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Prestito d'onore, la protesta degli universitari: "Più borse di studio, così ci fate indebitare"

Il Miur conferma le indiscrezioni dei giorni scorsi. Ma divampa la polemica: "Bloccate l'iniziativa, è inefficace e pericolosa"

21/07/2018
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la Repubblica

Salvo Intravaia

È ufficiale: il governo Lega-5Stelle intende percorrere la strada del cosiddetto Prestito d’onore per coloro che hanno difficoltà a pagarsi gli studi universitari. E la polemica divampa: le organizzazioni studentesche chiedono al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di bloccare l’iniziativa.

Qualche giorno fa, tutti gli iscritti all’università hanno ricevuto un questionario che sondava il campo: Quanto hai speso finora? Quanto costa il corso (anche post-laurea) che intendi seguire? Quanto ti ha condizionato nella scelta l’aspetto economico? E, soprattutto: Sei attualmente beneficiario di una borsa di studio? Hai mai contratto un prestito per finanziare i tuoi studi? Perché non hai mai chiesto un prestito? Quanto saresti disposto a chiedere? Nel corso del Question Time in Commissione cultura alla Camera è arrivata la risposta.

“Il Miur – spiegano i ragazzi dell’Unione degli universitari – per voce del sottosegretario, Salvatore Giuliano, rivendica il questionario sui prestiti d’onore diffuso a inizio luglio nelle università italiane”, considerandolo “come strumento di ‘valutazione ex ante’, spiegando che il ministero sta raccogliendo altre informazioni da ulteriori fonti”. Secondo Giuliano, la misura è prevista dal Regolamento europeo che disciplina la gestione delle risorse comunitarie”. Ma l’interpretazione, oltre ad essere contestata, non va giù agli studenti in quanto strumento che contribuisce ad indebitare i ragazzi con meno disponibilità economiche.

“È gravissimo – dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari – che il ministero, di punto in bianco, senza consultare le rappresentanze studentesche e senza considerare una letteratura scientifica ormai decennale che spiega la fallacia dello strumento del prestito d’onore, decida di spingere per l’istituzione del prestito d’onore, spacciandolo per strumento di diritto allo studio complementare, utile particolarmente per gli studenti del Sud”.

Le rappresentanze studentesche avrebbero preferito, come intervento sul Diritto allo studio, più borse anziché un prestito da restituire. “È ormai chiaro che il ministero, violando qualsiasi dichiarazione d’intenti non abbia come priorità, a differenza delle parole, quella di affrontare il tema diritto allo studio finanziandolo, ma anzi voglia affidare alle banche uno strumento per lucrare sulle condizioni materiali degli studenti, creando dell’insostenibile debito studentesco”. L’Italia è uno dei paesi europei con la maggiore pressione fiscale studentesca e il minor tassi di 30/34enni in possesso di un diploma di laurea: poco meno del 27 per cento nel 2017, contro il 40 dell’Europa a 28 membri. Mentre nelle nazioni più virtuose, come quelle della penisola scandinava e in Germania, gli studi universitari sono addirittura gratuiti o quasi.