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Repubblica-Cari ragazzi, non è così che si ferma la Moratti

L'INTERVENTO Cari ragazzi, non è così che si ferma la Moratti E poi va rispettata la minoranza che è contraria MAURO DI LISA* ...

13/12/2001
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la Repubblica

L'INTERVENTO
Cari ragazzi, non è così che si ferma la Moratti
E poi va rispettata la minoranza che è contraria
MAURO DI LISA*


Gli studenti che hanno "okkupato" il Liceo Socrate, e mamme e papà che se li kokkolano, mi spiegano che non mi devo preoccupare della democrazia. E' vero, dicono: i ragazzi che non erano d'accordo rimangono fuori, a meno che non vogliano accettare la situazione imposta dalla maggioranza dell'assemblea (che poi non è la maggioranza degli iscritti). Ma c'è un governo che vuole distruggere la scuola pubblica! E dunque, ribellarsi è giusto: se non ti vuoi ribellare, stattene a casa o fatti qualche bella passeggiata, tra qualche giorno sgombriamo. Giusto il tempo di inquadrare quanta più gente possibile da portare a Foligno, il 1920 dicembre, per bloccare gli Stati Generali convocati dal ministero.
Io che al "Socrate" ci lavoro come insegnante so bene che in questi giorni gli stessi discorsi girano in tutte le scuole occupate di Roma, e d'Italia. Non mi convincono neanche un po'. Possibile che non si possano contrastare le riforme della Moratti, o discutere le guerre e le ingiustizie sociali, continuando ad accogliere nello spazio pubblico della scuola diversi modi di vedere e di organizzarsi? Di incrociare (o anche di separare, se si vuole) studio e dibattito? Lasciando alla personalità individuale di ciascuno, come dice lo Statuto dei diritti degli studenti, la libertà di esprimersi come meglio crede? Senza rispetto del diritto altrui non della Moratti, ma degli altri studenti, dei propri compagni non si difende la scuola pubblica, la si strangola. E si arriva a pensare che il diritto delle minoranze, o persino dei singoli individui, sia a disposizione di un voto assembleare. Bell'affare. Dicono ancora: chissenefrega della forma (democratica), vogliamo la sostanza (superdemocratica), dobbiamo difendere il diritto allo studio. Peccato che la "forma" abbia il nome e il cognome, la testa e le passioni e gli interessi di quei ragazzi che sono stati messi alla porta. Alla faccia della forma! Beh, oggi forse riprendiamo a far lezione. Insegno storia, e prima dell'occupazione si era parlato anche di globalizzazione, islamismo, Palestina. Adesso proveremo a fare una lettura analitica del documento della Commissione Bertagna sulla riforma dei cicli scolastici. Per capire di che si tratta. Dobbiamo conoscere, prima di giudicare. La scuola mica serve a fare propaganda. O no?
*docente del liceo classico "Socrate"