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La ricerca Ue in mano allo scienziato italiano che scivolò su Stamina Ferrari a capo dell’European Research Council: gestirà 2 miliardi l’anno L’apertura al metodo Vannoni scatenò la rivolta del mondo scientifico

A volte ritornano. Non è bastato che il tribunale condannasse il metodo Stamina. La nomina di Mauro Ferrari a presidente dell’European Research Council riporta in vita il fantasma di quel cinico bluff.

15/05/2019
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la Repubblica

Elena Dusi

A volte ritornano. Non è bastato che il tribunale condannasse il metodo Stamina. La nomina di Mauro Ferrari a presidente dell’European Research Council riporta in vita il fantasma di quel cinico bluff. Ferrari infatti è uno scienziato italiano di enorme successo, da 40 anni negli Stati Uniti, chiamato ora a gestire da Bruxelles due miliardi all’anno di fondi per la ricerca. La sua nomina viene festeggiata dalla Lega e dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Ma nel 2014 aveva fatto rabbrividire i colleghi per aver usato parole di apprezzamento per Stamina. «È il primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia» aveva detto in tv a Le Iene , la trasmissione che tanto si spese per promuovere il bluff fra gli italiani. Ferrari si era espresso il 22 gennaio 2014, all’indomani della sua nomina a presidente del comitato che a Stamina avrebbe dovuto dare una valutazione scientifica. A sceglierlo era stato l’allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin, sotto accusa per non aver saputo arginare un metodo che sempre più si stava rivelando truffaldino. Stamina, senza fondamento medico, prevedeva l’infusione di cellule staminali in pazienti perlopiù bambini colpiti da gravi malattie del sistema nervoso. Era stato promosso dallo psicologo Davide Vannoni. L’ondata di protesta per le parole di Ferrari, con una lettera di diversi scienziati alla rivista internazionale Nature , aveva costretto la ministr a fare marcia indietro sul suo nome.

Eclissi temporanea. Ferrari è tornato nel 2015 nel comitato di selezione dei presidenti degli enti di ricerca italiani, scelto dalla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini. Quando i suoi quattro colleghi si erano dimessi, a dicembre dell’anno scorso, perché l’attuale governo aveva cacciato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston, lui — unico — rimase al suo posto. «Sono d’accordo coi miei colleghi nel merito, ma seguo il motto dei militari, si muore sul pezzo» spiegò. E oggi, a scegliere di nuovo il suo nome per Bruxelles è stata una commissione presieduta dall’ex premier Mario Monti, composta fra gli altri dalla scienziata direttrice del Cern Fabiola Gianotti, con il commissario europeo per la Ricerca Carlos Moedas (socialdemocratico) a metterci il timbro. Anche Papa Francesco, nel frattempo, ha puntato su Ferrari, inserendo questo scienziato credente e osservante nella Pontificia Accademia della Vita. E solo venerdì scorso allo scienziato in Senato era stato assegnato il premio Carli.

Bipartisan non basta a definirlo, bisogna dire almeno tripartisan, raccontano di lui i colleghi. Ferrari, nell’accogliere la nomina all’Erc, spiega di «essere stato chiamato» dopo una tragedia personale «a sconfiggere il cancro». E sulla sua capacità di lavoro, come sulla caratura scientifica, nessuno ha da obiettare. Matematico con laurea a Padova, ingegnere con titolo di studio a Berkeley, cattedra a New York (oltre alla passione per le maratone, a 60 anni), 7 libri e 50 brevetti, è uno dei pionieri della medicina basata sulle nanotecnologie. È ex presidente dello Houston Methodist Research Institute, uno dei principali enti di ricerca e cura negli Usa, con 2.300 dipendenti e mille protocolli di cura in sperimentazione contro il cancro. Il suo curriculum e il suo spirito disarmante da «sono qui per compiere una missione» gli hanno sempre permesso di superare le bucce di banana. Ma l’Italia in questo è diversa dagli Usa, dove i casi come Stamina quasi non fanno più notizia. La vicenda qui da noi ancora brucia. E non aiuta il fatto che il governo, a febbraio, ha inserito nel Consiglio Superiore di Sanità Camillo Ricordi. Anche lui scienziato italiano di successo negli Stati Uniti e aperto nei confronti di Stamina. Tanto da proporne la sperimentazione a Miami.