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Più risorse per stabilizzare i ricercatori precari degli enti pubblici

Aumenta la dote (anche se non di molto) a disposizione degli enti di ricerca per stabilizzare i tantissimi precari (si stima un 40% di tutto il personale).

22/12/2017
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Il Sole 24 Ore

Aumenta la dote (anche se non di molto) a disposizione degli enti di ricerca per stabilizzare i tantissimi precari (si stima un 40% di tutto il personale). L’ultima modifica alla legge di bilancio riconosce agli enti la facoltà di bandire, nel triennio 2018-2020, specifiche procedure concorsuali volte alla stabilizzazione e destinate anche ai titolari di assegni di ricerca in possesso di determinati requisiti (quindi non solo contratti a tempo detereminato).

In base a quanto disposto dalla riforma Madia (l’articolo 20, comma 2, del Dlgs 75/2017 ) le procedure concorsuali dovranno avvenire nel rispetto del nuovo piano triennale dei fabbisogni (e con l'indicazione della relativa copertura finanziaria) e devono essere riservate, in misura non superiore al 50% dei posti disponibili, al personale non dirigenziale in possesso di determinati requisiti . In particolare si prevede per la stabilizzazione dei ricercatori e dei tecnologi in servizio presso gli enti pubblici di ricerca elencati all’articolo 1 del Dlgs 218/2016 - fatta eccezione per il Crea e per l’Inapp - la costituzione presso il ministero dell’Economia di un apposito fondo, al quale sono destinati 13 milioni di euro per il 2018 (invece dei 10 milioni di euro originariamente previsti) e 57 milioni di euro a decorrere dal 2019 (inveceo dei 50 milioni di euro della prima versione della manovra)