava aver placato gli animi di Cisl e Uil. Ora però questi due provvedimenti portano a riaffilare le spade e Maddalena Gissi annuncia riflessioni a breve termine su future forme di lotta da mettere in campo.
I toni di Andra Mineo, riconfermato di recente presidente provinciale della Uil, non sono molto differenti: "Non posso che concordare con le posizioni assunte dalla segreteria nazionale del nostro sindacato che ha parlato di illegittimità. Una circolare ministeriale non può modificare la legge sulla parità che viene riconosciuta sulla base del possesso di precisi requisiti. L'abilitazione è uno di questi otto. Non possiamo accettare deroghe". Il mancato consenso della Uil va oltre il tema odierno dell'abilitazione, è tutta la riforma - o controriforma dei cicli come viene polemicamente chiamato il recente pacchetto della Moratti - a finire sul banco degli imputati: "Un salto indietro di 50 anni - dice Mineo - con la vecchia divisione in scuole normale e avviamento professionale per i meno dotati".
Chiara e più volte annunciata la posizione della Cgil che lunedì scende in piazza insieme con la Gilda, i Cobas e con l'appoggio degli studenti. Il segretario provinciale della Cgil Maurizio Lembo parla di un incremento significativo del dissenso da parte di una larga fetta di docenti: "Mai come in questo periodo la protesta si allarga e le diverse posizioni si stanno ricomponendo su un sentire comune. Non so dire se questo atteggiamento si tradurrà in un'adesione massiccia allo sciopero di lunedì, ma è ora di lanciare un segnale forte". L'elenco delle ragioni per cui la Cgil scende in piazza è piuttosto lungo: organico funzionale da definire, orario, la maturità che cambia, i tagli complessivi agli investimenti sulla scuola. "Ora ci mancava pure l'immissione in ruolo dei docenti di religione con i vescovi che possono rimuovere dall'incarico e l'apertura ai non abilitati nelle scuole paritarie - conclude Lembo - La Moratti è il vero ministro della scuola privata. Questo, ormai, non lo può negare nessuno".