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Liberazione-Il professor Ciampi e l'alunna Moratti

Il professor Ciampi e l'alunna Moratti Lo show degli Stati generali e l'avvrtimento del capo dello Stato: "La scuola pubblica non si tocca" Frida Nacinovich Che spettacolo, gli Stati generali...

20/12/2001
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Liberazione

Il professor Ciampi e l'alunna Moratti
Lo show degli Stati generali e l'avvrtimento del capo dello Stato: "La scuola pubblica non si tocca"
Frida Nacinovich
Che spettacolo, gli Stati generali della scuola. L'unico show dove per entrare bisogna sfondare un cordone di polizia. Molto pittoresco, come diceva il turista inglese Enrico Montesano. Ci sono le (belle) hostess delle libertà, il buffet quasi irraggiungibile per motivi di sicurezza, il vescovo di Como - quello leghista - Alessandro Maggiolini. Nel kit morattiano c'è anche il messaggio del capo dello Stato. Carlo Azeglio Ciampi parla del "ruolo insostituibile di servizio pubblico che la scuola è chiamata a svolgere, nel rispetto del fondamentale diritto allo studio". E allora non capisci più niente. Perché dal Colle si ribadisce il principio della scuola pubblica dettato dalla Costituzione, mentre a quelli sul palco della scuola pubblica non sembra importare poi molto. Un enorme schermo è in bella mostra nella sala del Palazzo dei congressi. Silvio Berlusconi è in arrivo, intuirlo non è difficile. Ai lati, ben in vista, due cartelloni con il motto della due giorni sul futuro dell'istruzione italiana: "Una scuola per crescere - punto e a capo". Il ministro Moratti fa gli onori di casa, seduta al centro del grande palco sul quale, a semicerchio, ci sono i rappresentanti di insegnanti, studenti e genitori che prenderanno la parola nel corso della giornata. I dettagli dell'abbigliamento fanno capire che le donne del Polo sono in netta maggioranza. Unica eccezione il ministro, che si presenta in un sobrio tailleur pantalone grigio acciaio e nero. Il resto invece è un festival di stivali da cowboy al femminile. In tutto un migliaio di persone. Tra i quali l'immancabile "ragazzo con kefiah al collo", cosa ci faccia lì vestito in quella maniera è un mistero. Infatti viene assalito dalle domande dei cronisti. Qualche maligno gli chiede se per caso non è una comparsa pagata dall'inesauribile premier-magnate delle televisioni. La risposta è per fortuna disarmante: "Gli Stati generali della scuola sono uno show ridicolo, domani raggiungo i miei compagni di scuola in piazza". Ci sono anche i professori, fanno interventi brevissimi, domande appropriate (sul tempo pieno, sull'anno in più o in meno per i licei, sull'orario di lavoro ridotto), e cercano di non litigare. Un insegnamento che i loro allievi non raccolgono. Per Giorgia, Azione studentesca, "gli Stati generali sono un'ottima occasione di confronto". Sara e Giulia, rappresentanti delle Consulte studentesche di Verona e Livorno non sono per niente d'accordo. "Questo è un incontro mancato, una presa di giro". Vogliono dare al ministro Moratti una bella letterina con la storia del loro coetaneo di Cagliari, Roberto Loddo. "In occasione dell'incontro regionale delle consulte - raccontano - ha trovato il suo nome scritto su un foglietto dimenticato per errore con accanto l'appartenenza politica e un insulto pesante". Morale della favola, secondo le due studentesse i problemi ci sono eccome. E questo bluff degli Stati generali è pure costato 140mila lire di hotel a notte. "Ci hanno detto che ci saranno restituite, ma si rendono conto di quanti soldi sono per noi che non abbiamo neppure diciotto anni?". Quando interviene il professore meridionale che parla dei problemi del sud con accento milanese, la sala è semideserta. Nonostante il freddo fuori, quasi tutti si perdono la lezione del giorno. "L'antinomia non è fra scuola azienda e scuola - spiega - ma fra scuola che funziona e non funziona". E poi colpo di scena, arrivano le tre "C": "Conoscenza, capacità, competitività". Ma non dovevano essere le tre "I" (informazione, informatica, inglese)? E' il momento dei saggi dei bambini delle elementari, dei ragazzi delle medie e delle superiori. Le scuole della penisola organizzano spettacoli contro il razzismo. Belli e irreprensibili. Ma che c'azzeccano? Per fortuna del professor Bertagna - l'ideologo della controriforma Moratti - danno anche il documento scritto. "Non si preoccupi, è solo un cartaceo", dice con un sorriso da copertina un hostess delle libertà. Ecco la scuola per crescere punto e a capo. "Una scuola - dice Letizia Moratti - che tenga tenga conto che nella società c'è più bisogno di sapere, di conoscenza. La scuola deve essere capace anche di attenzione alle esigenze più nascoste dei ragazzi". Ma non sa cogliere, il ministro, il disagio delle migliaia di giovanissimi che sfilano nelle strade della capitale e che potrebbero diventare centomila pronti ad assediare l'Eur. Un presidio che, promettono, sarà pacifico. Come pacifica è stata la manifestazione di oggi, tra catene umane e girotondi. Se però il metro di misura è la sensibilità di Gianfranco Fini, le provocazioni ci sono state. Anche parecchie. "Moratti e Storace peggio dell'antrace". Dentro il Palacongressi, il ministro parla a una platea che ha scelto lei. E dice di volere comunque escludere colpi di mano del governo. Anzi, concludendo l'intervento assicura che non sarà fatta nessuna riforma senza un accordo generale fra tutti i protagonisti del mondo scolastico. Fosse vero, sarebbe una bella notizia. Peccato che ci sia anche il resto della storia: "L'indagine Istat conferma un consenso molto ampio sulla riforma". Lo spettacolo è finito, gli spettatori se ne vanno. Piuttosto delusi. La parte migliore della kermesse è quella che non era in programma: le strade e le piazze romane piene di studenti. Stai a vedere che oggi dentro il palazzo dei Congressi ci sarà qualche posto vuoto. E si sentirà la mancanza di chi ha avuto il coraggio di dire apertamente al sorridente ministro Moratti che la sua riforma è indigeribile. Punto e a capo.