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Manifesto-La Cgil corre verso il patto interno

La Cgil corre verso il patto interno A Rimini i due documenti potrebbero diventare un solo testo. Cofferati: "Auspico una conclusione unitaria" PAOLO ANDRUCCIOLI - ROMA Con 56 mila assem...

09/01/2002
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il manifesto

La Cgil corre verso il patto interno
A Rimini i due documenti potrebbero diventare un solo testo. Cofferati: "Auspico una conclusione unitaria"
PAOLO ANDRUCCIOLI - ROMA

Con 56 mila assemblee di base e circa 2 mila congressi di strutture, la Cgil si avvia a chiudere la lunga e complessa fase preparatoria del suo congresso nazionale. E' la terza volta dal '91, (l'anno della minoranza di "Essere sindacato" di Fausto Bertinotti) che il dibattito congressuale si basa su due documenti contrapposti. Questa volta il primo documento di maggioranza è stato firmato dal segretario generale Sergio Cofferati, mentre il secondo, quello della minoranza di sinistra Lavoro società-Cambiare rotta è stato firmato da Gian Paolo Patta. In vista dell'avvicinarsi della data del congresso nazionale che si terrà dal 6 al 9 febbraio a Rimini, ieri la Cgil ha organizzato una conferenza stampa per spiegare lo stato dell'arte raggiunto fino a questo momento.
Due sono le notizie principali che si possono ricavare dalle dichiarazioni di Carlo Ghezzi, responsabile dell'organizzazione della Cgil. La prima è che viene data per scontata la rielezione a Rimini di Sergio Cofferati, che rimarrà alla guida della Cgil per altri sei mesi circa, ovvero fino al 29 giugno, data di scadenza del suo mandato, essendo stato eletto come segretario generale nel giugno del '94. La seconda notizia riguarda i rapporti tra maggioranza e minoranza. Tutti i congressi provinciali, locali e le assemblee dei lavoratori sono state all'insegna della contrapposizione dei due documenti che hanno ottenuto, rispettivamente l'82 e il 18 per cento. Il confronto - ha detto Carlo Ghezzi - è stato vero e in certi casi anche molto aspro. Ma ora, a poco tempo dall'avvio del congresso di Rimini, si profila la possibilità della ratifica di una "pace" tra le due squadre, ovvero la possibilità di unificare i due documenti di maggioranza e minoranza, uscendo da Rimini con un solo testo di sintesi. "Siamo certi che è possibile lavorare per una soluzione politica unitaria", ha spiegato Ghezzi. La valutazione di Ghezzi si basa ovviamente sulle conclusioni concrete di tanti congressi regionali e di alcuni di quelli di categoria che si sono aperti con documenti contrapposti e chiusi con documenti unitari. Sempre secondo Ghezzi la possibilità di ratificare una pace interna sono legate alla mutata situazione politica. La concertazione e la stessa politica dei redditi con il loro caposaldo nell'accordo del luglio '93 erano i temi che dividevano fino ai mesi scorsi la minoranza dalla maggioranza. Ora però quello schema è saltato nei fatti, mentre l'accelerazione dell'attacco ai diritti dei lavoratori attraverso la sospensione dell'articolo 18 e le altre "novità" contenute nel Libro Bianco impone alla Cgil e a tutti i sindacati di organizzare una risposta forte e di lunga durata, con il "passo del maratoneta".
Sulla pace interna e soprattutto sul documento unitario non è però dello stesso avviso Augustin Breda, rappresentante della minoranza Lavoro-società all'interno della Fiom nazionale. E' vero, sostiene Breda, che si sono riscontrate diverse convergenze nei congressi svolti, ma è anche vero che "permangono diversità che dovranno essere affrontate prima di poter dire che il congresso si chiuderà con un documento unitario.
La minoranza della Cgil è comunque molto soddisfatta dei risultati raggiunti. Il nostro documento - ha detto Gian Paolo Patta - ha superato il 18% dei voti espressi, che va oltre il 21% tra i lavoratori attivi senza contare i pensionati. Il successo è particolarmente evidente in alcune regioni come il Piemonte, la Liguria e la Lombardia, mentre nelle regioni del sud il seguito della sinistra Cgil è ridotto. "Pur nel confronto tra posizioni diverse - ha detto Patta - il dibattito ha reso protagonisti i lavoratori senza mettere in discussione l'unità della Cgil". Anche per il segretario generale Sergio Cofferati il dibattito che si è svolto è stato un vero esercizio di democrazia. "Sarò contento - ha detto - se si arriverà a una conclusione più unitaria di quanto è avvenuto all'inizio del congresso". Complessivamente il congresso ha coinvolto circa un milione e trecentomila persone. Di queste, trecentomila sono pensionati, tutti gli altri lavoratori in attività.