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La scuola

"In classe se e quando si potrà" E per 1 su 5 niente teledidattica

27/03/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — «Si tornerà a scuola se e quando, sulla base delle indicazioni degli esperti, le condizioni lo consentiranno ». Si è preparata tutto il giorno Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, per dire questo: è possibile lo scenario 3, il peggiore. Il Covid ha chiuso l’anno scolastico 2019-2020. Famiglie e studenti e presidi lo pensano da tempo, ora è un’ipotesi che il ministero ha reso pubblica in Senato.

La seconda piccola verità rivelata, anche questa patrimonio comune da settimane, è la modalità di alleggerimento dell’esame di Maturità: mi sto orientando, ha detto ancora Azzolina, verso «sei commissari interni con un presidente esterno».

Non ha parlato, la ministra, di due questioni che sono già un fatto: l’Alternanza scuola e lavoro e i Test Invalsi non potranno più far parte dell’Esame di Stato, serve solo un decreto per sancirlo. A fronte di un miliardo e mezzo di studenti nel mondo senza classe né Lim, la ministra non si arrende alla possibilità di riaprire alcuni istituti italiani a maggio — «aprile lo diamo per perso», spiegano i suoi collaboratori — e ribadisce che l’Esame di Maturità «sarà serio e dovrà tenere conto dello sviluppo dell’apprendimento». L’anno in corso è salvo, «in deroga al limite dei duecento giorni minimi» e la Azzolina prova a salvarlo sostanzialmente con la complicata didattica a distanza: «Non c’è alternativa alle leziomi da casa e i risultati del monitoraggio ministeriale mostrano tutto il nostro impegno». Degli 8,3 milioni di studenti costretti a casa, «ne sono stati raggiunti 6,7 milioni». Un milione e sei, quindi, non fa alcuna lezione. Tra registro elettronico e nuove piattaforme, il 67 per cento delle scuole si è impegnato sulla novità e il 48 per cento, secondo le indicazioni dell’Istruzione, ha allestito un collegio docenti online .

Mille assistenti informatici aiuteranno istituti e singoli studenti in difficoltà. Per questa fase emergenziale il governo ha trovato risorse per la scuola per 136,7 milioni di euro. Settanta milioni andranno per pc e tablet da destinare a chi ne è sprovvisto, 8,2 milioni di euro sono per gli animatori digitali. La ministra ha ricordato che, per ora, le scuole resteranno chiuse fino a venerdì 3 aprile e che il decreto firmato mercoledì dal governo consente nuove misure restrittive «per periodi non superiori a trenta giorni».

Francesco Verducci, Pd, vicepresidente della commissione Istruzione, ha detto alla ministra a fine informativa: «Su una questione così urgente quale è la scuola bisogna essere umili e parlare a tutta la società civile, ai sindacati». Con i confederali la Azzolina ha rotto producendo circolari sulle telelezioni e firmando decreti sulla mobilità dei docenti senza neppure avvisarli: «Deve spostare in avanti le date, gli insegnanti non riusciranno a fare tutto in via telematica entro il 27 aprile», dice la Cgil. Anche i concorsi ordinari e straordinari previsti sono bloccati: il rischio di una riapertura a settembre nel caos è alto.

La questione della valutazione a distanza è presente e complessa. Non si possono dare voti a chi non è raggiunto dalle lezioni né possono essere paragonati i giudizi via internet con quelli del primo quadrimestre. Nei prossimi giorni il ministero valuterà l’ipotesi di fotografare i voti delle pagelle di febbraio e traslarli a settembre chiedendo un forte recupero, a chi ha insufficienze, nei primi mesi dell’anno 2020-2021. «Sarà davvero difficile bocciare qualcuno a giugno». Si cerca una strada legislativa per questo progetto.