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Liberazione-all'appello di Piero Bernocchi, portavoce Cobas scuola

all'appello di Piero Bernocchi, portavoce Cobas scuola Un'altra scuola è possibile E' vero, la scuola pubblica corre un grave rischio. Non solo per i fondi che il governo, in un modo o nell'alt...

21/11/2001
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Liberazione

all'appello di Piero Bernocchi, portavoce Cobas scuola
Un'altra scuola è possibile

E' vero, la scuola pubblica corre un grave rischio. Non solo per i fondi che il governo, in un modo o nell'altro, pagando un'altra cambiale elettorale, è riuscito a mettere sul piatto delle scuole private confessionali. Non solo per il regalo, previsto in Finanziaria, ai diplomifici con la riforma delle commissioni per la maturità. C'è un disegno più sottile e pericoloso che sembra potersi leggere dietro i primi atti del governo e delle commissioni nominate dal ministro. C'è in campo un'idea di descolarizzazione, che si legge nell'enfasi posta nella certificazione dei risultati, nella personalizzazione dei percorsi formativi, nelle misure che vanno verso l'eliminazione del valore legale del titolo di studio. C'è in campo l'idea di ridurre il ruolo della scuola come luogo collettivo in cui si impara stando insieme agli altri, simili o diversi, come luogo che, nel mentre istruisce, educa alla cittadinanza e costruisce coesione sociale. C'è un'idea di studente come scatola vuota da riempire e addestrare. C'è un'idea vecchia di cultura e di istruzione. C'è l'idea di una scuola pubblica ridotta a 'servizio individuale su domanda', circondata non tanto da altre scuole private, ma da una miriade di corsi privati che preparano all'acquisizione delle competenze. E' vero, la scuola pubblica corre un grave rischio. Apprezziamo la lettera aperta di Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, pubblicata da 'Liberazione' il 14 novembre, di proporre una discussione per arrivare ad una piattaforma comune, per essere "motore di avvio di un travolgente movimento". Siamo d'accordo che sarebbe un ottimo risultato. Guardare alla prospettiva di oggi è determinante, riconoscendo che ci sono anche differenze di valutazione. Non vediamo continuità tra la scuola proposta dall'Ulivo e l'ingegneria che si indovina dietro le mosse della Moratti. Siamo convinti che l'autonomia scolastica sia una grande carta da giocare, che valorizza la professionalità e che può essere un forte antidoto all'aziendalizzazione della scuola, perché ha detto in modo inequivocabile che la scuola ha bisogno di modelli di organizzazione del tutto originali, che hanno anche bisogno di profili articolati. La stessa riforma dei cicli, infine, proponeva una sostanziale riqualificazione del sistema della formazione professionale, attraverso un'organica integrazione con la scuola. Questo detto per onestà intellettuale e con la disponibilità a un confronto di merito, siamo disponibili ad avviare un percorso di costruzione che punti sia ad una manifestazione nazionale, sia a una ampia campagna che ridia fiducia alla scuola, che ricollochi la scuola pubblica al centro del sistema, anche attraverso la valorizzazione salariale, che faccia saltare la logica di una regionalizzazione che crea squilibri ed iniquità. Pensiamo che in questo percorso si debba coinvolgere anche il mondo dell'associazionismo professionale. Non solo. Occorre allargare i confini, oltre ai sindacati e alle associazioni di categoria, oltre agli addetti ai lavori, occorre coinvolgere le famiglie, i giovani, i cittadini, perché davvero, se dovesse andare in porto il disegno che si percepisce, ci troveremo, tutti, con una scuola vuota ed una società più ignorante, drammaticamente selettiva, con meno diritti, mentre la qualità della cittadinanza si intreccia sempre più fortemente al sapere.

Vittorio Cogliati Dezza
responsabile nazionale Legambiente Scuola e Formazione

; Tom Benetollo
Presidente nazionale Arci