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La Stampa-. Il ministro dimezza le materie dei licei

Il ministro dimezza le materie dei licei Al Classico spariscono chimica, geografia astronomica e matematica Lo Scientifico perde il latino e punta su informatica e nuove tecnologie ROMA Integr...

07/12/2001
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La Stampa

Il ministro dimezza le materie dei licei
Al Classico spariscono chimica, geografia astronomica e matematica Lo Scientifico perde il latino e punta su informatica e nuove tecnologie

ROMA Integrazione tra le diverse discipline, non più insegnate a compartimenti stagni. Ma anche riduzione del numero delle materie - da 13-18 a 8-10 - che verrebbero in buona parte rivoluzionate. E' un altro tassello della riforma Moratti affidata al gruppo di lavoro, presieduto da Giuseppe Bertagna. In particolare, si parla di otto discipline nei licei. Dal classico sparirebbero chimica, geografia astronomica e, soprattutto, matematica. In cambio, si studierebbero economia e scienze sociali. Allo scientifico, invece, verrebbe abolito il latino ed entrerebbero informatica e nuove tecnologie. Le materie giudicate superflue potrebbero rientrare nelle 10 ore "complementari" a disposizione degli istituti (che affiancherebbero le 25 del "modulo base"). Ad occuparsi della didattica sarà quasi certamente un team di 8-10 insegnanti che lavoreranno in modo coordinato e trasversale, coadiuvati dalla figura "incentivata" del coordinatore di classe. E poiché il "Rapporto Bertagna" indica come obiettivo da conseguire a tutti i costi la qualità dell'apprendimento, i risultati sarebbero verificati con una valutazione nazionale biennale degli studenti (durante tutto il percorso scolastico, dalle elementari alle superiori). "Siamo stati abituati - ha detto il professor Bertagna - a immaginare i piani di studio a partire dalla somma delle varie discipline, ma questo è sbagliato. Secondo la nostra proposta, mireranno innanzitutto a definire il profilo culturale che l'allievo dovrà avere alla fine del percorso di studi e stabilirà le conoscenze e le abilità da acquisire". Non solo. "E' necessaria un'integrazione tra le discipline. Gli insegnanti dovranno coordinare insieme un percorso". La rivoluzione nel piano di studi dei licei fa discutere ed è prevedibile che la discussione possa durare a lungo. Per il professor Giovanni Ramella, preside dello storico liceo classico torinese "Massimo d'Azeglio" "se davvero si pensa di cancellare la matematica al classico e il latino allo scientifico, la situazione è gravissima. Il rischio è esasperare le differenze tra indirizzi. Finora, invece, in una certa misura, nel biennio era assicurata la possibilità di uno scambio da un corso all'altro". L'errore di scelta da parte dei ragazzi, infatti, è sempre in agguato. "Il nostro grande problema, al quale abbiamo cercato di ovviare in ogni modo, era proprio la penuria di materie scientifiche, di ore di matematica. Non dimentichiamo che il classico è sempre stato la scuola degli ingegneri, come amano ripetere i docenti del Politecnico". Il professor Ramella ricorda che al ministro De Mauro, i presidi del classico avevano suggerito un incremento delle ore di matematica e lo studio della biologia fin dalla IV ginnasio. Secondo il professor Mario Perrini, preside dello scientifico "Galileo Ferraris" di Torino e presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Piemonte "da un lato, l'idea di ridurre alcune materie per introdurne altre non è negativa. Non si può, com'è stato fatto fino ad oggi, aggiungere senza togliere. Gli studenti hanno un limite. Certo alcune anticipazioni lasciano un po' perplessi: al classico, una formazione umanistica in senso moderno non può prescindere da un apporto scientifico". Rispetto all'abolizione del latino, il professor Perrini obietta: "E' una materia qualificante che si potrebbe insegnare meglio in meno tempo, ponendosi obiettivi culturali più adeguati. Oggi in seconda si fanno 5 ore di latino contro le 4 di italiano". Rendere opzionali queste materie "appese a un filo"? "Significa incoraggiare la maggior parte degli studenti a non frequentarle". Ancora: "Sicuramente l'obiettivo del ministero è arrivare ad avere un numero di diplomati simile a quello di Germania o Gran Bretagna: 80% dei giovani contro il nostro 50%. Ma il livello deve essere alto". E mentre a Foligno, dove il 19 e 20 dicembre sono previsti gli "Stati generali della scuola" voluti dal ministro Letizia Moratti, gli studenti sono già sul piede di guerra, anche l'Unione degli Studenti ha accolto l'appello della Rete Studenti in Movimento alla manifestazione nazionale di protesta del 20 dicembre, sempre nella cittadina umbra. "I veri Stati generali della scuola - ha detto Claudia Pratelli, dell'esecutivo UDS - sono gli studenti che si esprimeranno in manifestazioni come quelle previste dal 17 al 20 dicembre in varie città".

Maria Teresa Martinengo