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Repubblica - come passano il tempo i ragazzi in classe

GENTILE Corrado Augias, sono il padre di una ragazza quindicenne al secondo anno di scuola superiore. Mi rivolgo a lei come ultima lieve speranza di denuncia, ma soprattutto per far vedere a mia fig...

24/01/2002
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la Repubblica

GENTILE Corrado Augias, sono il padre di una ragazza quindicenne al secondo anno di scuola superiore. Mi rivolgo a lei come ultima lieve speranza di denuncia, ma soprattutto per far vedere a mia figlia che anche di fronte a tanta ingiustizia bisogna avere la voglia di continuare a lottare.
Mia figlia ha deciso di frequentare un cosiddetto Liceo Artistico Sperimentale avviato da un anno. Le lezioni sono svolte in 5 fabbricati diversi. Insegnanti fantasma. Impossibilità di fare alcune materie per mancanza di scaffali eccetera. Decidiamo di trasferirla alla Scuola d'Arte di Porta Romana.
Oggi, così come negli altri giorni, questa è stata la sua giornata. Ore 8-9,40, disegno geometrico. Non c'è riscaldamento. Mani in tasca. Ore 9,40-10,30, matematica, interrogazione. Ore 10,30-12,20, disegno dal vero, non c'è il professore. Nella prima ora il supplente legge il giornale; nella seconda, non c'è nessuno in aula.
Ore 12,20-14,10, educazione fisica. Ci si va con il pulmino perché la scuola, oltre mille studenti, non ha una palestra. Il professore si è dimenticato la chiave. Si ritorna. I ragazzi sono al bar della scuola.
Fuori il professore fa l'appello alle tre allieve presenti, e segna assenti tutti gli altri. Qualcuno protesta e si prende un rapporto. Ho delle difficoltà a fare crescere mia figlia nel rispetto delle istituzioni.
Pietro Maddalena
Certaldo (Fi) - pietromaddalena@tin.it
CARO dottor Augias, insegno da anni nella scuola superiore, mi sono sempre impegnata con ottimismo e buona volontà. Ho incontrato centinaia di alunni, di diversa preparazione, educazione ed estrazione sociale. Ho imparato a convivere con tutti, a farmi capire da tutti e ricevere da tutti emozioni e conoscenze che hanno contribuito a formare la mia professionalità.
Negli anni i ragazzi sono cambiati, perché la società è cambiata: oggi vengono spesso accusati di essere apatici, superficiali, estranei alla vita politica e sociale.
Mi sembra un falso problema: gli adolescenti, di fronte ad esempi positivi, ad insegnanti capaci e a prospettive credibili, sono attenti, responsabili e partecipi forse più che in passato. Il fatto è che oggi le loro aspirazioni, i loro ideali e la loro personalità non riescono ad emergere e ad essere sufficientemente rappresentati dagli organismi istituzionali.
La sfasatura fra gli insegnamenti nella scuola e i messaggi e gli esempi che provengono dalla società civile e dal mondo politico acuisce questa estraneità.
Sono anch'io preoccupata dalla prevista riforma della scuola, i cui obiettivi formativi preoccupano gran parte degli insegnanti e degli studenti.
Maria Liliana Aquaro

ml.aquaro@katamail.com
LA LETTERA della prof Aquaro risponde in un certo senso alla prima. Voglio credere che l'episodio denunciato dal signor Maddalena sia un caso limite, derivi da una serie di circostanze sfortunate o da una circoscritta incapacità organizzativa.
Pensare che un adolescente debba perdere il suo tempo in quel modo fa cadere le braccia. Se fossi un parente del signor Maddalena gli consiglierei di cambiare scuola dopo aver parlato, con vivacità, con il provveditore. Essendo un pubblico commentatore dico solo che una cattiva scuola non deve far disperare della scuola in generale, dove si trovano anche ottimi istituti e ottimi professori.