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"L'insegnante ideale è in Cuore" IL MINISTRO ALLA PRESENTAZIONE DELLA FICTION: "LA STORIA DI QUESTO FILM E' IL SIMBOLO DELL'ITALIA MULTIETNICA" "L'insegnante ideale è in Cuore" M...

08/11/2001
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"L'insegnante ideale è in Cuore"

IL MINISTRO ALLA PRESENTAZIONE DELLA FICTION: "LA STORIA DI QUESTO FILM E' IL SIMBOLO DELL'ITALIA MULTIETNICA"

"L'insegnante ideale è in Cuore"
Moratti: li amo perché hanno autorità morale

CUORE" come simbolo dell'Italia multietnica del 2001, la maestrina dalla penna rossa ideale rappresentante della stanca e insoddisfatta classe docente italiana. Così Letizia Moratti, ministro della Pubblica istruzione, legge il romanzo di Edmondo De Amicis, mentre il film tv arriva domenica su Canale 5. "Un film bellissimo - dice il ministro, presente alla "prima" -. Ho letto "Cuore" quando ero bambina e i personaggi sono la rappresentazione della nostra società: ci sono i buoni e i cattivi, i ricchi e i poveri. Quello che mi piace di più è la maestrina dalla penna rossa, comprensiva e dolce, che aiuta i bambini e li va a soccorrere anche a casa. Una figura meravigliosa. Io sono sicura che i docenti svolgano un ruolo importantissimo, sono sempre più un punto di riferimento e aiutano le famiglie in un periodo difficile come questo, con la guerra in atto. So che la stragrande maggioranza dei docenti è così e in questo senso i personaggi di "Cuore" hanno un valore straordinario". La scuola italiana va dove la porta "Cuore"? A leggere tra le righe delle ultime proposte del ministero la battuta non è poi così peregrina, anche se i lavori della commissione presieduta dal professor Giuseppe Bertagna sono ancora in corso e devono passare entro l'anno al vaglio degli "Stati generali dell'istruzione", aperti a studenti, genitori, insegnanti ed esperti. L'orientamento pare infatti quello di salvaguardare la tradizione (mentre la riforma Berlinguer-De Mauro stravolgeva i cicli), mantenendo elementari e medie come sono ma, stando alle indiscrezioni, introducendo in seconda media un "doppio binario" dal sapore Anni 50: da una parte gli studenti che intendono proseguire gli studi superiori (con la durata del liceo ridotta però a quattro anni, per finire a 18 anni come nel resto d'Europa) dall'altra gli studenti che scelgono la formazione professionale, comunque obbligati alla frequenza fino alla maggiore età. La prevalenza di "Cuore" si vede però soprattutto in un altro passaggio della riforma, quello che auspica la messa a punto di un "codice deontologico dei docenti", con una commissione apposita presieduta dal Cardinale Ersilio Tonini. Una scelta che ribadisce, insomma, la centralità del "maestro" come autorità morale prima ancora che scolastica e l'importanza del sentimento nei confronti della nozione. "La scuola è un momento importantissimo per capire i bambini e gli altri - dice infatti la Moratti -. Oggi sentiamo l'esigenza di capire le persone che riteniamo diverse e pensiamo siano i cattivi". Oggi, soprattutto, dice Moratti rivolgendosi ai bambini presenti all'anteprima " abbiamo bisogno di eroi positivi. Bambini, potete essere degli eroi anche aiutando il vostro compagno di banco. E' importante stare vicini, raccoglierci, vivere la solidarietà anche verso chi non è uguale a noi". D'altronde l'attualità di "Cuore", ribadisce Maurizio Costanzo, responsabile della fiction Mediaset, "è nel conflitto sociale, nelle diversità di estrazione e di provenienza geografica fra i bambini della stessa classe: e la diversità delle diversità è un tema quanto mai attuale. Penso alla scuola più multietnica d'Italia, alla periferia di Milano, dove i genitori italiani non vogliono più iscrivere i loro figli: tutto questo è una bestemmia, che intendiamo combattere anche con la tv". Il lodevole messaggio ha sicuramente più efficacia se passa attraverso i volti della "maestrina" e miss Italia Anna Valle e soprattutto del Perboni Giulio Scarpati, già amatissimo Dottor Lele nella serie di Raiuno "Un medico in famiglia": "La difficoltà dell'integrazione fra i bambini della classe è estremamente attuale - dice infatti Scarpati -: nell'#39800; un gesto di solidarietà di un ricco verso un povero era rivoluzionario. E in questi tempi di guerra è importante riflettere sui sentimenti e sul senso della vita, capire le ragioni degli altri". Su tutto, la benedizione finale di Andrea Bocelli in forma di sigla: "Se la gente usasse il cuore".