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Nuovi istituti professionali, il Cspi accusa: partenza al buio E i sindacati fanno quadrato: meglio rinviare la riforma

Il parere alla ministra sul regolamento: troppa fretta, le famiglie non sono state informate

30/01/2018
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Rinviare la riforma di un anno. Al consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) i sindacati fanno quadrato e accusano una tempistica troppo stretta per l'avvio a settembre dei nuovi percorsi di istruzione professionale, previsto dal decreto legislativo n. 61/2017. Riuscendo così, a far approvare, il 18 gennaio, un parere sullo schema dei regolamento dei nuovi percorsi di istruzione professionale che da una parte «condivide l'obiettivo di rilancio e rivalutazione dell'istruzione professionale», ma dall'altra «ritiene opportuno un rinvio dell'attuazione del provvedimento » per «i tempi troppo compressi».

Per il Cpsi, infatti, gli istituti professionali, in molte regioni si troveranno nelle condizioni di non garantire alle famiglie che intendano iscrivere i figli nell'anno scolastico 2018/19 sia una scelta consapevole sia la possibilità di conseguire all'interno del percorso di studi la qualifica triennale. Occorrono ulteriori provvedimenti ministeriali che dovranno essere emanati nei prossimi mesi. Così come non è possibile stipulare i necessari accordi con gli usr sia alle scuole vogliano attivare in via sussidiaria corsi di IeFp, sia per il nuovo indirizzo «Gestione delle acque e risanamento ambientale». Inoltre, le necessarie attività di formazione del personale saranno difficilmente realizzabili in tempo utile. Mentre il cambiamento del paradigma didattico e l'introduzione di un progetto formativo individuale richiedano un forte investimento in organici e in risorse (Mof, laboratori e strutture di contesto).

Contraria al rinvio l'Anp, che sottolinea come «ancora una volta, purtroppo, il Consiglio ha evidenziato la sua impostazione ideologica e conservatrice rispetto ad ogni proposta di cambiamento». «L'esperienza ci dice che quando si rinvia si tende ad affossare, cancellare e dimenticare. In questo caso, poi, va ricordato che la legge ha già previsto cospicui investimenti». Tira dritto il Miur pubblicando online materiali e documenti sui nuovi istituti professionali in vista del rush finale delle iscrizioni al prossimo anno scolastico.

Il Cpsi ha espresso anche una serie di rilievi al merito del provvedimento. In particolare, la preoccupazione che i nuovi percorsi professionali siano troppo sbilanciati a inseguire i cambiamenti tecnologici collegati al mondo del lavoro piuttosto che a garantire una formazione qualificata ed idonea ad affrontare anche i cambiamenti del mercato del lavoro. Ha sottolineato la necessità di introdurre nuove metodologie didattiche che inducano gli studenti a cogliere la validità delle teorie e dei paradigmi astratti, partendo dalla osservazione della realtà.

L'organo consultivo della ministra Valeria Fedeli evidenziato l'importanza che l'istruzione professionale rimanga strettamente connessa all'istruzione tecnica, legame che ha prodotto esperienze virtuose come i Poli Tecnico-professionali, evitando il rischio che si produca una negativa e anacronistica separazione tra le due filiere di istruzione. Mentre condivide la necessita di una personalizzazione dei percorsi formativi e l'importanza della funzione tutoriale per orientare, sostenere e accompagnare il percorso di studi di ogni studente e favorire anche un lavoro comune tra i docenti.