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Nelle Marche troppi laureati in Agraria, in Trentino mancano gli ingegneri biomedici

L'Italia delle scelte sbagliate. Servono graduati in Economia, Statistica e Ingegneria elettronica. La Lombardia assume un terzo dei neolaureati d'Italia

28/08/2018
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la Repubblica

Corrado Zunino

Nel nostro Paese accade, lo dice l'Osservatorio di "Talents venture", che ci siano troppi laureati in discipline sovraffollate. E siano pochi i laureati nelle materie richieste dalle aziende dei territori circostanti. La start up milanese, che si occupa di orientamento e sostegno all'istruzione universitaria, nell'ultimo report parla di "disallineamento" e sostiene che lo skills gap - la distanza, appunto, tra domanda lavorativa e offerta universitaria - arriva a sfiorare il 60 per cento per alcune lauree. Un'azienda alla ricerca di uno specializzato in Ingegneria elettronica e dell'informazione fatica a trovarlo in oltre la metà dei casi.
 
In termini assoluti, le lauree ad indirizzo economico sono prime sia per diplomati finali (48.953) che per assunzioni (136.580). I dati sono del 2017. Ma, come si vede da questi numeri, c'è ampio spazio per nuovi laureati economici: la domanda è quasi il triplo dell'offerta.
 
I diplomi di laurea a indirizzo statistico registrano il miglior punteggio - la società di consulenza ha creato un indice di competitività degli studenti, chiamandolo Gci - e un rapporto di quasi sei assunzioni per ogni laureato: l'indirizzo universitario - Statistica, appunto - fa registrare poco più di 1.300 studenti l'anno che escono dall'università a fronte di oltre 7.500 posizioni lavorative previste nelle aziende. Al secondo posto si trovano le lauree Ingegneria elettronica e dell'informazione: sempre nel 2017 le imprese hanno cercato sul mercato oltre 45.000 professionisti con questa specializzazione, nonostante i nuovi laureati fossero meno di 10.000.
 
Il "disallineamento" di competenze maggiore si trova nel Trentino Alto Adige: sono stati solo dodici i residenti di questa regione laureati in Ingegneria gestionale o biomedica quando la richiesta delle aziende è di quasi 500 specialisti. "La ricerca di professionalità da parte delle imprese del territorio resta del tutto insoddisfatta". Opposto è il caso dei laureati in facoltà agrarie nelle Marche: nell'anno trascorso si sono graduati in 230 mentre le aziende avevano dichiarato di cercare solo 10 professionisti con quelle caratteristiche.
 
A prescindere dalle singole specializzazioni, la Lombardia è la regione che riesce a trovare un lavoro al maggior numero di laureati: per ogni studente uscito dalle università locali sono previste tre posizioni lavorative. All'estremo opposto si trova il Molise dove, in media, le aziende di casa prevedono di assumere un professionista ogni due laureati residenti in regione. Con oltre 55 mila laureati ogni anno la Lombardia fornisce all'Italia quasi il 20 per cento dei graduati. Anche in termini di prospettive occupazionali la regione primeggia: i giovani neolaureati che si prevedono di assumere in Lombardia sono quasi un terzo di tutti i laureati ricercati in Italia.
 
La Lombardia è la destinazione principale per la maggior parte degli studenti alto-formati del Paese: 16 indirizzi di laurea su 20 presentano questa regione come primo luogo di lavoro. "Il dato mostra, da un lato, come la Lombardia attragga il capitale umano più istruito di questa nazione, dall'altro come ciò si traduca in un'estrema polarizzazione del talento". D'altronde le università lombarde, hanno dimostrato altri lavori, offrono le migliori retribuzioni future ai propri laureati.
 
Uno studente della Sardegna, per esempio, potrebbe trovare utile sapere che, nel caso voglia tornare a lavorare nella sua terra, dovrebbe considerare una laurea in Statistica, Ingegneria elettronica e dell'informazione, Ingegneria biomedica o Ingegneria gestionale. "Potrebbe decidere di frequentare questi corsi nelle migliori università d'Italia per poter avere maggiori probabilità di trovare lavoro nella propria regione d'origine", suggerisce il report. Allo stesso modo le Università del Trentino Alto Adige dovrebbero prendere in considerazione di iniziare a offrire corsi a indirizzo chimico-farmaceutico, visto che le imprese del luogo cercano 450 professionisti l'anno con questo titolo