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La Repubblica - Università, contro i tagli parte la rivolta dei rettori

Documento della Crui al ministro. In arrivo una giornata di mobilitazione Università, contro i tagli parte la rivolta dei rettori "Negare risorse agli atenei sarebbe un pericolo...

20/11/2001
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la Repubblica

Documento della Crui al ministro. In arrivo una giornata di mobilitazione
Università, contro i tagli parte la rivolta dei rettori
"Negare risorse agli atenei sarebbe un pericolo per l'Italia" Chiesto un incontro urgente con il premier Berlusconi
MARIO REGGIO


ROMA '#8212; La riforma universitaria è partita. Le immatricolazioni sono aumentate in media del 10 per cento, cioè 40 mila iscritti in più rispetto allo scorso anno. E il governo, nella finanziaria, ha deciso di tagliare i fondi alle università statali e alla ricerca. La Conferenza dei Rettori, formata dai 72 magnifici degli atenei pubblici, ha presentato lo scorso mercoledì al ministro Moratti una mozione nella quale si denuncia il rischio di far naufragare la riforma. Ma, nel corso dell'incontro, il ministro pare non abbia gradito le critiche mosse alla politica del governo. La Crui ha chiesto un incontro urgente con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel frattempo si fa sempre più insistente la voce di una giornata nazionale di mobilitazione, organizzata dagli atenei, contro il "continuo disinteresse" dello Stato nei confronti dell'università e della ricerca. A dire il vero, la scarsa attenzione non è prerogativa del solo governo Berlusconi, ma "è la costante sequenza di eventi che caratterizza le scelte degli ultimi anni", precisa un rettore. Certo, questo è un momento particolare. Dopo quattro anni di discussioni e dibattiti parlamentari la riforma dell'università è diventata reale e praticabile. Tutti gli atenei, salvo rarissime eccezioni, sono partiti con la laurea triennale e molti hanno concluso anche la progettazione dei corsi della laurea specialistica. Sono stati definiti i crediti, 180 per la triennale, 80 per quella successiva. Stabiliti i criteri che danno flessibilità ai percorsi di studio, una delle novità più importanti introdotte dalla riforma. Una riforma che potrà essere modificata in itinere, ma che probabilmente sconta il peccato di essere il frutto del precedente governo. "La crescita delle immatricolazioni mostra una significativa inversione di tendenza nell'atteggiamento della società verso l'università '#8212; si legge nella mozione della Crui presentata alla Moratti '#8212; gli studenti e le loro famiglie ritornano a scommettere sull'università. Dalla nuova offerta formativa si attendono adeguate risposte sia in termini di conoscenze culturali sia di flessibilità e di spendibilità sul mercato del lavoro. Perché queste aspettative non siano deluse sono necessari più docenti, più aule, più laboratori, più biblioteche. Negare alle università risorse statali rappresenterebbe un pericolo per il futuro dell'Italia e comprometterebbe seriamente '#8212; conclude il documento '#8212; il successo della riforma i cui costi finirebbero per riversarsi sugli studenti". Veniamo ora alle cifre. Per il 2002 la finanziaria stanzia 12mila e 100 miliardi. Un aumento, solo nominale, di 176 miliardi rispetto si soldi stanziati nel 2001. Perché nominali? Gli stipendi dei docenti e del personale tecnico sono a carico delle Università, quindi nel 2002 gli atenei dovranno spendere circa 190 miliardi per gli aumenti contrattuali e il recupero dell'inflazione. Fatti i conti ci sono 21 miliardi in meno rispetto allo scorso anno. Stessa musica per l'edilizia: meno 44 per cento dal 2001 al 2002, meno 14 per cento nel trienno 20022004. Notizie nere anche per la ricerca: poco più di 162 miliardi, la stessa cifra stanziata lo scorso anno.