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Passa il messaggio che i bambini sono sacrificabili bisognerà recuperare momenti di crescita

Chiara Saraceno

04/03/2021
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La Stampa

Ha ragione il presidente dell'Anci a lamentare che si chiudono, ancora una volta, esattamente come un anno fa, le scuole e i servizi per la prima infanzia per due terzi circa dei bambini e ragazzi in tutt' Italia mentre viene ritenuto essenziale permettere l'asporto da bar e ristoranti fino alle 22.

Non è chiaro, infatti, a quale criterio di bisogno essenziale risponda comprarsi qualche bottiglia di vino o liquore, o un pasto pronto, a fronte della evidente minore essenzialità attribuita ai bisogni educativi. Non discuto qui della necessità, in un contesto di contagio galoppante, di evitare che bambini e ragazzi stiano negli stessi spazi per molte ore e soprattutto di evitare assembramenti all'entrata e all'uscita delle scuole e sui mezzi di trasporto, pur senza dimenticare che poco si è fatto per rendere sicuri i trasporti e per evitare assembramenti. Anche altri Paesi stanno facendo lo stesso. Ma con più coerenza: se si deve chiudere, si chiude tutto e si evita di creare condizioni per cui l'unico luogo considerato insicuro sono le scuole, mentre ragazzi e adulti possono allegramente incontrarsi in folti gruppi vicino ai locali di asporto o nei parchi, o nelle case private, nonostante i divieti formali.

Spiace che ancora una volta il messaggio dato alle bambine/i e adolescenti, alle loro famiglie agli insegnanti, sia che la scuola è l'attività e il luogo più e prima sacrificabile. È vero che la didattica continuerà a distanza. Ma non l'attività dei nidi e probabilmente anche di gran parte delle scuole per l'infanzia, di nuovo scaricando sulle famiglie, per lo più di fatto sulle madri, il compito di far fronte a compiti educativi, di socializzazione, di avviamento all'autonomia che a questa età richiedono proprio spazi e relazioni esterne alla famiglia. Per non parlare dei problemi di conciliazione con il lavoro, se si è «tanto fortunate» da non averlo perso in questi mesi.

Il rifinanziamento del congedo straordinario, se serve a tamponare per un po' i problemi organizzativi per le donne che vi hanno accesso (solo le lavoratrici dipendenti), mentre rafforza di fatto la divisione del lavoro tra uomini e donne e lo squilibrio economico che ne deriva, non compensa la perdita educativa e di socializzazione dei bambini. Ma anche per i più grandi la Dad è troppo spesso inaccessibile per mancanza di strumenti, di connessione, di spazi abitativi adeguati, come ha ricordato ancora ieri una ricerca di Save the Children.

Il credito di attenzione, opportunità di apprendimento e sviluppo delle proprie capacità, maturato da una parte importante di bambine/i e adolescenti che già partivano in condizioni di svantaggio, è enorme, e non può essere ignorato in tutte le decisioni che riguardano la scuola. Contrastare le disuguaglianze di partenza, e il loro aggravamento nella pandemia, dovrà essere al centro delle scelte di politica ed educativa delle prossime settimane e mesi, a partire dal PNRR, ma anche del modo in cui si organizzano queste settimane di chiusura, prevedendo forme di accompagnamento, di accoglienza in spazi sicuri per piccoli gruppi, ove vi siano gli strumenti necessari ed educatori con cui confrontarsi.

Ma anche per chi ha avuto più risorse, il ritorno o la continuazione della Dad rappresenta una sconfitta. È come se si dicesse loro che i sacrifici di socialità e di attività che hanno fatto, l'impegno che hanno messo insieme ai loro insegnanti per superare le difficoltà di questi mesi, sono stati inutili e di questa inutilità devono pagare loro il prezzo.

Nel pensare a come, e con quali obiettivi, allungare il calendario scolastico fino a giugno compreso occorrerà evitare di considerarlo come un tempo da riempire di lezioni per «completare il programma». Bisognerà piuttosto considerarlo un tempo per consentire, accanto al rafforzamento, ove necessario, di apprendimenti fragili o mancati, di elaborare insieme questa esperienza, perché possa diventare un'opportunità di crescita e di consapevolezza di sé, anche con l'allargamento extrascolastico ed extracurriculare dello spazio, modalità e relazioni educative, per ritrovare il piacere di fare cose insiemenon vincolati da un programma, ma non per questo con minor valore, in termini di conoscenza e di crescita personale.—