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Maturità al via con il dubbio: ma i ragazzi sanno scrivere?

È questa la grande incognita degli esami di Stato: capire se per gli studenti, che si lanciano in fantasiosi tototemi e totoautori senza badare alla forma nel senso letterale del termine, è poi così semplice riuscire a scrivere un testo e ad argomentare le proprie idee.

20/06/2018
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Il Messaggero

Cuore in gola e vocabolario sotto il braccio, oggi inizia l'esame di maturità per quasi 510mila studenti: si parte con la prima prova scritta, quella di italiano. In massimo 6 ore, a partire dall'apertura del plico ministeriale che contiene le tracce, i candidati dovranno cimentarsi con uno scritto a scelta tra un testo da comprendere ed analizzare, saggi ed articoli da redigere, temi da scrivere e argomentare. Ne saranno capaci?
È questa la grande incognita degli esami di Stato: capire se per gli studenti, che si lanciano in fantasiosi tototemi e totoautori senza badare alla forma nel senso letterale del termine, è poi così semplice riuscire a scrivere un testo e ad argomentare le proprie idee. «Osservando gli anni passati - spiega Carlo Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca vediamo risultati eccellenti e risultati mediocri e insufficienti. Molto dipende dalla situazione culturale e famigliare del ragazzo: i genitori devono dare valore alla scuola e solo così il figlio prende esempio e studia con impegno. Inoltre, sapendo quanto è importante la lettura per imparare a scrivere, mi chiedo: quanti libri hanno in casa gli studenti del quinto anno della scuola superiore?». Ma la risposta non è affatto rassicurante visto che secondo l'indagine Istat «Produzione e lettura di libri in Italia», di fine 2017, emerge che la quota di lettori tra i 15 e i 17 anni è diminuita dal 53,9% del 2015 al 47,1% del 2016: meno di un adolescente su due, quindi, in un anno ha letto almeno un libro.
CAMPANELLO D'ALLARMEUn dato allarmante, visto che si tratta della fascia d'età più propensa alla lettura in quanto sollecitata dalla scuola. «Per saper scrivere contano tanti fattori, come l'abitudine a leggere e il contesto sociale spiega Anna Maria Ajello, la presidente dell'Invalsi che valuta anche le competenze linguistiche dei ragazzi dovremmo però riflettere sul fatto che nella scuola italiana si insegna a scrivere alle elementari ma a seguire non c'è un percorso di insegnamento con difficoltà più articolate alle medie e poi alle superiori. Dovremmo accompagnare alla crescita del ragazzo nell'abilità nella scrittura».
Una linea comune non c'è, quindi, e i risultati si vedono: «Sta scemando l'abilità dei ragazzi nella scrittura argomentativa, è evidente purtroppo spiega Paolo Pedullà, preside dello storico liceo classico Tasso di Roma - il compito davvero difficile della scuola è quello di formare i ragazzi in questo ambito, dove si stanno affermando nuove forme di scrittura come quelle dei social. Ma non le temo: anche un testo sintetico, se efficace, prevede delle competenze. Mi riferisco invece alle difficoltà che incontrano i ragazzi nel saper scrivere e argomentare».
I RUOLITra i migliori ci sono quelli che, gareggiando con compagni in tutta Italia, vincono le Olimpiadi di italiano come accaduto a Caterina Dalmaso, oggi studentessa universitaria alla facoltà di matematica: «si può imparare a scrivere - spiega la ragazza originaria di Trento - eccome se si può. Se segui le indicazioni dei tuoi docenti e ti cimenti con le simulazioni che vengono svolte in classe, puoi arrivare pronto all'esame di maturità. Ne sono convinta. Se poi hai anche un docente che ti trasmette la passione della scrittura, è ancora meglio».
Ed è proprio su questo punto, sulla possibilità concreta di insegnare ai ragazzi a scrivere, che interviene la preside del liceo classico Mamiani della Capitale: «per appassionarsi alla scrittura, al gusto di scrivere, c'è bisogno di tempo. Non mi riferisco al tempo per studiare a casa, dove la tentazione di copiare da internet è troppo forte, mi riferisco al tempo a disposizione in classe: non ne abbiamo più. Dalla riforma Gelmini in poi abbiamo perso ore di lezione nell'ambito linguistico dando il via a valutazioni fatte con test veloci a crocetta, anche per verifiche di scienze o filosofia dove invece serve argomentare, e un vocabolario sempre più ristretto sia nella scrittura sia nel modo di parlare.
Lorena Loiacono