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“Per la maturità non fate il tototema e leggete i giornali”

Intervista a Luca Serianni

12/06/2018
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Maturità, meno dieci giorni. Le tracce del tema sono già state decise dagli esperti del Miur il 3 maggio scorso. Nel frattempo c’è stato il cambio ai vertici in viale Trastevere, ma nulla fa presagire che il neo ministro Marco Bussetti voglia metterci mano. «Penso che non le cambierà, anche solo per ragioni di tempo», osserva Luca Serianni, professore di storia della lingua italiana alla Sapienza. Il linguista, tra i più autorevoli in Italia, ha guidato per il Miur la task force sull’italiano, ha cambiato le modalità del tema svolto ieri dai candidati all’esame di terza media. E ha pronte le nuove linee guida per la Maturità 2019.

Professore, il cambio di governo potrebbe influire sulle tracce, scelte sotto il dicastero di Valeria Fedeli, anche solo rispetto a temi caldi come l’immigrazione o l’Europa?

«La politica non entra nella Maturità, non è mai successo e difficilmente una traccia risente del colore politico del governo.

I commissari non si lasciano condizionare. E gli studenti devono preoccuparsi di fare un discorso sensato che mostri le loro capacità di saper guardare oltre».

Il toto-tema impazza. Negli ultimi dieci anni Montale è “uscito” tre volte, ma quello che più temono i maturandi è un autore fuori dal programma come fu per Caproni lo scorso anno, Eco l’anno prima e Magris nel 2013. Può dare qualche indicazione?

«Consiglierei di non inseguire questa caccia all’autore o all’argomento che potrebbe uscire: non ci si prende e non serve. Lo spirito della prova è verificare le capacità del candidato nel commentare un testo. Conta il senso critico e quello che si è imparato negli anni di scuola. La traccia suggerisce un percorso in cui si deve far valere la propria maturità intellettuale e padronanza linguistica».

Come prepararsi?

«Leggendo editoriali di giornali e riviste come Limes o Internazionale su temi ampi di geopolitica, questioni etiche e sociali. Non è mai accaduto che escano temi sull’attualità politica più stretta, ma si dia un’occhiata al mondo».

E come si affronta la prova scritta?

«Almeno la prima mezz’ora, prima di scegliere l’argomento e di mettersi a scrivere, va dedicata alla scaletta: serve a organizzare il discorso per punti. Altri venti minuti vanno tenuti alla fine per rileggere il testo. Questo per evitare errori ortografici, ma anche per vedere se funziona. Una buona tecnica è l’auto-riassunto mettendosi nei panni di un altro che lo legge: ha una logica il mio discorso, riesco a sintetizzare in un titolo ogni paragrafo? Infine, sarà banale, ma il tema va scritto in bella grafia e non in stampatello».

Ma come sarà il tema della Maturità 2019 secondo le linee guida che presenterete al nuovo ministro?

«Non proponiamo uno stravolgimento, ma solo che la prova serva a valutare di più la capacità di comprensione del testo suggerendo brani anche di prosa e non solo letterari. Altra indicazione è sugli autori: non solo del ‘900, ma dall’Unità d’Italia in avanti. Verga, per esempio. Infine si suggerisce di ridurre i documenti in appoggio al saggio argomentativo altrimenti i maturandi rischiano il collage di pezzi e scompare lo spirito critico».

Pensa che il ministro accoglierà i suggerimenti e che si continui il lavoro sul fronte dell’emergenza giovani che non sanno l’italiano?

«Auspico che ne tenga conto. E che continui lo sforzo nell’educazione linguistica dei ragazzi. Esprimersi e capire quello che si legge mette al riparo dalle fake news e dall’incapacità di distinguere tra propaganda e buona informazione.

La lingua ha a che fare con i diritti di cittadinanza»

Un augurio ai maturandi?

«L’ansia è fisiologica, l’esame è ancora un rito di passaggio: ma andrà bene. Piuttosto fate una scelta, per l’università o il lavoro, fondata sulle vostre propensioni»