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Repubblica.it-Trovata una lista del ministero con le simpatie politiche dei delegati

Trovata una lista del ministero con le simpatie politiche dei delegati Scoppia il caso ragazzi schedati e la platea di colpo s'infiamma di MASSIMO DELL'OMO ...

20/12/2001
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la Repubblica

Trovata una lista del ministero
con le simpatie politiche dei delegati

Scoppia il caso ragazzi schedati
e la platea di colpo s'infiamma

di MASSIMO DELL'OMO


ROMA - Una giornata noiosa, una fiammata finale. Dal ritmo lento si è passati alla sarabanda. Sembrava una questione di precedenza sugli interventi degli studenti. In realtà, sotto, ci sarebbe una sorta di schedatura politica. Sta di fatto che verso le sei del pomeriggio Sara Frasi, presidente della consulta provinciale di Verona, saliva sul palco e tentava di strappare il microfono all'oratore di turno. Ha fatto appena in tempo a urlare qualcosa che subito gli uomini della sicurezza l'hanno afferrata e riportata di peso in platea. Che voleva dire? Voleva il parere del ministro su un episodio avvenuto un mese fa. E che lei ha raccontato così.

Dopo un incontro con un consigliere ministeriale, questi si era dimenticato sul tavolo una cartellina. Un ragazzo l'ha trovata e ci ha buttato un occhio. Dentro c'era la lista di tutti i presidenti delle consulte provinciali sarde. Accanto ad ogni nome, l'indicazione "dx" o "sx". Di più, accanto al nome del rappresentante di Cagliari, oltre alla "sx", un epiteto, frequente tra automobilisti, e certo non gratificante. La fiammata sul palco ha acceso poi qualche fuocherello anche nel backstage degli studenti di diverso orientamento. Qualche insulto, qualche spintone e tutti a casa.

Fino ad allora, dal palco erano piovuti giù meteoriti del tipo "certificazione omologante... percorsi curriculari... portfolio delle competenze... atteggiamenti scolasticizzanti" e altre sermocinazioni del genere. Qualcuno in platea, duramente colpito, si accasciava, gomito puntato sul bracciolo, planando la guancia sul palmo della mano pronto a sussultare al primo silenzio sospetto. Altri schivavano destramente, svignandosela quatti per una colpettino rassicurante alla famiglia: "No, no, qui è tutto tranquillo. E' domani il casino...". Tranquillo? Altrochè. Gli unici a divertirsi erano quelli che intervenivano. Gli altri, tutti sotto anestesia. Così, già a metà mattinata, le diserzioni solitarie diventavano transumanza, con file intere deserte e capannelli altrove. Anzi, a un certo punto, mezzogiorno o giù di lì, erano più i posti vuoti di quelli occupati.

Certo, nessuno pensava di venire al Palazzo dei Congressi per divertirsi con il ministro e gli Stati generali. Però, un'acceleratina, mica tanto, non avrebbe guastato. Talk-show, parata, kermesse, accusavano i denigratori pensando a chissà quale tripudio di bandierine, di botte e risposta, cori, inni, divi e majorette. Eccoli serviti, Moratti-style. E del resto, come dice l'Ecclesiaste, quanta più sapienza, tanta più pena, e quanta più scienza tanto più dolore. Siccome, qui, scienza e sapienza traboccavano, le somme si sono quadrate da sole. Questo per dire del clima. Che non è mica sempre stato così.

In apertura, ad esempio, la relazione del ministro è stata seguita in doppia copia - palco e megaschermo - con diligente scrupolo. Tutti a capo chino: appunti su appunti. Scrivevano i docenti, scrivevano i discenti, come li hanno definiti in loco, che poi sarebbe il "materiale umano" della Moratti: gli studenti, insomma, per dirla tra noi. Erano i più concentrati. A colpo d'occhio, non l'avresti detto, per via del pregiudizio sull'abito che fa il monaco. C'era quello con la bandana verde, l'altro col ferramenta all'orecchio, quell'altro ancora pettinato col frullatore e vestiti un po' così all'hip-hop coi pantaloni di tre taglie più grandi e le mani dentro le maniche dei maglioni. Accanto, mischiati - cosa inimmaginabile nel '68 o nel '77 - qualche giacca blu, maglioni più scuri in taglia giusta, capelli placati dal gel, i ragazzi dell'Azione cattolica e del movimento cattolico, che sono due cose distinte. Si vedeva che erano animati dalle migliori intenzioni di volerla discutere fino in fondo, la questione.

A rigor di logica avrebbero dovuto essere i coprotagonisti: sono o non sono i presidenti delle consulte provinciali? Invece, invece è cominciata una sequela di discorsi dai piedi di piombo. Eppoi un siparietto tipo zecchino d'oro dei bimbi delle elementari. Eppoi hanno spiegato gli "opifici serici che affondano le loro radici" in quel di Cosenza, e via procedendo con interminabili orazioni.

Commenti? Un nubifragio. Cerchiamo di isolare gli scrosci. Giorgio di Varese: "Ci hanno dato un bel contentino di m...". Alessio di Siracusa: "Siamo venuti a far la carta da parati". Gaia di Bologna: "Tutto questo baraccone per poi prevedere due soli nostri interventi: uno di un ragazzo di destra, uno di sinistra...". Alt, l'ha interrotta Marco di Reggio Emilia: "Non definiamo quello di sinistra, è un ds". Per non dire del pasticcio delle convocazioni. C'è chi ha ricevuto il fax del ministero cinque giorni dopo della data in cui avrebbe dovuto rispondere. Chi, telefonicamente, mentre stava già partendo dopo aver letto delle loro convocazione, sui giornali. Anche gli altri, i cattolici, non erano soddisfatti. Matteo di Catania: "Avrebbero dovuto dedicare il confronto agli studenti soltanto, troppe le cose in un giorno e mezzo". Quesito finale? Partecipare anche domani (oggi) o andare alla manifestazione?" "Decideremo tutti insieme". Se in giornata sono stati zitti, sono previste discussioni animate nella nottata.

(20 dicembre 2001)