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La Scienza visionaria

Maria Chiara Carrozza prima donna al vertice del Cnr

13/04/2021
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la Repubblica

di Chiara Valerio

Maria Chiara Carrozza è laureata in fisica all’Università di Pisa, ha un dottorato in ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna, ha guidato un ministero della Repubblica e da ieri è la prima studiosa e politica italiana alla presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Voglio scrivere tutto per esteso, nomi, doppi nomi, e cognomi, sigle di università e istituzioni, perché al nuovo, quando arriva, si deve spazio, tempo, entusiasmo.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è stato fondato nel 1923 da un grande matematico italiano, Vito Volterra, scienziato e uomo appassionante, il quale riteneva che il progresso scientifico fosse la base per il benessere sociale, e in un certo senso, civile di un Paese. Vito Volterra dimostra, con la propria biografia, dopo quasi un secolo, che la prima necessità, in un Paese dove le discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) faticano a entrare nelle curiosità culturali di chi è in età scolare, è smantellare il racconto epico ed eroico, perché irrealistico, dello scienziato solo e sociopatico con la testa tra le stelle e disinteressato alla vita pratica. E alla vita politica. Vito Volterra ha mostrato che si può stare con la testa nelle stelle o sott’acqua a immedesimarsi in un pesce e si può immaginare una struttura dove poter studiare e dove generazioni di altri possano farlo. Si può e si deve, perché le scienze sono un percorso di scoperta nel quale, generazione dopo generazione, ci si passa un testimone di spazio, tempo, entusiasmo. Qualche mese fa, proprio il Cnr, in collaborazione con l’editore Feltrinelli, ha pubblicato un fumetto sulla vicenda umana e politica di Vito Volterra.

Il fumetto è bello e sognante come belli e sognanti sono gli scienziati e le scienziate che si mettono davanti a un problema e cercano di risolverlo; bello e sognante come sono gli scienziati e le scienziate che tentano, con strumenti di cui possono misurare l’esattezza o l’approssimazione, di descrivere la complessità e la seducente variabilità del mondo.

La funzione del mondo.

Una storia di Vito Volterra di Alessandro Bilotta e Dario Grillotti, porta una prefazione di Massimo Inguscio, presidente uscente del Cnr e una postfazione di Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le Applicazioni e il Calcolo del Cnr. Nella prefazione, Inguscio — fisico lui pure, laureato lui pure alla facoltà di fisica dell’Università di Pisa — scrive: «Oggi la visionaria sinergia multidisciplinare, dalle scienze dure a quelle umanistiche e sociali, ha nel Consiglio Nazionale delle Ricerche piena e fertile realizzazione». Ecco, rileggo queste righe, che hanno pochi mesi, come l’indizio di qualcosa che si sarebbe realizzato. La sinergia multidisciplinare doveva essere, insomma, anche nella sua posizione più apicale, una sinergia multigenere. E infatti, da ieri, Maria Chiara Carrozza in una stirpe di scienziati che si sono occupati anche di politica è la prima donna. Aggiunge strati a quella piena e fertile realizzazione dichiarata da Inguscio. Dei suoi studi e di sé stessa. Come tutti, certo, ma lei è la prima donna.

Su Google Scholar cerco gli articoli dei quali Maria Chiara Carrozza è coautrice, sono tanti, ne apro due di quelli di cui penso di poter ancora capire qualcosa, e mi imbatto in studi su protesi cibernetiche di mani, senso del tatto, progettazione di strumenti per la riabilitazione delle persone da ictus, e mi ricordo che Wiener nel suo bellissimo Introduzione alla cibernetica. L’uso umano degli esseri umani

(Bollati Boringhieri, 1966, traduzione di D. Persiani) parlava delle sue macchine, la protesi uditiva per i sordi totali per esempio, come cose che riportavano l’uomo in una condizione di piena capacità dei sensi. Ecco, mi pare che a cento anni dalla sua fondazione, il Consiglio Nazionale delle Ricerche riporti, con la nomina di Maria Chiara Carrozza, una grande istituzione scientifica italiana alla condizione di piena coscienza e capacità di percepire un mondo fatto (e pensato, e immaginato, raccontato e abitato) non solo di uomini.