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Maturità 2018, l’alternanza scuola-lavoro è un pasticcio: non è ancora obbligatoria ma peserà sul voto

Ancora per quest’anno si può essere ammessi senza aver fatto 200 ore di stage nei licei e 400 nei tecnici e professionali. Ma le esperienze di alternanza potranno entrare sia nella valutazione finale che, a discrezione del Consiglio di classe, nel quizzone e all’orale

25/05/2018
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Corriere della sera

Orsola Riva

Quella di quest’anno è l’ultima Maturità di vecchio conio. Dall’anno prossimo, addio quizzone e tesina: gli scritti saranno solo due (tema e prova di indirizzo) e all’orale al posto della tesina toccherà rompere il ghiaccio raccontando le esperienze maturate nel triennio durante le ore di alternanza scuola-lavoro. In teoria gli stage (200 ore per i licei e 400 per i tecnici) sono obbligatori fin dal 2015-6. Quindi i 509.307 maturandi avrebbero potuto portarli all’esame già quest’anno. Ma visto l’inizio avventuroso di questa sperimentazione, partita un po’ alla garibaldina senza che ancora ci fosse un registro di aziende ed enti convenzionati, con i dirigenti costretti a chiedere aiuto ai genitori per procurarsi dei contatti utili, si è deciso - saggiamente - di rinviare all’anno prossimo l’esordio dell’alternanza all’esame. Anzi: è stato proprio in considerazione della falsa partenza degli stage, che il Miur ha deciso di rinviare la nuova Maturità al 2019 (mentre il nuovo esame di terza media parte già quest’anno).

Sì, no, forse

Il risultato però è che questa Maturità, ancora uguale in tutto e per tutto alla vecchia, in una sola cosa differisce da quella degli altri anni: l’alternanza scuola-lavoro che, lasciata fuori dalla porta (il decreto legislativo n.62 dell’anno scorso con il quale si è deciso di rinviarla al 2019), è però rientrata dalla finestra prima di una nota ministeriale ad aprile e poi dell’ordinanza sulla Maturità di maggio. Da un lato infatti questi due documenti ribadiscono che ancora per quest’anno, ai fini dell’ammissione all’esame, «la normativa nulla dispone circa l’obbligo per gli studenti di aver svolto un monte ore minimo di attività di alternanza». Tradotto in non burocratichese: per essere ammessi alla Maturità non è obbligatorio aver fatto 200 ore di stage nei licei e 400 negli istituti tecnici e professionali. Argomento chiuso quindi? Niente affatto. Perché invece la stessa nota n. 7194 spiega che nel caso in cui invece gli studenti abbiano maturato il monte ore minimo di attività extra scolastiche, esse entreranno sia nel giudizio finale del Consiglio di classe che nella predisposizione della terza prova (il cosiddetto quizzone). E saranno richieste pure durante il colloquio.

Rischio contestazioni

Lo spiega bene anche l’ordinanza n. 350: ««La valutazione delle eventuali esperienze di alternanza scuola-lavoro concorre a integrare quella delle discipline alle quali tali attività afferiscono e contribuisce in tal senso al credito scolastico» (che ancora per quest’anno pesa fino a 25 punti su un massimo di 100, mentre dal 2019 conterà molto di più: addirittura 40 punti su cento). Quindi? Quindi l’alternanza non è obbligatoria nel senso che ancora per quest’anno non è condizione necessaria per l’ammissione all’esame. Ma potrà pesare nel voto di ammissione all’esame e, a discrezione del Consiglio di classe, fare capolino sia nel quizzone che all’orale. Con buona pace degli studenti che già si fregavano le mani convinti di aver scampato il pericolo. In questo quadro a dir poco ambiguo, per cui cui l’alternanza potrebbe pesare tanto poco o per nulla nel voto finale di Maturità, una sola cosa è certa: le polemiche sono assicurate. E - Dio non voglia - pure le contestazioni in caso di bocciatura o anche solo di un voto non soddisfacente.